L’economia lineare lascia il passo all’economia circolare e, con l’obiettivo di raggiungere la sostenibilità ambientale, cambia anche il lavoro e nascono nuove professioni. Per l’esattezza ben 200, almeno quelle sino adesso mappate da Randstad Research, il centro di ricerca sul lavoro del futuro promosso da Randstad.
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“Un mix di conoscenze ibrido”: l’economia circolare rimescola le professioni
“Le duecento e più professioni dell’economia circolare. Verso un repertorio aperto“, è questo il titolo del rapporto Randstad che ci dischiude le porte di un nuovo modo – o mondo, visto che fa riferimento a delle “costellazioni”– di pensare alle professioni. Superando la segmentazione dei processi produttivi in tanti momenti affidati ai singoli specializzati nelle diverse competenze, il lavoro ibrido va infatti emergendo quale risposta più adeguata ai nuovi scenari prospettati dall’economia circolare nei quali viene richiesta l’interazione tra professioni diverse, e un dialogo costante tra i vari settori aziendali e tra le filiere. Dove però “ibrido” non sta a intendere una conoscenza superficiale di vari argomenti, ma al contrario richiede di più: una professionalità più solida accanto al recepimento di altre dimensioni. Le professioni coinvolte nell’ambito dell’economia circolare, sostengono i ricercatori, richiedono dunque un mix di conoscenze “ibride”, sia tecnico-scientifiche (hard skill) specifiche dell’ambito di riferimento, sia trasversali (soft skill), come la capacità di fare squadra, l’apertura al cambiamento, la capacità di aggiornarsi continuamente e doti relazionali, in connessione costante con i contesti in cui operano.
Le costellazioni delle nuove professioni green
Poiché il modello “ad elenco” non sembrava capace di dare la necessaria rappresentazione di professioni che interagiscono in ambiti specifici, i ricercatori Randstad hanno scelto un metodo differente, quello delle “costellazioni” ritenendolo più adatto a fornire un’idea più accurata delle motivazioni che stanno dietro la necessità di diventare ibridi. Nel repertorio aperto delle professioni dell’economia circolare, Randstad Research ha rappresentato 15 costellazioni, una tra queste, per esempio, quella dell’agricoltura. Ogni costellazione è costituita da professioni centrali, professioni specialistiche (presenti solo in alcuni tipi specifici di aziende) e professioni emergenti trasversali.
Le 15 costellazioni, consultabili nell’Appendice del rapporto, sono: la costellazione dell’agroalimentare; la costellazione dell’audiovisivo circolare; la costellazione delle comunità intelligenti; la costellazione dei comunicatori della circolarità; la costellazione delle energie alternative; la costellazione del farmaceutico-sanitarioassistenziale; la costellazione della finanza circolare; la costellazione della gestione aziendale dell’economia circolare; la costellazione della manifattura circolare; la costellazione della moda circolare; la costellazione della policy, monitoraggio e controllo istituzionale; la costellazione della progettazione e concertazione; la costellazione del recupero del suolo; la costellazione del riuso, riciclo, logistica inversa; la costellazione della tecnologia, ricerca e sviluppo. A queste si sommano 5 professioni della circolarità trasversali alle costellazioni (lo specialista dell’informazione certificata; l’imprenditore/tecnicogestionale della circolarità; l’informatico; il progettista per la mappatura della filiera; il tecnico di impianti di conferimento, trattamento e recupero.)
All’interno di ogni costellazione si snodano poi una serie di nuove professioni, in totale più di 200; ognuna di esse possiede una scheda all’interno della quale vengono indicate non solo le altre professioni e costellazioni con le quali si “ibrida”, ma anche la formazione teorica-accademica e quella pratico-esperenziale necessarie per ricoprirla.
Qui un assaggio delle nuove professioni che l’economia circolare ci richiede e per le quali c’è bisogno di uno sforzo in più in ambito formativo al fine di allontanare il problema del “matching”, ovvero la difficoltà a riempire i posti vacanti che già oggi ci affligge: il progettista di app per la riduzione dello spreco alimentare; il broker delle tecnologie per sistemi ottimali di gestione a distanza (dall’irrigazione, ai robot, ai droni, …); il pianificatore di smart cities; l’addetto alla comunicazione agroenergetica; l’auditor della circolarità; l’addetto al monitoraggio energetico aziendale con sensoristica IoT; il produttore di impianti meccanici per il trattamento dei materiali di scarto tessili; il supervisore dei robot per il processo di separazione dei materiali; l’esperto di Life Cycle Assessment e valutazione della sostenibilità di prodotti e processi; l’esperto di prevenzione della desertificazione; il designer di packaging sostenibile.