Un progetto di trasformazione per essere davvero efficace si deve muovere lungo tre direzioni: l’organizzazione, i processi e le persone. E lo si deve fare partendo dall’analisi e dall’ascolto dei diversi stakeholder che in diversa misura concorrono al successo dell’impresa. È partendo proprio da qui che Nextea, l’anima consulenziale di Altea Federation, lavora fianco a fianco con le aziende accompagnandole nei loro percorsi di cambiamento organizzativo e di ridisegno dei processi. A raccontarcelo è il suo CEO, Laura Massironi.
«Il nostro ruolo è fare un po’ da “traduttori” della tecnologia: accompagniamo le aziende in questa trasformazione lavorando molto con il business per comprendere i loro bisogni e capire come l’innovazione può rispondere alle loro esigenze. E lo facciamo con l’obiettivo di renderle “digitali umanamente” o “umanamente digitali”: il nostro focus è lavorare proprio su organizzazione, processi, e persone avendo presente quali sono le tecnologie abilitanti».
Quindi, se da un parte le organizzazioni devono sicuramente guardare ai processi – e qui, in casa Nextea, si rientra nell’area dell’operational exellence, un percorso che porta all’individuazione delle tecnologie utili e abilitanti a migliorare proprio i processi -, dall’altra non possono tralasciare gli aspetti organizzativi.
«Partendo da questa considerazione abbiamo cercato di individuare le caratteristiche che devono avere le organizzazioni del futuro – sottolinea Massironi – . E in tal senso abbiamo intercettato due filoni. Da una parte ci sono le organizzazioni esponenziali, le EXO organization, che hanno nel loro DNA la capacità di utilizzare al meglio le tecnologie per crescere appunto in maniera esponenziale. Per queste organizzazioni, al di là della parte tecnologica, c’è un forte focus sul tema People e sono trainate dalla spinta motivazionale che nasce dall’MTP, il Massive Transformative Purpose. Dall’altra parte ci sono le interactive organization, in cui i processi organizzativi e il modo di lavorare delle persone sono rivisti anche in ottica collaboration e coinvolgimento delle persone. Con queste organizzazioni abbiamo operato essenzialmente per rivedere i processi in un’ottica non più sequenziale, ma in parallelo, in modo da tracciare tutte le interazioni, che sfuggono dai processi più standard. E in particolare abbiamo lavorato su tre assi: il way of working, il mindset e i tool».
Cosa devono fare le aziende per essere preparate ad affrontare il 2022
«Se il tema dell’incertezza c’è sempre stato, oggi le organizzazioni devono fare i conti con una diversa velocità di questa incertezza, che amplifica il concetto di disruption», afferma Massironi.
E come ribadisce la Manager per essere preparate ad affrontare diversi scenari sono due gli elementi su cui lavorare: il people value e l’adaptive resilience model.
«Il people value è centrale soprattutto considerando che si sta andando verso uno scenario in cui i processi sono sempre più automatizzati, si deve quindi trovare il modo di fare sentire le persone sempre più ingaggiate, e dare loro gli strumenti e le skill che le mettono nelle condizioni di prendere delle decisioni e di portarle anche a livelli diversi da quelli dove sono oggi: è così che le si rendono pronte a reagire velocemente». E in questo delicato passaggio, Nextea supporta le aziende abituandole a esercitare anche l’intelligenza emotiva, per aiutare le persone a fare questi cambiamenti anche in ottica di change management e di reazione.
«Dall’altra lato si deve lavorare sulla capacità di reazione e noi, in tale senso, abbiamo creato un adaptive resilience model che aiuta a intercettare i rischi che possono diventare delle opportunità in modo molto tempestivo. Questo permette di avere all’interno del modello di controllo di gestione di tipo strategico anche degli elementi che permettono di fare delle analisi che consentono di orientarsi al futuro», conclude Massironi.
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