Per tanti aspetti della nostra quotidianità la pandemia ha creato un prima e un dopo, questo vale anche per il luogo lavoro e le caratteristiche che che oggi le persone ricercano con più convinzione. Le organizzazioni si trovano adesso a dover ripensare non solo la modalità in cui le attività devono essere svolte, ma anche il contesto fisico in cui le persone agiscono e interagiscono. Per progettare un futuro proficuo e sostenibile devono comunque superare l’approccio autoreferenziale e imparare ad ascoltare i desideri di chi lavora, facendo tesoro di tutte le informazioni acquisite che diventano un prezioso punto di partenza per rinnovare la cultura aziendale e disegnare l’ufficio del futuro. Di questo ne è convinta Riccarda Zezza fondatrice di Lifeed, la società di education technology a impatto sociale che dal 2015 crea percorsi formativi in cui il digitale incontra la vita quotidiana e che quest’anno ha lanciato l’Osservatorio Vita-Lavoro, con l’obiettivo di monitorare e analizzare le emozioni, le aspettative, i bisogni e i talenti delle 20mila persone coinvolte nei percorsi formativi proposti in 70 aziende .
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Le caratteristiche del luogo di lavoro
L’esperienza forzata del remote working ha modificato sensibilmente la percezione degli spazi nei quali sino ad oggi le persone erano abituate a muoversi. Ecco dunque come dovrebbe essere ripensato il luogo di lavoro secondo chi quegli spazi li vive. A rivelarlo è proprio l’indagine condotta dall’Osservatorio Lifeed su 15mila spunti generati da 5mila partecipanti ai suoi percorsi formativi.
In generale lo studio rivela che il 62% delle persone averte energia positiva e soddisfazione nel luogo in cui sta lavorando in questi mesi di pandemia. Circa un terzo dei partecipanti (il 29%) esprime invece insoddisfazione, disagio, stanchezza o scarsa energia, un dato più elevato negli over 50 (+18% rispetto agli under 50).
Lo studio ha poi indagato anche quali sono i desiderata delle persone rispetto alle carattestiche che vorrebbero per il luogo di lavoro. Ne sono emerse 5 caratteristiche:
- Per il 34% dovrebbero essere all’aperto, a contatto con la natura. Caratteristica sentita in egual modo da uomini e donne, soprattutto over 50;
- Per il 17% delle persone lo spazio dovrebbe essere luminoso, colorato, fantasioso e creativo, anche “multisensoriale”. Questa caratteristica è sentita principalmente dalle donne;
- Un ambiente ampio, spazioso: è la caratteristica desiderata dal 16% delle persone;
- Il 15% vorrebbe lavorare in uno spazio dinamico e flessibile, anche attraverso il digitale e la tecnologia;
- Infine, il 14% dei partecipanti vorrebbe lavorare in spazi stimolanti, ricchi di occasioni di relazione, scambio e condivisione, con l’intento di recuperare la socialità perduta. Questa caratteristica è stata indicata soprattutto dagli uomini, e generalmente soprattutto da individui appartenenti alla fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni.
Le nuove regole che mettono al centro la persona
Non solo però 5 caratteristiche “fisiche”. L’analisi ha individuato anche 5 regole che dovrebbero essere seguite per collaborare in maniera sempre più produttiva mettendo al centro la persona:
- Per il 31% il rispetto è al primo posto, una richiesta che prevede anche gentilezza, inclusione e collaborazione. Questo aspetto è importante soprattutto per la fascia under 35;
- Il 29% ricerca la libertà, di esprimere sé stessi e la propria creatività (soprattutto vale per le donne, +15% sugli uomini), e di flessibilità;
- Il 23% desidera il contatto con la natura, che implica in molti casi anche il rispetto della natura e dell’ambiente, importante soprattutto per gli under 35;
- Il 16% vorrebbe sicurezza, organizzazione, ordine e presenza di regole chiare;
- Il 14% desidera indipendenza, intesa come tranquillità e disponibilità di spazi personali.
“Dai dati forniti dall’Osservatorio Vita-Lavoro emerge la necessità di recuperare la dimensioni estetica e del piacere nella progettazione degli spazi, partendo però dal design più sublime, quello della natura. Si pensa in ampiezza, integrando ambienti naturali, elementi antropici. Le nuove parole che devono definire le relazioni di lavoro sono rispetto, libertà, indipendenza ed esprimono in modo non equivoco la maturità acquisita dalle persone”, afferma Luca Solari, Professore di Organizzazione aziendale e Risorse Umane presso l’Università degli Studi di Milano e membro del Comitato Scientifico di Lifeed.