La mole di dati in costante crescita è oggi un’opportunità per le Direzioni Risorse Umane, che cominciano a testare sul campo la potenzialità degli HR analytics. I Responsabili HR cominciano a essere consapevoli della necessità di fruire velocemente di informazioni di qualità e facilmente aggregabili, di pari passo cresce il numero di aziende che adotta i sistemi di gestione delle Risorse Umane per la sistematizzazione di tutti i dati relativi ai dipendenti, dalla fase di acquisizione fino alla gestione ordinaria (formazione, valutazione performance, formazione, ecc..).
Ne abbiamo parlato con Giacomo Favagrossa, Direttore Commerciale Intelco Italia Informatica, azienda che offre consulenza su processi, strumenti e servizi di gestione e amministrazione del personale disegnati sull’organizzazione specifica per offrire la massima automazione dei processi di raccolta informazioni (rilevazione presenze e variabili) e di fruizione dati (business intelligence e/o controllo di gestione).
«La necessità di avere un riscontro “numerico” sulle risorse umane caratterizzava un tempo alcuni settori merceologici più di altri. Ad esempio, la produzione manifatturiera è da sempre molto attenta al “controllo di gestione del personale” e, per questo, avida di numeri e reportistiche. Tuttavia gli strumenti software per la business intelligence, disponibili fino a pochissimi anni, non brillavano per potenza, economicità e fruibilità immediata dei dati a livello utente».
In ambito analytics l’offerta di Intelco è molto ben strutturata. «Con software specifici e globali, aggiungiamo un tassello al supporto che da sempre forniamo al mercato, grazie alla nostra competenza storica nel controllo di gestione del personale. Il nostro know-how si traduce così nella realizzazione di dashboard, in grado di dare rappresentazioni puntuali di tutte le tipologie di dati raccolti».
Poter contare su dati di qualità, raccolti grazie alle tecnologie proposte da Intelco, è un punto di forza per le organizzazioni che possono così contare su database solidi, «elemento questo che emerge ancora di più nel momento in cui si utilizzano gli strumenti di BI – continua Favagrossa -. Avere dati “puliti” e strumenti performanti di analisi fa oggi la differenza: le aziende devono puntare proprio su questi elementi per rimanere competitivi e far crescere il business, perché avere dei dati che restituiscono immediatamente la situazione aziendale aiuta a rispondere tempestivamente alle fluttuazioni di mercato. Nella nostra esperienza quotidiana possiamo affermare che le organizzazioni hanno appena cominciato ad apprezzare i benefici di poter disporre di numeri così facilmente fruibili».
Bisogna tuttavia fare i conti con il fatto che l’utilizzo sistematico degli analytics dipende anche dal segmento di mercato cui fanno parte le aziende: «Ci sono aziende più strutturare e complesse rispetto ad altre – sottolinea Favagrossa -. Tuttavia, a nostro avviso, a prescindere dalla dimensione e dalla complessità dell’organizzazione, è opportuno che ogni azienda entri almeno nell’ottica di prevedere dei sistemi di “reportistica dinamica”, di sicuro meno onerosa e complessa rispetto alla Business Intelligence. Abituarsi a fruire dei numeri è un esercizio sempre estremamente auspicabile per tutti i manager di qualsiasi azienda, soprattutto di questi tempi in cui i nuovi paradigmi dei vari mercati si stanno consolidando, generando andamenti ancora non lineari».