INTERVISTA

Il Manifesto per la parità di genere in Danone: “È un impegno che esce dai confini aziendali per coinvolgere il mondo dell’impresa”



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Abbattere il gender gap e garantire pari opportunità per tutti è un obiettivo su cui molte aziende oggi stanno lavorando. La multinazionale francese ha dimostrato che adottare politiche ad hoc ha più benefici di quelli che ci aspetteremmo. L’intervista a Sonia Malaspina, Direttrice Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità del gruppo

Pubblicato il 7 mar 2024

Federica Meta

Giornalista professionista



Danone

Non solo istanza sociale ma strumento per spingere la produttività e le performance aziendali, aumentando al contempo il benessere delle persone. È questa la vision di Danone, multinazionale francese di prodotti alimentari, che di recente ha lanciato il Manifesto per la parità di genere. Degli obiettivi e delle opportunità legate a questa iniziativa ne parliamo con Sonia Malaspina, direttrice Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità Danone.

Who's Who

Sonia Malaspina

Direttrice Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Danone

Sonia Malaspina

Come nasce l’iniziativa del Manifesto per la parità di genere e, soprattutto, con quali obiettivi?

«Il Manifesto per la Parità di Genere nella Filiera Italiana nasce dalla convinzione che favorire la parità di genere, l’occupazione e la crescita professionale femminile non sia solo un’istanza sociale, ma possa impattare positivamente sulla produttività, competitività e natalità, e la realtà di Danone ce lo dimostra. Viviamo in un mondo in rapida trasformazione, la rivoluzione digitale, il cambiamento climatico, l’instabilità geopolitica, investono le persone in tutte le loro dimensioni psicologica, fisica, sociale, economica e culturale, e proprio in questo contesto si annoverano livelli di disoccupazione ancora alti, soprattutto tra i giovani, e una evidente sottoccupazione delle donne. In Italia solo 52% delle donne lavora contro una media europea del 67%, e sono manager solo il 28,7% delle lavoratrici rispetto al 34% dell’Europa».

Alla luce di questa analisi, quali sono i punti chiave che Danone ha evidenziato nel Manifesto?

«Alla base di tutto c’è la Certificazione per la Parità di Genere UNI Pdr 125/2022 introdotta nell’ordinamento italiano nel maggio 2022 che, rappresentando un valido strumento per attuare una governance impegnata nella realizzazione della parità, permette alle aziende di essere il motore del cambiamento per la propria filiera. Danone ha conseguito la certificazione nel mese di giugno 2023 e da qui l’intuizione di formalizzare un modello innovativo che abbiamo inserito nell’Accordo di Secondo Livello di Danone del 22 gennaio 2024. Un risultato importante che ci ha impegnati in un lavoro condiviso con il sindacato e con numerosi professionisti. L’Accordo che abbiamo introdotto in Danone, e che ha poi ispirato il Manifesto per la parità di Genere lanciato in collaborazione con Winning Women Institute, prevede che in sede di gara organizzata dalla società per l’acquisto di beni e servizi venga valutata l’adozione da parte del fornitore, di politiche tese al raggiungimento della parità di genere, comprovata dal possesso della Certificazione. Ciò apre l’accesso a una premialità stimata tra il 5 e il 10% della valutazione complessiva di gara (questa è la premialità decisa in Danone, ogni azienda è libera di adottare una premialità diversa). Il nostro obiettivo è di generare un virtuosismo a cascata che, partendo dall’azienda che indice la gara, possa coinvolgere tutti i fornitori, convinti che si tratti di una vera e propria leva di competitività per le imprese, ma anche di un sistema per stimolare la condivisione di valori comuni. Su questa esperienza si innesta il Manifesto, che esce dai confini aziendali per coinvolgere tutto il mondo dell’impresa».

Il Manifesto si rivolge anche alla filiera, non solo a Danone. Perché questa scelta?

«Il Manifesto parte certamente dall’esperienza di Danone, ma il 6 febbraio, in occasione dei Women Winning Awards, lo abbiamo consegnato alle aziende, alle istituzioni, alle persone e al sindacato nella convinzione che per migliorare le opportunità di occupazione e crescita femminili ci sia bisogno di un lavoro collettivo. Noi diciamo che il Manifesto è di tutti: appartiene a quelle realtà che vorranno impegnarsi a realizzare la parità di genere all’interno delle loro organizzazioni e all’esterno presso la loro filiera di fornitori, contribuendo al raggiungimento di una maggiore equità, giustizia sociale e benessere organizzativo, necessari per incrementare la performance».

Quali altre iniziative ha messo in campo Danone per contribuire a colmare il gender gap in azienda?

«In Danone mettiamo sempre al centro le persone, poiché riteniamo fermamente che sia fondamentale offrire pari opportunità a donne e uomini in tutti i settori dell’economia e a tutti i livelli, per garantire un ambiente inclusivo e con grande valore aggiunto. Un percorso che abbiamo intrapreso quasi 15 anni fa con il “Baby Decalogo”, composto da 10 semplici regole applicabili in ogni azienda prima e dopo l’arrivo di un bambino, e da qui abbiamo elaborato un piano di sostegno economico alla maternità e alla famiglia, nonché implementato il welfare aziendale per coprire i bisogni di accudimento ed educazione dei figli. Una policy estesa nel 2017 anche a livello global, raggiungendo più di 100.000 collaboratori, oltre ai 600 già coinvolti in Italia e in Grecia. Un viaggio che è proseguito di anno in anno, dando vita a un modello virtuoso: basti pensare che in Danone il 100% delle mamme torna al lavoro dopo il congedo di maternità e il 100% dei papà usufruisce dei 20 giorni di congedo retribuito. Non solo, a giugno 2020 è stata avviata la Caregiver Policy e, a distanza di soli tre anni, Danone Italia ha conseguito e ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere. Un importante riconoscimento del percorso fatto in ogni settore e ad ogni livello dell’organizzazione, non solo nel modo di produrre e commercializzare i prodotti, ma anche nel modo in cui l’azienda si impegna nel prendersi cura delle persone e dell’ambiente circostante».

L’impegno di aziende come Danone sulla parità è certamente fondamentale, ma rischia di non essere sufficiente. Cosa dovrebbero fare le istituzioni per mettere a frutto e valorizzare l’impegno dei privati?

«Prima di tutto è importante informare e sostenere le piccole e medie imprese che compongono le filiere e di cui il nostro Paese è ricco. La Regione Lombardia, che ha accolto positivamente il Manifesto, sta investendo in questa direzione. Confidiamo che il percorso prosegua coinvolgendo le Istituzioni a tutti i livelli, affinché i valori e i processi espressi dal Manifesto possano essere un punto di riferimento non solo per il settore privato, ma anche per il settore pubblico, a beneficio di lavoratrici e lavoratori, ma anche dell’intero Sistema Paese».

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