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Assumere nuovi talenti, perché e quanto capire cosa cercano le persone in azienda fa la differenza

Condizioni economiche migliori, un approccio ibrido, oltre a un ambiente professionale più soddisfacente e di cui si condividono i valori: è su questo terreno che le organizzazioni dovranno lavorare per non rimanere indietro e avere le risorse adeguate per rimanere competitive

Pubblicato il 17 Apr 2023

Ilaria Caccamo

Managing Director, Indeed in Italia

Assumere nuovi talenti

Negli ultimi due anni il mondo del lavoro è cambiato e con esso anche l’universo di riferimento. Se un tempo erano le aziende a scegliere il candidato, spesso tra una rosa di aspiranti, oggi la situazione è cambiata. È sempre più difficile per le aziende assumere nuovi talenti e trattenere i migliori. Grandi Dimissioni, job hopping, quiet quitting, tendenze che si susseguono e che danno la dimensione di come lo scenario del mondo del lavoro abbia subìto delle importanti evoluzioni, a partire dalla pandemia. I responsabili delle risorse umane si sono trovati, quindi, a ricoprire un ruolo sempre più prioritario.

Oggi diventa centrale un approccio più ancorato alla comprensione dei desideri e bisogni dei dipendenti. Da una nostra recente indagine è emerso che, con l’inizio del nuovo anno, 1 italiano su 3 ha preso in considerazione l’ipotesi di cambiare lavoro, uomini e donne pressoché in egual misura. Cifre che arrivano al 42% nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni.

Assumere nuovi talenti, le aree d’attenzione per la Direzione HR

Ma cosa cercano le persone che vogliono cambiare lavoro? Condizioni economiche migliori, un approccio ibrido, oltre a un ambiente professionale più soddisfacente e di cui si condividono i valori. Le aziende, quindi, per rispondere all’evoluzione delle aspettative della forza lavoro, devono lavorare su questi aspetti.

Parola d’ordine: lavoro ibrido

Poter lavorare in modalità ibrida è oggi centrale per i lavoratori. Nel 2023 decidere “dove lavorare” (se dalla sede aziendale o da remoto) sarà la norma per circa il 30% degli intervistati. Solo 1 lavoratore su 2 lavorerà full time dai locali aziendali. Tra questi, il 35% lo farà semplicemente perché non gli è permesso fare altrimenti. Per i datori di lavoro che offriranno posizioni in cui è richiesta la presenza potrà essere più difficile attrarre lavoratori.

Il lavoro ibrido sembra contribuire a migliorare l’equilibrio tra ufficio e vita privata che, oggi, per le persone è quello che conta. Una evidenza che emerge anche dalla nostra ricerca: 7 lavoratori su 10, infatti, contano di poter migliorare il proprio work life balance nell’arco del 2023, per gestire il loro tempo nel modo migliore possibile. Un aspetto centrale soprattutto per i Millennials e i professionisti della Generazione Z, che secondo studi recenti sono particolarmente attenti anche al benessere personale, tanto da essere stati definiti “Generazione YOLO” da “You Only Live Once” (“si vive una volta sola”).

Rimane comunque centrale l’aspetto economico, infatti sono quasi 6 italiani su 10 che considerano il guadagnare di più una delle motivazioni per cercare un nuovo lavoro; per il 20% invece la leva che spinge a cambiare è il poter beneficiare di un pacchetto di benefit migliore. Ma non sono le sole motivazioni. Giocano un ruolo rilevante anche aspetti legati all’organizzazione del lavoro e alla cultura aziendale.

Cosa c’è nella lista dei desideri delle persone

La lista dei desideri contempla anche il lavorare per un manager capace di apprezzare il lavoro del suo team, valido per l’11% del campione, in un ambiente divertente (10%) e inclusivo (8%). Anche avere delle chiare iniziative in chiave di diversità, equità e inclusione può aiutare. Da un recente studio è emerso che quasi due terzi dei lavoratori rinuncerebbe a un’offerta o lascerebbe un’azienda se il datore di lavoro non supportasse le iniziative DEI. La cultura aziendale si dimostrata preziosa, quindi, sia per attrarre, sia per trattenere i lavoratori e rappresenta una leva per i datori di lavoro per emergere rispetto alla concorrenza.

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Oggi le persone sono sempre più esigenti nelle loro scelte di lavoro. Lo capiamo anche dal modo diverso in cui fruiscono del nostro sito. Chi cerca lavoro ha cambiato approccio alla ricerca, riducendo il numero delle candidature inviate e dedicando più tempo a leggere le recensioni aziendali. Un indicatore importante che ci dice cosa conta oggi per i candidati, interessati a conoscere il maggior numero di informazioni sulle aziende prima di inviare una candidatura.

Costruire una strategia di employer branding efficace

Costruire una strategia di employer branding efficace, quindi, diventa centrale. Un insieme di iniziative articolate che si snoda attraverso il marketing, i social media, la sezione dedicata alle carriere del proprio sito internet, gli annunci di lavoro e tutte le altre comunicazioni esterne. Sono sempre di più, ad esempio, le aziende che utilizzano le company page della nostra piattaforma che ospitano informazioni sulla vita in azienda e le recensioni dei dipendenti. Uno strumento che consente di dare una panoramica della cultura aziendale, dell’ambiente di lavoro, della mission e dei valori, nonché dei benefit e dei vantaggi. Un buon punto di partenza per non perdere terreno, o meglio, per non perdere candidati.

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