Nel new normal le aziende si trovano a fare i conti con cambiamenti di primaria importanza: la necessità di governare la trasformazione digitale e la transizione ecologica, le nuove esigenze dei lavoratori maturate nel corso dell’emergenza sanitaria. Le Risorse Umane si stanno attrezzando per affrontare queste sfide: in primis è tempo di puntare su percorsi di crescita personalizzati. Come? Aumentando i budget dedicati alla formazione e allo sviluppo delle persone, senza dimenticarsi di porre più attenzione al loro benessere, anche sviluppando strategie che allontanino lo spauracchio del burnout. Ecco cosa è emerso dall’indagine internazionale Global HR condotta su 21 Paesi, Italia compresa, da CoachHub, piattaforma globale per il coaching digitale.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono le tendenze nel nostro Paese dove CoachHub ha coinvolto aziende con un minimo di 1.000 dipendenti fino a un massimo di 100.000, distribuite su tutto il territorio nazionale intervistando i responsabili dei dipartimenti HR e gestione del personale e in generale tutte quelle figure che all’interno di un’azienda sono coinvolte nelle policy legate alla formazione e sviluppo del personale.
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Percorsi di crescita personalizzati, modelli di formazione tradizionale vs nuove esigenze
Secondo la ricerca, quasi la maggioranza delle aziende italiane (94%) ha intenzione di investire in formazione e sviluppo dei talenti, anche se la metà degli intervistati prevede un aumento moderato (52%). Tutti concordano sull’importanza di adattare un programma su quegli elementi che rappresentano la nuova normalità aziendale ovvero lavoro da remoto, maggiore flessibilità, iniziative di wellbeing, supporto al dipendente per evitare il rischio di stress da lavoro. Tuttavia, le aziende sono ancora concentrate su modelli di formazione e sviluppo più tradizionali e standardizzati a tutti i dipendenti: solo il 24% dichiara che in azienda vengono sviluppati percorsi individuali di coaching.
Ma l’utilizzo di modelli di formazione non allineati alle nuove esigenze dei lavoratori è solo un aspetto della questione, il problema più grande è in generale la mancanza di adeguata formazione, che consenta anche di portare avanti dei percorsi di crescita personalizzati: nel nostro Paese 3 intervistati su 4 rivelano che i dipendenti lamentano o di non aver fatto abbastanza percorsi di formazione e sviluppo all’interno dell’azienda o di farne ma solo a volte. Nel 2022 sarà dunque prioritario per le Risorse Umane sviluppare strategie di formazione efficaci in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze emergenti dei dipendenti e avere un impatto positivo non sull’individuo, ma anche sui team e l’organizzazione in generale.
HR trend 2022, più spazio alle soft skill
Per affrontare i cambiamenti servono non solo competenze tecniche, ma anche competenze trasversali, le cosiddette soft skill, ovvero quelle capacità che influenzano il suo modo di relazionarsi e lavorare, tra cui, per esempio, il problem solving, la comunicazione efficace, la gestione del tempo, la capacità di lavorare in gruppo. Ora, lo studio rileva come per oltre la metà degli intervistati la crescita professionale passa da queste competenze trasversali, talvolta accompagnandosi a quelle professionali e talvolta da sole. Negli ultimi 18 mesi, infatti, gli intervistati hanno dichiarato che alcuni dei loro problemi erano legati principalmente a una crescente domanda di flessibilità di lavoro e di nuovi percorsi professionali (rispettivamente 48% e 22%) e a un aumento di burnout dei dipendenti (17%) o di richieste di programmi di wellbeing in azienda (22%).
Largo ai programmi di coaching individuale
I dipendenti non sono numeri, ma persone. Questa è la grande lezione che l’emergenza sanitaria ha portato con sé in ambito lavorativo, e rispondere in modo puntuale alle singole esigenze dei dipendenti è la chiave per aiutare le persone ad aderire alle strategie aziendali e ad avere un approccio inclusivo sul posto di lavoro. Tutto questo si traduce in maggiore produttività e capacità di collaborazione.
In questa direzione vanno la metà delle aziende intervistate le quali hanno già intrapreso programmi di coaching individuale per lo sviluppo del proprio personale, mentre l’altra metà non lo esclude a priori anche se sta ancora valutando. Miglioramento delle competenze attuali, aiuto con il lavoro a distanza e acquisizione di nuove skill lavorative sono stati il focus per oltre la metà delle aziende intervistate, mentre una piccola parte ha riservato dei percorsi specificatamente dedicati alla diversità e inclusione e al wellbeing in azienda (rispettivamente il 24% e il 25%).