Potenziare la candidate experience attraverso gli strumenti digitali. Questo, e non solo, l’obiettivo che ha spinto PwC Italia, parte del network internazionale PwC che oggi conta oltre 7.000 professionisti solo nel nostro Paese, ad avventurarsi (perché di una vera e propria nuova avventura esplorativa si tratta) nel Metaverso organizzando in ambiente virtuale parte del colloquio di selezione. Nei prossimi dodici mesi circa il 20% dei candidati dell’area advisory parteciperà al progetto pilota.
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Parlare con le nuove generazioni, nella loro lingua
Non solo dunque creare una candidate experience unica, ma i colloqui nel Metaverso di PwC Italia hanno anche il fine di attrarre nuovi talenti, reimmaginare i limiti del possibile nella trasformazione digitale HR, e promuovere una brand image con soluzioni all’avanguardia.
“Il Metaverso risulta a tutti gli effetti uno strumento efficace per entrare in dialogo con le nuove generazioni. Sfruttando al massimo le nostre conoscenze e competenze in ambito tecnologico, raggiungiamo con maggior successo il nostro scopo: incontrare i giovani talenti e testare le loro skill, in un ambiente virtuale ma realistico, sottoponendoli a dei veri e propri business case da risolvere. Rappresenta anche un modo per aiutarli ad orientarsi nella realtà lavorativa attraverso una modalità del tutto nuova, decisamente più innovativa ed esperienziale”, afferma Luca Ruggi, HR Director di PwC Italia.
Come funziona il colloquio nel Metaverso di PwC Italia
Con l’integrazione del Metaverso, PwC Italia si appresta a rendere il proprio iter di selezione ibrido, una parte verrà infatti svolta nelle sedi PwC e un’altra in modalità virtuale.
Grazie alla tecnologia digitale i candidati avranno modo di mettersi alla prova su business case customizzate a seconda dell’area di interesse. Questa esperienza consentirà loro di acquisire una conoscenza più realistica possibile di come si svolge una tipica giornata lavorativa nel settore della consulenza interagendo e confrontandosi con gli altri e avendo la libertà di esprimere al meglio le proprie qualità personali e relazionali.
In pratica, dopo un primo momento (circa 15 minuti) in cui gli esperti HR di PwC daranno ai candidati il tempo di creare il proprio avatar, prendere confidenza con l’utilizzo del tool e esplorare l’ambiente, i candidati indosseranno i visori ed entreranno di fatto nel vivo dell’esperienza.
Una volta oltrepassata la porta del Metaverso, i candidati avranno modo di muoversi in uno spazio virtuale che rappresenta la sede di un cliente ipotetico il quale, impersonato dall’avatar di un collega esperto, esporrà le proprie richieste.
All’interno di questo spazio, tramite l’utilizzo del joystick, i candidati potranno muoversi in autonomia camminando, sedendosi, scegliendo di prendere appunti e perfino esprimere le proprie reazioni utilizzando le emoji.
Durante l’incontro il cliente chiederà di presentare una soluzione relativa al business case discusso e i candidati, dopo essersi presentati esponendo il loro background e le loro esperienze in qualità di membri del team di progetto, potranno confrontarsi apertamente sulla risoluzione del caso, preparando al momento una presentazione ad hoc per il cliente, ed esponendo la soluzione attraverso la proiezione delle slide realizzate nello spazio virtuale.
Terminata l’esperienza nel Metaverso, si tornerà nella realtà e i candidati che avranno superato l’assesment saranno convocati per il secondo step dell’iter di selezione.
Insomma, una vera e propria simulazione di consulenza che serve sia al recruiter per comprendere il livello di preparazione e le potenzialità de candidato, sia al candidato stesso per avere un primo assaggio, qualora fosse nuovo del settore, di cosa significa fare consulenza e magari capire se questo è proprio il lavoro che fa per lui. In ogni caso, “Il nostro modello di recruiting non rende mai preponderante la tecnologia rispetto alle interazioni umane, ma ne è complementare e le integra”, ci tiene a precisare Luca Ruggi.