Solo una persona su sei si sente fortemente connessa a livello umano alla propria organizzazione e con gli altri dipendenti. Inoltre, solo una su quattro ritiene che i manager in azienda siano pienamente capaci di rispondere alle loro necessità, comunicare con trasparenza e garantire l’equità nel team. Questi dati, presentati da Accenture e Avanade in occasione dell’evento Microsoft DigItaly a Milano, descrivono bene quali sono i rischi dei nuovi contesti di hybrid work e della connettività pervasiva che potrebbe derivarne. Nel suo intervento, Claudia Ortolani, Employee Experience Lead di Avanade, spiega come agire, creando esperienze omni-connesse per le persone che garantiscano un pieno ed equo coinvolgimento – indipendentemente dal tipo e dal luogo di lavoro – e creino valore per le persone, per l’azienda e per la comunità. «Non si tratta di essere sempre connessi ma di essere connessi in modo efficace, finalizzato e magari anche per meno tempo. Ciò che conta non è dove e quanto lavori, ma come lo fai e con quali obiettivi. È fondamentale, quindi, creare in azienda un circolo virtuoso alimentato da nuovi modelli di operatività e partecipazione che nella tecnologia trovano oggi terreno fertile e una reale accelerazione».
Who's Who
Claudia Ortolani
Employee Experience Lead di Avanade
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Connettersi per uno scopo chiaro a tutti
Le tecnologie a disposizione sono ormai tante, molte volte presenti nelle organizzazioni in modo frammentato e disarmonico. Per renderle funzionali, è necessario ripensare l’intero framework tecnologico in ottica Human-centered, costruendo una piattaforma flessibile e una cultura People-first che connetta le persone con gli obiettivi aziendali nel corretto canale o “contenitore tecnologico”.
«Siamo in un momento molto favorevole: il cambiamento è in atto e abbiamo l’opportunità di direzionarlo e modellare il modo di lavorare secondo nuove logiche a valore per tutti» aggiunge Claudia, spiegando che la tecnologia deve essere Human perché disegnata sulle esigenze delle persone e sostenuta dai loro comportamenti, attraverso la continua raccolta e attribuzione di significato ai dati di organizational behavior. Inoltre, deve essere una tecnologia Etica, in quanto capace di offrire opportunità pari ed eque a tutte le diverse tipologie di workers, nonché Inclusiva, facilitando una partecipazione piena in ogni momento e in ogni luogo.
Le esperienze omni-connected, in questa visione, creano un level playing field in cui tutte le persone possono partecipare pienamente alle attività del team e godere potenzialmente delle stesse opportunità: da una interazione via chat a una chiamata video, da una riunione in presenza a una collaborazione remota su un documento, a un momento di riflessione individuale off-line, da una formazione in self-study a momenti di social learning remoti o fisici.
La tecnologia deve supportare, quindi, le organizzazioni nel ripensare il posto di lavoro con l’obiettivo di potenziare e ispirare tutti i dipendenti, fornire esperienze uniche e personalizzate, aumentare il livello di engagement delle persone. Solo attraverso questi presupposti, i dipendenti saranno in grado di vivere esperienze omni-connesse, essere orientati agli obiettivi aziendali e dimostrare ed esprimere, quindi, il proprio valore per contribuire ai risultati collettivi di business. Usando abilmente i mezzi tecnologici, i dipendenti possono imparare, conoscere, collaborare e confrontarsi in una nuova forma di partecipazione in continua evoluzione che dà a tutti la parola, illuminando “naturalmente” i migliori contributi, comportamenti e, quindi, i migliori risultati.
Il ruolo della leadership
Le azioni chiave per creare valore attraverso esperienze omni-connesse per i dipendenti devono necessariamente partire dalla leadership. Una leadership di successo alimenta una cultura centrata sul sense of purpose, rende l’organizzazione agile e dà alle persone gli strumenti per una connettività significativa e qualificata, ricorrendo alla tecnologia più efficace a questo scopo.
È importante che i leader in questo contesto stimolino un uso pieno e consapevole delle tecnologie di collaborazione e accettino una potenziale perdita di “command & control”, a vantaggio di un acquisto di motivazione e imprenditorialità sin dai livelli più junior, prediligendo, quindi, uno stile manageriale che responsabilizzi le persone sui risultati a tutti i livelli in azienda.
«In questo workspace dalle esperienze omni-connesse, l’approccio alla gestione delle persone è diverso e fa leva su strumenti nuovi», sottolinea Claudia Ortolani. «Le persone devono poter comprendere le aspettative e gli obiettivi, il valore portato e accedere ai propri KPI. I People leader sono chiamati ad acquisire una piena comprensione del potenziale dei team e a mettere le persone nella condizione di realizzarlo. Le piattaforme di lavoro vanno quindi pensate per supportare questo processo e disegnate intorno alle persone e a questi modelli di “servant leadership”, considerando le diverse abilità digitali e di collaborazione e facilitando, quindi, la crescita collettiva di conoscenze e competenze. È fondamentale, inoltre, misurare la soddisfazione nel tempo sia delle persone, sia dei leader organizzativi rispetto all’esperienza fornita, attraverso gli strumenti ormai maturi di “continuous feedback”».
Le tecnologie Human-centric
Abilitare correttamente l’offerta tecnologica all’interno delle organizzazioni è un elemento cruciale nella transizione verso una Employee Experience olistica, chiara, misurabile e di successo. È in questo ambito che Avanade posiziona i suoi servizi: «Puntiamo ad accompagnare le aziende in questi percorsi di trasformazione, combinando diversi aspetti che ci rendono il partner di business ideale. Offriamo ai nostri clienti il numero più alto di professionisti certificati Microsoft e siamo vincitori di 17 Award Microsoft Global SI Alliance Partner of the Year. Proponiamo un approccio pienamente centrato sulle persone, sulle loro aspettative e su diverse maturità digitali e modelli di lavoro. Adottiamo una modalità operativa rapida, flessibile e misurabile nel tempo, che rende trasparente la relazione con il cliente, gli impatti e i risultati che si ottengono» aggiunge Claudia. «Avanade stessa ha ridisegnato il proprio workplace sulla base di queste premesse. Da un lato, la semplificazione della collaborazione e dell’accesso alle informazioni e alle conoscenze attraverso il digitale. Dall’altro, l’uso continuativo dei dati comportamentali per una misurazione e un miglioramento dell’esperienza di lavoro realmente sostenibile nel tempo».
Cloud, piattaforme di collaboration, dati e analytics, intelligenza artificiale, metaverso: sono queste le fondamenta e alcuni dei trends tecnologici chiave del moderno workspace che sta intorno all’esperienza del dipendente.
Per fare un esempio la nuovissima piattaforma Microsoft Viva offre un completo ripensamento dell’Employee Journey, affiancando con strumenti tecnologici Human tutto il percorso della persona dentro l’organizzazione, dall’onboarding alle attività di formazione allo sviluppo della carriera fino, eventualmente, a comprendere le motivazioni dell’uscita.
«La nostra ambizione è di usare questi strumenti, le nostre competenze e conoscenze per creare ambienti di lavoro desiderabili per tutti, dove attività e processi ripetitivi sono pienamente automatizzati e il capacity gain che ne deriva è impiegato in attività strategiche per le persone, per l’organizzazione, i clienti e per tutta la nuova catena del valore estesa», conclude Claudia.