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Stipendio giusto: benchmark retributivo e calcolo retribuzione netta



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Informarsi e fare un confronto con quello che succede nel mercato del lavoro è il modo migliore per capire se l’importo economico percepito o proposto è corretto. Il salario medio in Italia e quanto guadagnano alcuni dei profili più richiesti in ambito digital: queste e altre informazioni utili

Aggiornato il 23 apr 2024



Come calcolare lo stipendio giusto

Conoscere lo stipendio giusto è utile sia al lavoratore sia all’azienda. Al primo serve prima di accettare un’offerta di lavoro o pensare di cambiare per avere un parametro su cui misurare la convenienza di entrambe le decisioni; la seconda usa lo stesso parametro per definire le strategie sul personale in relazione agli obiettivi di business.

Nuove assunzioni, aumenti di stipendio, attivazione di benefit sono solo alcune delle azioni per le quali conoscere lo stipendio giusto delle posizioni lavorative all’interno del proprio ambito risulta essere molto importante.

In Italia i salari sono fermi al 1990

Soltanto in Italia salari più bassi di 30 anni fa

Tra le principali economie OCSE, l’Italia ha subito il calo dei salari reali più marcato. Alla fine del 2022, questi erano inferiori del 7,5% rispetto a prima della pandemia.

L’OCSE prevede che in Italia i salari nominali aumenteranno del 3,5% nel 2024, mentre l’inflazione dovrebbe attestarsi al 3%. Tuttavia, questo non è sufficiente a compensare la perdita di potere d’acquisto già avvenuta e quella in arrivo.

Come si calcola la RAL giusta per un lavoratore

Calcolare lo stipendio giusto, o meglio la RAL, cioè la retribuzione annuale lorda per un lavoratore, è un processo complesso che deve tenere conto di diversi fattori, tra cui:

Fattori inerenti al lavoratore

  • Ruolo e mansione: il tipo di lavoro svolto dal lavoratore è uno dei fattori più importanti che influenza lo stipendio. In genere, posizioni con maggiori responsabilità, competenze specialistiche o che richiedono una formazione più lunga tendono ad essere retribuite di più.
  • Esperienza lavorativa: maggiore esperienza in un ruolo o settore specifico porta generalmente ad un aumento dello stipendio.
  • Livello di istruzione: un titolo di studio più alto, come una laurea o un master, può aumentare il valore di un lavoratore e, di conseguenza, il suo stipendio.
  • Competenze e abilità: alcune competenze e abilità, come la conoscenza di lingue straniere o l’utilizzo di software specifici, possono essere particolarmente richieste in determinati settori e quindi influenzare positivamente lo stipendio.
  • Performance lavorativa: un lavoratore con un rendimento lavorativo elevato e che ottiene risultati consistenti può meritare un aumento di stipendio.

Fattori inerenti al lavoro:

  • Settore: gli stipendi possono variare notevolmente a seconda del settore lavorativo. In generale, i settori che generano maggiori profitti tendono a offrire stipendi più alti.
  • Dimensione dell’azienda: le grandi aziende tendono a pagare di più rispetto alle piccole imprese.
  • Ubicazione geografica: il costo della vita varia da regione a regione e questo può influenzare il livello degli stipendi.
  • Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL): in alcuni settori, il CCNL stabilisce un salario minimo e delle tabelle retributive che definiscono lo stipendio base in base al ruolo, all’esperienza e al livello di inquadramento del lavoratore. I contratti collettivi nazionali di lavoro possono essere consultati sul sito del CNEL Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro, facilmente, poiché sono suddivisi per categorie.

Fattori esterni:

  • Domanda e offerta di lavoro: in un mercato del lavoro con alta richiesta di determinate competenze, i lavoratori con quelle competenze possono richiedere stipendi più alti.
  • Situazione economica generale: in periodi di crescita economica, i salari tendono ad aumentare, mentre in periodi di crisi possono diminuire o stagnarsi.

Oltre a questi fattori, ci sono altri elementi che possono influenzare lo stipendio di un lavoratore, come ad esempio i benefit aziendali (ad esempio, assicurazione sanitaria, buoni pasto, previdenza integrativa), la flessibilità lavorativa e le opportunità di carriera.

Per calcolare lo stipendio giusto per un lavoratore è quindi necessario prendere in considerazione tutti questi fattori e confrontarli con i dati di mercato relativi al ruolo, al settore, all’ubicazione geografica e all’esperienza del lavoratore stesso.

Confronto stipendio medio in Italia, dal dirigente all’operaio

Secondo l’analisi del mercato retributivo italiano JP Salary Outlook 2024, realizzata da Job Pricing, che ha a disposizione un database di 500mila profili retributivi relativi a lavoratori dipendenti di aziende private, lo stipendio medio in Italia varia sulla base di sei elementi:

  • settore professionale
  • ruolo nel settore
  • dimensioni dell’azienda
  • genere
  • età
  • livello di istruzione

In generale lo studio evidenzia come il potere d’acquisto dei lavoratori italiani stia diminuendo con i prezzi di beni e servizi che crescono più delle retribuzioni.

Permane una forte differenza tra le retribuzioni medie annue del Nord e quelle di Sud e isole che tocca quota 3.800,00 euro in termini di RAL, meno marcata la differenza tra Nord e Centro che si attesta intorno a mille euro.

Se ci focalizziamo poi sulle industry scopriamo che rispetto alla media nazionale di 30.838 euro il settore finanziario propone le RAL più alte, pari a 45.906 euro, di contro, il settore dell’Agricoltura propone RAL più basse, pari a 25.198 euro.

I settori che pagano stipendi più alti sono:

  • servizi di pubblica utilità: RAL 33.459 euro
  • Industria di Processo: RAL 32.529 euro
  • Industria Manifatturiera: RAL 31.475 euro

Pagano stipendi più bassi insieme ad Agricoltura:

  • Commercio: RAL 29.926 euro
  • Servizi: RAL 29.564
  • Edilizia: RAL 27.896 euro.

Concentrandoci ora sul ruolo ricoperto all’interno dell’azienda, l’indagine rivela che la retribuzione annuale lorda (RAL) in Italia è:

  • 104.778 euro per un dirigente (1,2% dei lavoratori)
  • 56.416 euro per un quadro (4,3% dei lavoratori)
  • 32.685 euro per un impiegato (38,5% dei lavoratori)
  • 26.074 euro per un operaio (56,1% dei lavoratori)

La dimensione aziendale è un altro dei fattori del lato della domanda di lavoro estremamente importante nella determinazione dei salari.

I dipendenti delle grandi imprese guadagnano, in media, di più rispetto a quelli delle piccole imprese.

La RAL media per le imprese Micro è pari a 25.747 euro, mentre per i lavoratori delle Grandi imprese si arriva a 37.149 euro: la differenza è circa del 44 per cento.

Inoltre l’analisi ha messo in luce che persiste un evidente gender gap salariale a sfavore delle donne.

Nell’ultimo anno, infatti, il differenziale medio fra uomini e donne misurato in termini di RGA (Retribuzioni Globali Annue sono il risultato della RAL più la somma totale della retribuzione variabile) è passato dal 12,8 per cento del 2020 a 13,9 per cento per cento, pari a quasi 4mila euro lordi: è come se nel 2021 le donne in media avessero iniziato a percepire un salario, non dal 1° gennaio, ma dal 13 febbraio.

Le regioni italiane dove lo stipendio medio lordo è più alto

L’Osservatorio Job Pricing ha altresì recentemente calcolato in quale delle regioni italiane lo stipendio medio lordo è più alto, cioè la RGA (Retribuzioni Globali Annue).

Secondo il Geography Index 2024, questo il nome della classifica retributiva delle province e regioni italiane, solo 8 regioni su 20 sono sopra la media nazionale: Lombardia, Trentino-Alto Adige, Lazio, Liguria, Emilia-Romagna Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia sono le province che hanno una RGA media superiore alla media nazionale. Tutte le altre regioni hanno retribuzioni inferiori alla media nazionale.

  • La Lombardia si conferma prima in classifica con una RGA di 34.033 euro
  • Trentino – Alto Adige che si colloca al secondo posto in classifica con una RGA di 32.560 euro
  • Il Lazio è al terzo posto con una RGA di 32.720 euro
  • La Liguria conquista il quarto posto con una RGA 32.317 euro
  • Piemonte: 32.171 euro
  • Emilia Romagna: 31.861 euro
  • Valle D’Aosta: 31.555 euro
  • Veneto: 31.334 euro
  • Friuli-Venezia Giulia: 31.197 euro
  • Toscana: 30.643 euro
  • Marche: 29.163 euro
  • Umbria 28.907 euro
  • Abruzzo: 28.881 euro
  • Campania: 28.361 euro
  • Puglia: 28.191 euro
  • Sardegna: 28.022 euro
  • Sicilia: 27.786 euro
  • Molise: 27.865 euro
  • Calabria: 27.297 euro
  • Basilicata: 26.664 euro

Benchmark retributivo: il confronto stipendi nel settore digital

Fare benchmark retributivo, ovvero confrontare la retribuzione di un lavoratore con quella di mercato, è utile a aziende e lavoratori per tutti i motivi elencanti all’inizio, e anche di più.

Oggi come oggi, uno dei settori lavorativi più in fermento è il digitale. La spinta ricevuta dalla pandemia ad adottare nuove tecnologie in tutte le tipologie di business ha fatto esplodere la richiesta di diverse, più o meno nuove, figure: dal Social Media Manager all’esperto di Big Data, dal Web Content Manager al Data Entry.

Facciamo dunque un confronto stipendi tra le professioni digitali emergenti secondo i dati diffusi dagli Studi di retribuzione 2024 di Michael Page:

  • lo stipendio medio annuale di un Security engineer è di circa 50.000 euro lordi l’anno per la figura junior, cioè tra i 5 e i 10 anni di esperienza, se invece è senior (oltre i 10 anni di esperienza) allora la RAL sale tra i 60.000 e i 70.000 euro.
  • un Data Analyst junior riceve in media uno stipendio lordo annuale tra i 35.000 e i 50.000 euro, mentre un Data Scientist sempre junior guadagna di media in un anno tra i 45-65.000 euro lordi, se senior allora il suo stipendio massimo può toccare anche i 110.000 euro lordi all’anno.
  • una media di 30-40.000 euro lordi all’anno (circa 1.810 euro netti al mese) è quanto guadagna il Digital Marketing & Communication Specialist
  • per un Web Marketing Manager lo stipendio medio lordo annuale arriva a 57.500 euro (circa 2.720 euro netti al mese), il suo stipendio massimo può superare i 115.000 euro lordi all’anno.
  • il Social Media Manager senior, invece tocca i 45.000 euro lordi l’anno in media l’esperto del lato estetico del web e della sua usability, il Web Designer senior, cioè con oltre 10 anni di esperienza, ha uno stipendio medio lordo annuale di 50.000 euro.
  • chi materialmente crea stringhe di codice cioè il Software Developer senior, arriva a prendere annualmente oltre 60.000 euro lordi.

Stipendio lordo e calcolo stipendio netto mensile, come funziona la busta paga

Abbiamo parlato già di stipendio netto e stipendio lordo e RAL, ma cerchiamo di capire meglio come funziona una busta paga, ovvero come separare lo stipendio lordo dal netto.

Prima di tutto però facciamo chiarezza sui termini.

Lo stipendio lordo equivale alla retribuzione mensile compresa di contributi e tasse che invece non sono presenti nello stipendio netto corrispondente così all’effettivo guadagno del lavoratore.

Moltiplicando lo stipendio lordo mensile per il numero delle mensilità da contratto (12, 13 o 14) si ottiene la RAL, retribuzione annua lorda come dicevamo. Se dunque ci si stesse chiedendo RAL 30k cosa significa ora è chiaro che si sta parlando di uno stipendio annuo lordo pari a 30mila euro.

Ora, se noi volessimo calcolare lo stipendio netto mensile di una posizione che ci viene offerta basterebbe venire a conoscenza della RAL. Esistono infatti degli strumenti gratuiti sul web appositamente creati per il calcolo dello stipendio netto.

I dati richiesti sono in primis la RAL, seguono la regione di residenza per applicare l’Irpef corretta, il numero di mensilità, i giorni di lavoro dipendente in un anno solare, eventuale coniuge, figlio o familiare a carico. Una volta fornite queste informazioni il sistema procede con i suoi calcoli e restituisce una cifra verosimilmente vicina allo stipendio giusto mensile netto che si andrebbe a percepire.

Il cuneo fiscale in Italia: ancora troppe tasse sul lavoro

La differenza tra lo stipendio lordo versato dall’azienda e lo stipendio netto intascato dal lavoratore viene definita “cuneo fiscale”. Il cuneo è più o meno ampio a seconda del sistema fiscale e contributivo applicato.

Secondo l’ultima edizione del rapporto Taxing Wages 2023 dell’Ocse, l’Italia è il quinto Paese nell’area per cuneo fiscale, quindi uno dei più alti in assoluto, con il 46,5% (in leggero calo rispetto al 2020 del -0,41%), contro una media del 34,6%.

Lo stipendio minimo in Italia, come funziona

Sono i contratti collettivi a determinare l’importo dello stipendio minimo in Italia, dove si può dunque affermare che un salario minimo valido per differenti categorie di lavoratori non esiste, almeno per adesso.

Il salario minimo è stato introdotto già in 21 Paesi europei su 27. In Italia, come anche in Danimarca, Cipro, Svezia, Finlandia e Austria, il salario minimo non esiste ancora, sebbene l’articolo 36 della Costituzione affermi che

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa

Il dibattito però è molto accesso tra le forze politiche e sociali. C’è infatti chi ritiene che lo stipendio minimo sia necessario per tutelare i lavoratori e garantire dignità, chi invece ritiene che il sistema esistente che lascia alla contrattazione collettiva la sua definizione sia sufficiente. A livello europeo la soglia del salario minimo è stata definita a 9 euro l’ora. Se anche l’Italia aderisse alle linee guida europee potrebbe essere la svolta verso una maggiore garanzia di tutela per quei 4,6 milioni di lavoratori italiani non coperti dalla contrattazione collettiva

Lo strumento per trovare lo stipendio giusto in Smart Working

Il lavoro sta cambiando modalità diventando più fluido, più mobile, grazie alle tecnologie digitali.

In questo new normal serve sviluppare una strategia di resilienza. Ciò potrebbe significare anche essere pronti a cambiare città abbracciando lo Smart Working.

Tutto entusiasmante sino a qui, ma i problemi non tardano ad arrivare. C’è infatti una corrente di pensiero che associa lo stipendio all’economia locale dove si trova il lavoratore che ha scelto di operare da remoto, e non esclusivamente in base alle sue competenze. Tutto ciò lascia intravedere scenari non proprio confortanti, poiché molte aziende hanno sposato la logica del “ti pago per dove vivi, non per gli obiettivi di lavoro che riesci a raggiungere”.

*Articolo pubblicato originariamente a giugno 2021 e sottoposto a successive revisioni e aggiornamenti.

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