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Il counseling: ruolo ed esperienze per promuovere ‘BenFare’ e ‘BenEssere’ in azienda



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In un momento storico in cui la soddisfazione dei dipendenti e la salute sono considerati elementi chiave per il successo organizzativo, è necessario capire quale strada imboccare per fornire alle persone un supporto e un orientamento psicologico per affrontare e risolvere problemi personali, emotivi, sociali o professionali

Pubblicato il 4 ott 2024

Laura Torretta

Advanced Professional Counselor, Counselor Organizzativa Sistemico Relazionale, Consulente di TrasFormAzione Positiva, Chief Happiness Officer, Operatrice di Scienza del sè e respiro consapevole



Counseling

supportare i dipendenti nell’affrontare e risolvere problemi personali e/o professionali che possono influire sul loro benessere e sulla loro performance lavorativa: è così che in estrema sintesi potremmo riassumere il ruolo che oggi ha in counseling in azienda.

Ma bisogna guardare anche con una prospettiva più ampia perché oggi il counseling e il counseling organizzativo possono essere supporti funzionali al servizio di una trasformazione che diventa tanto più necessaria per le organizzazioni quanto più imprenditori ed executive si rendono conto che la pandemia ha scoperchiato il vaso di pandora: sicuramente vacillano fiducia e motivazione, senso e ingaggio con impatti crescenti sul benessere delle persone e delle relazioni, sull’innovazione e sulla crescita sostenibile del business.

Come stanno le persone: la fotografia di Gallup

I dati dei report annuali di ricerche e osservatori confermano inesorabilmente i trend della crisi della nostra cultura sociale e organizzativa basata sul dovere e sul presenzialismo, sul potere e sulla competizione, sulle to do list bulimiche di nuovi compiti nel fare e nell’avere.

Gli effetti si sono concretizzati in famiglia, nella scuola e nel lavoro, i soggetti più impattati sono i più deboli e fragili, donne e giovani. Sono crescenti i fenomeni di disagio adolescenziale, della dispersione con i neet, delle Great Resignation, del big quit, della yolo economy…con qualche movimento evolutivo da parte di poche realtà che ripartono da una trasformazione culturale, che include strategia, processi, stili di leadership che premiano nuove credenze e comportamenti più efficaci

Una fonte autorevole e ricorrente – il report 2024 “State of the global workplacemonitora lo stato dei nostri luoghi di lavoro.

Motivazione e ingaggio dei dipendenti sono un fattore critico di successo, a livello globale si registrano percentuali preoccupanti: solo il 23% è veramente ‘a bordo’, il 62% non è ingaggiato, il 15% è attivamente disingaggiato…Gallup stima che questo basso coinvolgimento costi all’economia globale circa 8,9 trilioni di dollari, ovvero il 9% del GDP globale.

Solo il 34% dei dipendenti sente un benessere generalmente fiorente mentre il 41% è molto stressato…il 21% di chi lavora ‘hybrid’ sperimenta un sentimento di solitudine…la fiducia nei leader è solo il 23%…le persone vanno via per il 90% dal capo… e il 52% delle persone si guarda intorno per cambiare lavoro.

Da qui la necessità di trovare nuove strade e strumenti, tra cui il counseling, appunto.

Il counseling: definizioni istituzionali e associative

L’associazione internazionale di Counseling pone questa professione al centro dello sviluppo dei diritti umani, al servizio del miglioramento della vita e del benessere delle persone

Partirei da questa cornice di senso più ampio per condividere la definizione di AssoCounseling, una delle principali associazioni di categoria attive nel mondo delle Professioni non organizzate in ordini e collegi (Ai sensi della legge n.4/2013): “Il counseling professionale è un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi, per rinforzare capacità di scelta e di cambiamento. È un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni. Il counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale”.

Voce ai counselee per definirlo…provare per credere

Chi ha sperimentato il percorso dice che il counseling è:

  • uno strumento di supporto e di aiuto;
  • una relazione professionale di ascolto e riflessione, sicura e senza giudizio;
  • uno spazio di confronto e dialogo per prendersi cura di sé e conoscersi meglio;
  • un viaggio dentro di sé per riflettere su chi siamo e chi vogliamo essere;
  • un percorso di sviluppo di maggiore consapevolezza e coscienza di sé;
  • una occasione di esplorazione per mettersi in discussione;
  • un progetto di crescita molto arricchente;
  • un servizio per apprendere tecniche e strumenti nuovi;
  • un tempo generativo per ricentrarsi e mettere a fuoco le criticità che bloccano;
  • una possibilità per trovare nuovi equilibri di benessere;
  • uno stimolo a creare coerenza tra pensieri e azioni;
  • un sostegno per attivare le risorse e sviluppare nuovi punti di vista e prospettive;
  • un ottimo strumento di crescita personale e professionale;
  • una sosta a valore aggiunto per sostare nella vita frenetica che viviamo;
  • uno spazio per condividere stati d’animo nel presente senza giudizio;
  • un supporto per tirare fuori i pensieri dalla mente e rifletterci su diversamente;
  • un intervento che sprigiona l’energia vitale che è dentro di noi;
  • un aiuto professionale per prenderci cura dei nostri bisogni;
  • un regalo per rigenerare benessere nella sfera personale e professionale;
  • un processo valido per far cadere credenze limitanti e liberare potenziale;
  • un intervento che ci rende più appagati ed impattanti anche per il mondo intorno a noi.

Dati e trend: misurazioni di impatto da #SpazioCounselingPerTe

A luglio siamo arrivati alla chiusura della quarta edizione dell’iniziativa #SpazioCounselingPerTe in AIDP Lombardia. Uno sportello dedicato ai soci, professionisti HR, un percorso di 5 incontri pro bono nato in piena pandemia per accogliere il disorientamento e la fatica di chi era in prima linea a sostenere i dipendenti, proseguito nel new normal per aiutare a sviluppare maggiore qualità di vita.

Circa 250 soci-counselee generosamente hanno lasciato traccia del loro passaggio compilando più di 160 questionari. L’esperienza è stata efficace e positiva con il 92% molto soddisfatto.

Il miglioramento del benessere percepito dai partecipanti è stato in media di 2,2 punti, su una scala da 1 a 10 e un punto di partenza medio sotto il 6.

La persona al centro porta un focus evolutivo che intreccia la parte personale e professionale, con un crescendo sull’area lavoro (69% nella 4’ edizione) a testimonianza dell’urgenza di prendersi cura del benessere a 360 gradi nelle nostre aziende.

Emozioni e stati d’animo alla fine del percorso esprimono una ricarica positiva, motivazionale ed energetica con maggiore soddisfazione, gratitudine, consapevolezza, serenità, sicurezza, leggerezza, forza.

Alcune narrazioni di trasformazione positiva per essere registi e protagonisti della propria vita

Celeste Gasparri – Organization & People Development

Nel dinamismo tra io ‘bambina’ e io ‘adulta’ rigenero equilibrio nel ‘qui e ora’!

Il tema di questo viaggio è stato l’emotività, conseguente al mancato riconoscimento e soddisfazione dei bisogni. L’eccesso di manifestazione di sensibilità in alcuni contesti e situazioni mi faceva perdere centratura ed assertività, con un conseguente impatto sull’efficacia comunicativa. Sono estremamente soddisfatta e meravigliata di come in pochi incontri siamo riuscite a trovare l’origine del problema, elaborarlo e iniziare a trasformare le mie azioni al servizio di un maggior benessere relazionale. È stata una relazione di aiuto accogliente, dove la professionista ha generato empatia e connessione in ogni incontro. La counselor, ad orientamento transazionale, mi ha fatto comprendere a livello teorico ed esperienziale la relazione e lo scambio continuo tra i tre stati dell’io, GAB (Genitore – Adulto – Bambino). Ora so stare con maggiore presenza nello scambio tra adulti, ho compreso la funzionalità dell’integrazione, ma soprattutto ho imparato a prendermi maggiore cura dei miei bisogni. Questo percorso mi ha permesso di conoscere meglio me stessa e svelare alcune dinamiche comportamentali, reattive e protettive, inconsapevoli. Ognuno di noi ha un bambino interiore da coccolare a ogni età, da riscoprire nel potenziale di spontaneità ed energia vitale, con bisogni ed emozioni da accogliere e soddisfare in modo più consapevole attraverso le risorse dell’io adulto. La mia bambina interiore reclamava attenzione, ma io spesso soffocavo la sua esuberanza, relegandola in un ruolo passivo con comportamenti di fuga. Le situazioni ricorrenti erano quelle in cui percepivo dagli altri rigidità, giudizio, un’idea sbagliata su di me. Comunque, le emozioni soffocate uscivano nei momenti più delicati, senza freni, a reclamare di ‘essere vista, valorizzata e accettata per come sono’. All’inizio del percorso provavo un misto di tenerezza, pena, rabbia per me stessa, ma alla fine mi sono sentita molto serena. Due risorse organizzate e mobilitate al centro di questa trasformazione positiva sono state la comprensione e la compassione per me e per chi si relaziona con me. Grazie al Counseling ho imparato a pensare di più a me stessa, a darmi valore indipendentemente dal giudizio esterno, a gestire un miglior equilibrio tra questi scambi interiori, nelle relazioni familiari e lavorative.

Gianluca Morosini – Head of HR – Sisma

Sulla strada della consapevolezza: respira, rallenta, accogli le tue emozioni!

Dopo dieci anni di esperienza di coaching e dopo un viaggio di consapevolezza, ormai ventennale, attraverso la tecnica delle costellazioni familiari ed aziendali, inizio con curiosità l’esplorazione di un nuovo strumento di sviluppo: il counseling. La mia counselor mi ascolta con attenzione e mi propone una metafora per rappresentare la mia modalità di raccontarmi… come ‘un ottimo telecronista di me stesso’. Resto stupito e sorpreso, accolgo e rifletto, cerco di attingere al significato più profondo e dare senso a questa visione di me. Mi apro ulteriormente e mi espongo per far meglio comprendere la genesi di questo nuovo bisogno. Un anno fa ho incontrato l’esperienza del tumore, della lunga attesa prima dell’operazione, dei dubbi e le speranze del post-intervento. Non credo al caso, ho attratto il counseling, ho colto l’opportunità di questo percorso, mi sono dato il permesso di respirare, fermarmi, elaborare le emozioni di questo periodo faticoso. Nel mio raccontarmi emergeva il bisogno di contatto con la vita, con la parte più vera di me, di esplicitare chi sono, da dove vengo, come posso essere utile, di raccontare tutte le mie esperienze con estrema precisione. In ogni sessione portavo l’attenzione a specifiche dinamiche comunicative e relazionali, famigliari e professionali che acquisivano intensità. Io ero cambiato, in ogni relazione non volevo più scendere a compromessi, ho deciso di gestire il tempo che fugge in uno scambio sempre inclusivo e di reciproco rispetto tra persone. Ho imparato a dare attenzione ai piccoli gesti quotidiani, ho deciso di intervenire ogni volta che ‘qualcuno mi colpisce con modalità aggressive’, quando ‘si mettono in discussione le mie competenze e i miei valori’. La curiosità iniziale è stata appagata, ho appreso la potenza del sostare nelle emozioni, di rallentare per sentire attraverso la connessione con il mio respiro. Facile? No! Da sempre vivo a tratti la spinta transazionale ‘Sii perfetto’ con un copione di vita che riproduce l’aspettativa di essere sempre inappuntabile e preciso in tutti gli ambiti della mia vita, reprimendo le emozioni. Osare finalmente sciogliere i nodi emotivi può essere l’approccio giusto per l’ennesimo passo sull’impervia strada dell’autoconsapevolezza. Ho concluso questo percorso arricchito di nuove elaborazioni ed esperienze agite, con una sensazione interiore di delicatezza e pace, profondamente grato alla vita che scorre, senza il bisogno impellente di raccontarla da telecronista ma di viverla intensamente attimo per attimo.

Tiziana Villa – Head of HR – Bystronic Autmation

Le risorse: una connessione preziosa tra vita e lavoro!

Un viaggio di benessere e consapevolezza inaspettato, ho messo al centro me stessa come persona all’interno del sistema famigliare e genitoriale. Il punto di partenza: una relazione conflittuale con mio figlio, non faceva mai abbastanza nello studio, non era come me un po’ secchione! Non lo vedevo, lo giudicavo, non lo accettavo veramente nella sua diversità, proiettavo su di lui ‘altro’ della mia infanzia e del mio genogramma, non riuscivo a stare alla giusta distanza emotiva. La credenza che più studi più avrai successo mi imponeva di verificare tempi e modi di gestione dei ‘compiti’ . Mi sono resa conto in questo percorso di quante risorse avevo al lavoro e con i miei collaboratori che si indebolivano a casa nel ruolo materno, portavo una pesantezza che faceva stare male entrambi. Ho visto le dinamiche comunicative ricorrenti che mi limitavano, ho imparato ad attivare anche con lui ascolto attivo e inclusione, ho lasciato andare le zavorre delle aspettative. Mi sono sentita più calma e leggera, la nostra relazione è rifiorita: ho dato fiducia e autonomia, ora lui mi cerca e mi vuole vicina quando studia.

Gabrielle Bonacossa – Head of HR – Il Pra

Un’anima irrequieta alla ricerca del proprio motore immobile!

Sono entrato con curiosità portando una irrequietezza che mi accompagna da sempre nella ricerca di stimoli alla crescita. Mi definiscono un mare apparentemente calmo attraversato da correnti sotterranee impetuose. Volevo mettermi in gioco, comprendere se cercavo il cambiamento come riempitivo per evitare altri bisogni soffocati o era una mia scelta di senso. Il percorso mi ha reso più sereno, più consapevole del mio bisogno di apprendere e imparare, arrivando anche a considerarlo come un mio talento e un valore. Ritengo il counseling un luogo di ascolto, accompagnato da tecniche che spingono alla riflessione aprendo la mente. Nonostante sia irrequieto ho cambiato poche aziende ma ho sempre ricercato nuovi progetti, la perseveranza e la disponibilità sono mie risorse preziose che ho rigenerato in questo spazio, apprezzando la mia innata fiducia nell’essere umano. Ho attraversato la paura di non riuscire a stare fermo, ho compreso quali credenze attivavo sulle conseguenze immaginate. La consapevolezza che ho sviluppato è che cerco una spinta gentile per partire e l’ho trovata nel mio sé, nel centro vitale, nel mio motore immobile che muove la mia vita

Ringrazio di cuore Celeste, Gianluca, Maria, Gabriele per il coraggio ad esporsi e il contributo di valore, abbiamo bisogno di esempi per metterci in cammino, chiedere aiuto e rigenerare il nostro benessere!

Concludo questo articolo invitando tutti i responsabili in azienda di Persone e Cambiamento a sperimentare gli effetti del counseling partecipando al #CounselingDay il 21 Ottobre in occasione della giornata internazionale dedicata all’Ascolto, cerca sul sito tutti gli eventi nella tua città!

Auguro a tutti una felice giornata

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