Tra dieci anni le aziende saranno invase dai Millennial, la generazione che, insieme alle tecnologie digitali, sta rivoluzionando i comportamenti, i consumi, gli stili di vita, il modo di lavorare e di intendere vita privata e vita lavorativa, dai confini sempre più sfumati. Si stima che saranno il 75% della popolazione aziendale con una permanenza media nella stessa impresa di non oltre tre anni.
Come ripensare allora le organizzazioni per attrarre e trattenere i nuovi talenti, per parlare un linguaggio comune, per andare tutti nella stessa direzione tenendo conto delle diverse abitudini comportamentali?
Adam Miller, Presidente e CEO di Cornerstone OnDemand, fornitore di soluzioni software in ambiente Cloud per il talent management, propone 5 standard per andare incontro alle esigenze delle Millennial.
1. Flessibilità d’orario
Non solo l’elasticità di mezz’ora in entrata e in uscita, che è spesso ciò cui si riduce la flessibilità in Italia, ma ripensare il lavoro in termini di risultati da raggiungere e non misurarlo in base alle ore trascorse in ufficio. I giovani di oggi vivono in un mondo in cui la presenza fisica non è più necessaria: fare operazioni bancarie, noleggiare un film, chiacchierare con gli amici, ordinare il pranzo sono tutte attività che, da luogo “dove andare”, sono diventate “cose da fare” con un qualsiasi dispositivo connesso. Lo stesso vale per il lavoro.
2. Crescita
I Millennial non lavorano solo per lo stipendio, ma anche per accrescere competenze e conoscenze. La formazione non è più solo un mezzo per realizzare obiettivi aziendali, ma un’esperienza di apprendimento a tutto tondo, che coinvolge tanto gli obiettivi di carriera quanto gli interessi personali. In particolare, molti di loro vorrebbero diventare leader, ma sostengono che le aziende non facciano abbastanza per loro (indagine Deloitte 2014)
3. Mobilità
La formazione continua è vissuta per garantirsi l’employability lungo il corso della vita, non per forza nella stessa azienda o nella stessa divisione, perché anzi la maggior parte dei Millennial si aspetta di fare esperienze e carriere diverse. Secondo il Bureau of Labor Statistics, in media, i giovani adulti a 26 anni hanno già svolto sui 6 lavori. Questo potrebbe avvenire anche nella stessa impresa, favorendo una maggiore mobilità interna, la job rotation e una formazione adeguata per costruire un rapporto duraturo con l’impresa.
4. Allineamento fra gli obiettivi personali e quelli aziendali
Più ancora delle generazioni precedenti, i Millennial danno una grande importanza allo scopo del proprio lavoro. Da un punto di vista personale, sono molto interessati a capire quale sia il loro ruolo nel disegno aziendale, in che modo contribuiscano agli obiettivi aziendali e se questo interessi a qualcuno. Le aziende devono essere trasparenti nell’allineare gli obiettivi personali a quelli dell’organizzazione, in modo che anche il neoassunto abbia ben chiaro come il suo lavoro sia congruente con ciò che l’azienda fa nel suo insieme.
5. Non solo profitto
I Millennial considerano molto importante anche la responsabilità sociale dell’azienda, come si relaziona con l’ambiente, il territorio, la filiera e la comunità e quanto sono coerenti dichiarazioni e azioni. Nell’indagine Deloitte, 6 su 10 affermano che l’allineamento fra gli obiettivi personali e quelli dell’organizzazione è una delle ragioni per cui hanno scelto il loro proprio datore di lavoro.