GUIDE E HOW-TO

BYOD (Bring Your Own Device): procedure per l’utilizzo sicuro di dispositivi personali in azienda



Indirizzo copiato

Una pratica, sempre più diffusa all’interno delle imprese, che fa riferimento a una policy che consente ai dipendenti di usare strumenti privati – smartphone, tablet, pc – per svolgere attività lavorative e accedere a dati e sistemi dell’organizzazione. Serve però fare i conti con le preoccupazioni legate alla sicurezza di dati e informazioni sensibili

Pubblicato il 4 apr 2025



BYOD

L’acronimo BYOD (Bring Your Own Device), traducibile in italiano come “porta il tuo dispositivo”, indica una politica aziendale che consente ai dipendenti di utilizzare i dispositivi personali – come smartphone, tablet, laptop, pc e altri strumenti tecnologici – per svolgere attività lavorative e accedere a dati e sistemi aziendali.

Cosa significa BYOD e perché è importante

Questo modello si è diffuso rapidamente negli ultimi anni, trainato dall’evoluzione del lavoro da remoto, dall’aumento della mobilità dei dipendenti e dall’adozione di tecnologie in Cloud che facilitano l’accesso ai dati aziendali da qualsiasi luogo.

Il mercato globale del BYOD è stato valutato 98,8 miliardi di dollari e si prevede che raggiungerà 157,3 miliardi di dollari entro il 2026, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 16,7%.

La filosofia alla base del BYOD è quella di favorire una maggiore flessibilità operativa, così da ridurre i costi per le aziende e aumentare la produttività dei dipendenti, che possono lavorare con strumenti che conoscono già e con cui si trovano a loro agio. Non mancano, tuttavia, le preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle informazioni sensibili. E infatti, la gestione dei dispositivi personali, la protezione dei dati aziendali e la necessità di trovare un equilibrio tra facilità d’uso e rigore nelle misure di sicurezza sono questioni fondamentali che ogni organizzazione si trova ad affrontare. Oggi più che mai.

Le diverse forme di BYOD

Il concetto di BYOD non è unico, ma può declinarsi in diverse modalità, a seconda delle politiche aziendali adottate:

  • BYOD classico: il dipendente utilizza il proprio dispositivo personale per scopi lavorativi senza particolari restrizioni, tranne eventuali policy di sicurezza aziendali.
  • COPE (Corporate-Owned, Personally Enabled): l’azienda fornisce un dispositivo al dipendente, che può usarlo anche per scopi personali.
  • CYOD (Choose Your Own Device): l’azienda mette a disposizione una selezione di dispositivi, tra cui il dipendente può scegliere quello che preferisce, pur rimanendo di proprietà aziendale.
  • COBO (Corporate-Owned, Business Only): il dispositivo è di proprietà dell’azienda e può essere utilizzato solo per scopi lavorativi, senza alcun uso personale.

Chiaramente il BYOD classico è il più diffuso; tuttavia, è anche il più rischioso dal punto di vista della sicurezza informatica, in quanto i dispositivi personali non sempre rispettano gli standard di protezione richiesti dalle aziende. Anche perché sappiamo bene che il fattore umano è uno degli elementi più vulnerabili in qualsiasi strategia di cybersecurity.

Vantaggi e sfide dell’implementazione di BYOD

L’adozione del BYOD (Bring Your Own Device) nelle aziende è una tendenza in crescita, come conferma un sondaggio della società di servizi tecnologici Global Relay, secondo cui il 67% delle aziende ha implementato politiche BYOD, in aumento rispetto al 51% del 2023. Tuttavia, questa pratica porta con sé anche diverse sfide che devono essere affrontate con strategie adeguate a evitare rischi legati alla sicurezza e alla gestione delle informazioni aziendali.

Vantaggi del BYOD

Aumento della produttività

Quando i dipendenti utilizzano i propri dispositivi personali, hanno una familiarità maggiore con il sistema operativo, le applicazioni e l’hardware, il che si traduce in una riduzione del tempo necessario per apprendere nuove tecnologie. Questo permette loro di essere più efficienti e reattivi, migliorando la produttività complessiva. Inoltre, potendo accedere ai dati aziendali ovunque si trovino, le persone sono in grado di lavorare con maggiore continuità, senza essere vincolati alla presenza fisica in ufficio.

Riduzione dei costi per le aziende

L’implementazione del BYOD consente alle aziende di ridurre gli investimenti in hardware e manutenzione, poiché non devono più acquistare dispositivi aziendali per ogni dipendente. Anche i costi di aggiornamento e gestione dell’infrastruttura IT possono essere ridotti, sebbene le aziende debbano comunque investire in strumenti di sicurezza e gestione dei dispositivi mobili (MDM – Mobile Device Management).

Maggiore flessibilità per il lavoro da remoto

Il BYOD è particolarmente vantaggioso per le realtà che adottano il lavoro da remoto o ibrido. I dipendenti possono accedere alle risorse aziendali senza dover utilizzare dispositivi dedicati, lavorando in modo più flessibile e adattando gli orari alle proprie esigenze.

Sfide del BYOD

Sicurezza dei dati aziendali

A differenza dei dispositivi aziendali, che seguono protocolli di protezione standardizzati, quelli personali possono presentare livelli di sicurezza eterogenei, aumentando la vulnerabilità alle minacce informatiche. Malware, attacchi di phishing e accessi non autorizzati trovano un terreno fertile in dispositivi non adeguatamente protetti, con il rischio di compromettere informazioni sensibili.

Un ulteriore pericolo è rappresentato dalla perdita o dal furto del dispositivo: se non adeguatamente protetto con crittografia o sistemi di autenticazione avanzati, un semplice smartphone smarrito può diventare un punto di accesso per i cybercriminali. Per limitare questi rischi, è richiesto alle aziende di investire in soluzioni di autenticazione a più fattori (MFA), crittografia dei dati e strumenti di gestione degli accessi, garantendo che i dispositivi personali rispettino gli standard di sicurezza aziendali senza compromettere l’esperienza degli utenti.

Gestione della diversità dei dispositivi e dei sistemi operativi

Un ambiente IT aziendale tradizionale prevede dispositivi omogenei, configurati e monitorati centralmente. Il modello BYOD, invece, introduce una varietà di smartphone, tablet e laptop con sistemi operativi differenti, versioni software disallineate e applicazioni personali che possono interferire con quelle aziendali.

Si tratta di un’eterogeneità che complica il lavoro del reparto IT, che deve assicurarsi che ogni dispositivo connesso alla rete aziendale sia aggiornato, sicuro e compatibile con le piattaforme aziendali. La mancata uniformità può inoltre creare problemi di supporto tecnico e aumentare i tempi e i costi di gestione. Per affrontare questa sfida, molte aziende adottano soluzioni di Mobile Device Management, che consentono di monitorare e aggiornare i dispositivi da remoto, applicando policy di sicurezza centralizzate.

Compliance legale e regolamenti sulla privacy

L’utilizzo di dispositivi personali in ambito lavorativo lascia spazio anche a complessità legali e regolatorie, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati e il rispetto della privacy. Regolamenti come il GDPR impongono alle aziende di garantire che i dati aziendali siano trattati in modo sicuro, indipendentemente dal dispositivo su cui risiedono. Questo implica la necessità di separare chiaramente le informazioni personali da quelle aziendali, evitando che dati sensibili finiscano in ambienti non protetti.

Strumenti come la containerizzazione – che crea spazi virtuali separati per i dati aziendali e quelli personali – rappresentano una soluzione efficace, ma la loro implementazione richiede un’adeguata pianificazione e comunicazione interna. Inoltre, le aziende devono definire policy chiare sull’uso dei dispositivi personali per il lavoro, garantendo la conformità alle normative senza compromettere la produttività dei dipendenti. La sfida principale rimane trovare un equilibrio tra controllo aziendale, sicurezza e tutela della privacy, un aspetto fondamentale per il successo di qualsiasi strategia BYOD.

Bilanciare sicurezza e produttività nell’era del BYOD

Una delle sfide più complesse per le aziende che adottano il modello BYOD è trovare il giusto equilibrio tra sicurezza e produttività. Da un lato, i dipendenti traggono vantaggio dall’uso di dispositivi personali, che favoriscono flessibilità e comfort lavorativo. Dall’altro, le aziende devono implementare misure di protezione efficaci per prevenire violazioni dei dati e accessi non autorizzati. Una sicurezza eccessivamente restrittiva, infatti, può ostacolare l’efficienza operativa, mentre un approccio troppo permissivo può esporre l’azienda a rischi significativi.

Per mitigare queste criticità, molte organizzazioni adottano soluzioni di Mobile Device Management, che consentono di monitorare e proteggere i dispositivi senza intaccare l’usabilità. Questi strumenti permettono di applicare policy di sicurezza personalizzate, limitando l’accesso a specifiche applicazioni o funzioni aziendali.

Parallelamente, è essenziale implementare sistemi di controllo delle applicazioni, che impediscano l’utilizzo di software non sicuri o non certificati per la gestione dei dati aziendali. La chiave per un BYOD efficace risiede quindi nell’equilibrio tra protezione e usabilità, adottando un approccio che garantisca la sicurezza senza compromettere la fluidità del lavoro quotidiano.

Best practice per la sicurezza informatica con BYOD

Per garantire un’adozione sicura del BYOD senza compromettere la protezione dei dati aziendali, le aziende devono adottare alcune best practice:

  • Autenticazione a più fattori (MFA): implementare sistemi di autenticazione avanzati per ridurre il rischio di accessi non autorizzati.
  • Crittografia dei dati: assicurarsi che le informazioni aziendali siano protette sia in transito che a riposo sui dispositivi personali.
  • Segmentazione dei dati aziendali: separare i dati personali da quelli aziendali attraverso soluzioni di containerizzazione, evitando rischi di esposizione involontaria.
  • Monitoraggio costante: adottare strumenti di rilevamento delle minacce e analisi comportamentale per individuare attività sospette sui dispositivi connessi alla rete aziendale.
  • Formazione del personale: educare i dipendenti sui rischi informatici e sulle best practice per proteggere i propri dispositivi.

Creare una policy aziendale BYOD efficace: elementi chiave

Una politica aziendale BYOD efficace deve includere:

  • Definizione chiara degli accessi consentiti: determinare quali dati e risorse aziendali possono essere accessibili dai dispositivi personali.
  • Requisiti di sicurezza minimi: stabilire requisiti di sicurezza per i dispositivi, come password forti, crittografia e aggiornamenti regolari.
  • Procedura per la gestione del furto o smarrimento del dispositivo: creare una procedura chiara su come reagire in caso di furto o smarrimento di un dispositivo che contiene dati aziendali.

Articoli correlati

Articolo 1 di 4