Effetto valanga per lo Smart Working (o lavoro agile) in Italia. A fine anno saranno 300mila, secondo le stime del Politecnico di Milano, i lavoratori dipendenti che hanno la possibilità di gestire in autonomia, almeno in parte, le proprie attività professionali, scegliendo di lavorare a casa, o comunque non alla scrivania, e senza timbrare il cartellino.
Il numero degli smart worker italiani è in rapida accelerazione, complice anche la nuova legge varata dal Governo (per una volta l’Italia è all’avanguadia), nelle PMI come nelle grandi organizzazioni, che sono partite per prime. Fra queste figurano nomi di primo piano come Barilla, BNL, L’Oreal, BPM, American Express o Tetrapack.
Al nutrito elenco si è aggiunta in questi giorni anche Costa Crociere, che dopo aver concluso con successo un progetto pilota di 6 mesi su 121 partecipanti nelle direzioni HR e IT (la proposta era di 1 giorno a settimana), ha annunciato l’estensione a tutto il personale (di terra), incluse le sedi estere, secondo un piano scaglionato che prevede anche specifica formazione e il monitoraggio puntuale dei risultati. L’annuncio è stato dato ai dipendenti di Genova in un evento al Teatro Carlo Felice dal Direttore Generale Neil Palomba, dal Vice President Human Resources Paolo Tolle e da tutti gli Executive della compagnia croceristica.
«I risultati del progetto sono stati molto soddisfacenti – ha detto Palomba -: un’adesione dell’89% e un aumento della produttività delle persone, certificata dai manager responsabili. Siamo quindi pronti ad estendere lo Smart Working al resto della nostra azienda. È un cambiamento epocale per Costa: per costruire il futuro stiamo investendo per innovare i prodotti e le navi, ed è quindi necessario innovare anche il modo di lavorare». Gradualmente l’iniziativa verrà estesa a tutto il personale di terra e a 2 giorni a settimana: una survey ha infatti confermato che è questo che si aspettano le persone.
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Smart Working significa flessibilità e autonomia
Ospite all’evento Mariano Corso, docente al Politecnico di Milano di Leadership e Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working. «Il mondo digitale ci offre una grande flessibilità nell’organizzare la nostra vita, ma nel posto di lavoro restano tanti vincoli, che le persone non comprendono, e che creano frustrazione. Per questo sono sempre di più le aziende che stanno mettendo lo Smart Working al centro delle strategie: si risparmia tempo, la produttività migliora, aumentano engagement e motivazione». Ma attenzione: «Il lavoro agile non è il telelavoro e nemmeno una forma di welfare aziendale – ha puntualizzato l’esperto -. È molto di più: è un modello di organizzazione che dà alle persone flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti, in cambio di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Ed è un percorso che richiede tempo, non ci sono scorciatoie: bisogna imparare a organizzarsi in autonomia, con disciplina».
Fondamentale è l’utilizzo corretto delle tecnologie digitali per la collaborazione a distanza, come videoconferenze, chat, e strumenti per la condivisione online di documenti, con la possibilità di accedere a dati e informazioni aziendali in qualunque momento.
Parola d’ordine: fiducia
Paolo Tolle, Vice President HR di Costa Crociere, ha presentato i dati emersi dai focus group effettuati sei mesi dopo l’avvio del progetto. Emerge l’entusiasmo con cui è stata accolta la proposta in tutte le fasce d’età, dalle donne come dagli uomini, e i benefici riscontrati sia per le persone che per l’azienda. Le aree di miglioramento sono in particolare nel work-life balance (93%), nell’efficacia (91%), nella motivazione (77%), nel risparmio di tempo e costi per recarsi al lavoro (71%), nella produttività (76%) e nel supporto all’innovazione (71%). Curioso notare che i più giovani e gli over 55 sono i due gruppi che meno desiderano stare a casa a lavorare, i primi per amore di socialità, i secondi per il desiderio di evadere dalle mura domestiche.
«Il vero elemento rivoluzionario dell’epoca in cui viviamo è la nuova relazione basata sulla fiducia fra azienda e persone, fra capi e collaboratori – ha sottolineato Tolle. Non serve più misurare il tempo passato in ufficio o dare istruzioni precise su come eseguire un compito. La velocità del cambiamento richiede un nuovo approccio, basato sulla valutazione delle performance e su obiettivi chiari, che ciascuno può raggiungere in autonomia, con la massima flessibilità».
Tanti benefici, ma anche ostacoli da superare
Quali saranno gli impatti che avrà in concreto lo Smart Working quando sarà a regime? L’aspettativa dei manager di Costa Crociere è che persone più contente e motivate aiuteranno l’azienda a diventare più veloce e competitiva, che si potranno prendere meglio le decisioni e al livello giusto, che la possibilità di lavorare da remoto aiuterà ad attirare i talenti, in particolare i più giovani e coloro che abitano nelle grandi città europee, come Madrid o Parigi, dove le distanze sono grandissime e gli spostamenti prendono molto tempo.
Il passaggio, però, è culturale e richiederà tempo e sforzo. Sarà necessario semplificare i processi, modificare non solo le relazioni a livello gerarchico ma anche tra pari, all’interno dei dipartimenti. Se ciascuno diventa manager di se stesso, autonomo e responsabilizzato sui risultati, gli executive devono imparare ad allentare i controlli. Serve una leadership inclusiva, partecipata, basata su una vera collaborazione. Sarà importante anche raccogliere i feedback e monitorare costantemente i risultati, per indirizzare la rotta.