La leadership trasformazionale, insieme al pensiero sistemico e alla formazione radicale, è uno dei pilastri del cambiamento secondo l’ex dirigente ONU Monica Sharma, protagonista della cerimonia di apertura dell’Innovation Training Summit 2025.

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Chi è Monica Sharma: dalla leadership globale alla formazione trasformativa
Autrice di “Radical Transformational Leadership” e per oltre vent’anni al servizio delle Nazioni Unite, Monica Sharma ha sviluppato un metodo riconosciuto a livello internazionale per allenare individui e organizzazioni alla leadership trasformazionale. Il suo lavoro si basa sull’unione tra neuroscienze, pratica sul campo e una profonda attenzione al valore umano.
Nel suo intervento alla conferenza di apertura al Summit Ecosistema Formazione Italia, con un discorso profondo e ispirato, ha raccontato – attraverso la sua esperienza internazionale – come ogni persona, indipendentemente dal ruolo o dal settore, possa diventare un agente di cambiamento autentico, a patto che si muova dalla radice più profonda del proprio sé. Inoltre, ha sottolineato quanto sia fondamentale coniugare formazione, pensiero critico e azione etica per guidare il cambiamento in contesti complessi, siano essi aziendali, sociali o istituzionali.
Che cosa si intende con leadership trasformazionale
Se ne parla sempre più spesso, ma non sempre se ne coglie la portata autentica. La leadership trasformazionale non è una moda manageriale né una tecnica da manuale. È, prima di tutto, un modo di essere: uno stile di guida che nasce dalla capacità di ispirare, di connettersi in profondità con le persone, di generare cambiamenti duraturi nelle organizzazioni e nella cultura che le attraversa.
Il concetto nasce alla fine degli anni ’70 grazie allo storico e politologo James MacGregor Burns, che identificò un tipo di leader capace di elevare la motivazione e la moralità dei propri follower. Negli anni ’80, lo psicologo Bernard Bass ne ha ampliato la definizione, introducendo quattro dimensioni fondamentali: influenza ideale, motivazione ispirazionale, stimolazione intellettuale e considerazione individuale.
Una visione che trova nuova linfa nel lavoro di Monica Sharma, che ne amplia il significato alla luce delle neuroscienze, del pensiero sistemico e della trasformazione culturale. Il leader trasformazionale, nel suo approccio, è colui che guida partendo dal proprio “sé radicale”, mobilita energia collettiva e costruisce ambienti fondati sul rispetto, sulla responsabilità e su una visione condivisa del cambiamento.
Il sé come leva della leadership trasformazionale
Sharma ha spiegato che il cuore della leadership trasformazionale è il contatto con la propria “radice”: il sé autentico, quello che va oltre il ruolo, oltre l’ego. Da lì nasce la capacità di guidare con integrità, ispirare fiducia e creare ambienti di lavoro in cui innovazione, inclusione e collaborazione diventano pratiche quotidiane.
Un aspetto interessante del suo approccio è l’invito a sviluppare l’intelligenza sistemica, ovvero la capacità di leggere e interpretare le dinamiche complesse che attraversano ogni organizzazione.
Casi concreti di leadership trasformazionale nelle organizzazioni
Nel suo intervento, Sharma ha condiviso alcuni esempi di leadership trasformazionale applicata: un CEO del settore navale che ha risollevato la propria azienda ascoltando davvero i dipendenti, oppure i leader religiosi coinvolti nella lotta allo stigma legato all’HIV/AIDS.
In tutti questi casi, il filo conduttore è stato uno: la capacità di trasformare la cultura attraverso relazioni autentiche, responsabilità condivisa e un investimento mirato nella formazione, puntando su competenza e rispetto.
Leadership trasformazionale e cultura del rispetto
Un altro tema centrale è stato quello dell’inclusione autentica. Sharma ha sottolineato come la leadership trasformazionale richieda un rispetto profondo e non superficiale verso ogni individuo. La diversità non è un obiettivo da raggiungere, ma una realtà da valorizzare ogni giorno, anche nei contesti aziendali.
Perché oggi serve più che mai una leadership trasformazionale
Nel suo messaggio finale, Monica Sharma ha ricordato che, in un mondo in continua evoluzione, l’unica ancora stabile è l’essenza umana. «La tecnologia cambia, le competenze cambiano, il contesto del nostro lavoro cambia. Ma ciò che non cambia è ciò che siamo». In questo scenario, la leadership trasformazionale diventa un riferimento essenziale per chi lavora nella formazione, nelle risorse umane, nella gestione del cambiamento.
Come ha concluso Sharma: “L’unica ancora stabile è l’essenza dell’essere umano”.
Il richiamo è forte e chiaro: per affrontare le sfide del presente e del futuro servono formazione continua, leadership etica e una vera cultura dell’inclusione. Non basta la cortesia di facciata: serve rispetto genuino, serve connessione autentica tra le persone.