La digital transformation corre a velocità diverse. I risultati degli effetti di questo fenomeno sono stati presentati a Vienna a fine novembre in occasione di “SuccessConnect 2016”, l’evento europeo organizzato da SAP SuccessFactors, la multinazionale che fornisce la suite per la gestione delle risorse umane di SAP, che ha riunito 2.244 partecipanti, di cui 1.055 clienti e potenziali clienti e 680 partner.
Nel corso dell’evento è emerso che le aziende che performano meglio sono anche quelle che investono di più nell’economia digitale, le Digital Winner dello studio “Leader 2020” svolto da Oxford Economics per SAP in 21 Paesi (qui avevamo presentato l’anteprima), dove sono stati intervistati 2.050 executive e 2.050 impiegati. I Paesi esaminati in Europa sono Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Russia, che dimostrano di andare a velocità diverse anche per innovazione digitale: Germania in testa con il 41% di aziende Digital Winner e Spagna (22%) che superano la media globale (16%), seguite da Francia (15%), Russia (3%) e Gran Bretagna (1%).
In assoluto è ancora una minima parte (16%) ad aver abbracciato una leadership digitale, ma si rintracciano alcuni fattori comuni:
1. 38% di probabilità in più di avere aumenti di fatturato e profitto;
2. strategie e programmi di recruiting più maturi per assumere talenti;
3. modalità lavorative di collaborazione una volta e mezzo più efficaci, che impattano sulla produttività;
4. 87% di soddisfazione dei dipendenti e minore propensione a cambiare lavoro;
5. piani di successione più efficaci;
6. più spazio ai Millennial in posizioni executive per accelerare la trasformazione digitale.
«Lo studio Leader 2020 rileva che le organizzazioni non hanno ancora una mentalità davvero digitale e interconnessa – commenta Mike Ettling, Presidente di SAP SuccessFactors – ma per loro è una grande opportunità sviluppare una leadership digitale, che crei un ambiente dove le persone e il business beneficino dal prendere decisioni veloci guidate dai dati, dove si riducano la complessità e la burocrazia, dove si favoriscano la diversità e l’inclusione. Perché il digitale non è solo adottare una tecnologia, ma creare un cultura dell’innovazione, dove i risultati esponenziali siano non solo possibili, ma richiesti».
In generale, infatti, queste aziende champion (per risultati e digitalizzazione insieme) hanno politiche di inclusione a supporto della diversity più estese ed efficaci (39%) delle altre organizzazioni. In Europa abbiamo il 36% delle aziende in Francia, il 33% in Russia, il 32% in Germania, il 30% in Gran Bretagna e il 23% in Spagna. La maggiore presenza di donne ai vertici si trova nelle imprese con i migliori risultati economici.
Anche rispetto alla fiducia data ai giovani Millennial in ruoli decisionali, l’Europa è quasi tutta sotto la media globale (17%). Solo la Russia scommette davvero su di loro (33%), ma la Francia è all’1%, la Gran Bretagna al 5%, la Spagna al 6% e la Germania in media al 16%. A loro volta, i pochi giovani leader presenti nelle imprese contestano la leadership delle loro aziende, che considerano tra il 15 e il 23% più inadeguata rispetto ai giudizi dati dagli altri capi. Pollice verso sulla capacità di facilitare la collaborazione, di gestire la diversità, di dare feedback e di superare le barriere gerarchiche. Di conseguenza sono anche più ingaggiati, soddisfatti del proprio lavoro e meno propensi a cambiarlo quelli che lavorano nelle aziende con una leadership più avanzata, collaborativa, inclusiva, digitale.
Gran Bretagna (91%) e Germania (87%) sono assolutamente nella media delle Digital Winner mondiali (87%), seguite da Francia (76%), Spagna (64%) e Russia (32%). Infine, le aziende champion sono quelle che usano la leva dei dati predittivi per prendere decisioni: il 78% delle Digital Winner, contro il 55% delle altre aziende. Germania (72%) e Francia (55%) sono quelle più propense a prendere decisioni guidate dagli analytics, mentre gli altri paesi riconoscono la necessità di migliorare le proprie capacità decisionali.
«Cultura dell’innovazione e digitalizzazione si influenzano a vicenda, ma alla base ci dev’essere una strategia chiara – conclude Yvette Cameron, a capo della strategia di SAP SuccessFactors, incontrata a Vienna in occasione di SuccessConnect2016 – Gli strumenti digitali abilitano nuove modalità lavorative e certo ne rinforzano la pratica e l’abitudine, consolidandola, ma alla base ci dev’essere la volontà e il committment aziendale a favorire la connessione e collaborazione tra le persone».