Il web è di ogni persona, ma possiamo dire con la stessa sicurezza che è per ogni persona? Mentre la tecnologia corre e trova ogni giorno nuovi strumenti, intere comunità frenano, spesso in tema di diritti. Per motivi di etnia, religione, genere, età o apparenza fisica, molte persone si ritrovano in una situazione di imparità rispetto ad altre.
Anche il web riflette questi meccanismi. Sono frequenti i casi di odio sui social network, di messaggi sessisti o di algoritmi che, nel loro funzionamento, applicano meccanismi poco inclusivi e rispettosi. Spesso anche le nostre parole e i nostri messaggi possono essere poco inclusivi, anche senza volerlo. Ecco perché è utile tornare a riflettere su cosa sono Diveristy&Inclusion e come valorizzarli nelle attività di tutti i giorni. I Nudge possono essere uno strumento valido per raggiungere questo obiettivo.
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Nudge: di cosa stiamo parlando?
Nel mondo della psicologia i Nudge sono, nei processi decisionali, degli elementi che ci spingono verso delle scelte precise senza impedirci di valutare altre opzioni. Ci influenzano, ma non ci costringono. Un’altra loro caratteristica è che sono contestuali, cioè compaiono proprio nel contesto della scelta per influenzarci nel momento perfetto.
In Digital Attitude abbiamo trasformato i Nudge in interazioni, veri e propri messaggi che gli utenti ricevono mentre compiono un’azione e li spingono gentilmente a compierla in un modo più efficace.
Per valorizzare Diversity&Inclusion, i Nudge spingono gli utenti verso comportamenti più inclusivi, come la scelta di espressioni non marcate in base al genere quando si scrive una mail. In questo modo, costruire una nuova abitudine è più facile perché i Nudge danno piccoli consigli pratici da applicare proprio nel momento giusto.
I Nudge di hi a supporto di D&I: che cosa vuol dire adottare un Digital Coach
A interagire con gli utenti attraverso i Nudge è hi, la digital coach sviluppata da Digital Attitude. Nei suoi journey, cioè i percorsi di cambiamento e acquisizione di nuove skill, hi porta le persone non solo a esplorare Diversity&Inclusion, ma anche ad applicare concretamente nuovi comportamenti.
Con i Tips, hi invia materiali di approfondimento e interattivi per spiegare, per esempio, cosa si intende con D&I, cos’è il linguaggio inclusivo e quanto sia diffuso il gender gap. I Nudge, come abbiamo visto, sono interazioni contestuali, perché l’utente li riceve proprio mentre compie una specifica azione.
Esempi concreti di applicazioni dei Nudge in ambito Diversity & Inclusion
In che modo i Nudge promuovono l’Inclusion? Con un meccanismo speculare: li scriviamo con un linguaggio inclusivo e sfruttiamo la loro contestualità per promuovere comportamenti inclusivi nel momento giusto.
Quali possono essere alcuni casi concreti di questa applicazione?
Per esempio, quando l’utente apre la mail o la chat di Microsoft Teams, un Nudge ricorda che scrivere “Buongiorno a tutte e tutti” all’inizio di una mail è più inclusivo di “Buongiorno colleghi”.
Analogo può essere il caso di un Nudge che hi invia a chi lavora su un file Word e suggerisce dei consigli di scrittura inclusiva da applicare subito.
Un altro caso concreto può essere un Nudge che l’utente riceve quando apre il calendario di Teams o di Outlook per creare un meeting. In questo caso, il contenuto può proporre di creare un workshop dedicato ai valori LGBTQIA+, con l’obiettivo di formare il team su questi temi.
Oppure potrebbe anche ricordare di valorizzare la diversity tra chi partecipa al meeting. Accorgersi, per esempio, che nel proprio team c’è una disparità di genere molto forte, potrebbe essere il primo passo per cercare di ridurla.
Un Nudge che punta all’inclusività può essere anche più trasversale. Ecco un esempio. L’utente sta per accedere a un meeting e un Nudge ricorda che un modo per comunicare in maniera inclusiva è evitare di dare valori positivi o negativi ad alcune caratteristiche fisiche o etniche.
Si tratta di un piccolo consiglio pratico che rimane in mente proprio prima di incontrare altre persone e, per questo, può essere applicato subito, promuovendo un’abitudine e un comportamento inclusivi.
Il grande vantaggio di conoscere e interessarsi anche “alle vite altrui”, di chi sembra distante dalla nostra quotidianità, è scoprire che le loro storie, in realtà, riguardano anche i nostri diritti. E ci arricchiscono. Adottare comportamenti più inclusivi, quindi, vuol dire creare un ambiente (di lavoro, ma non solo) i cui benefici vengono “redistribuiti” collettivamente. Un vero cambiamento non può farne a meno.