I lavoratori europei sono ottimisti rispetto all’impatto che le nuove tecnologie avranno sulla propria azienda e sulla qualità del lavoro. Una ricerca Ricoh – la multinazionale specializzata in soluzioni per la gestione documentale e il production printing, IT Service e sistemi per la visual communication – conferma i dati presentati a Davos: il 95% del campione intervistato dall’Istituto Coleman Parkes Research ha dichiarato che trasformazione digitale, automazione e intelligenza artificiale già quest’anno porteranno benefici economici alle imprese e, per il 59%, un miglior posizionamento sul mercato.
In particolare, dei 2mila lavoratori di una ventina di Paesi, i più fiduciosi sono quelli del settore finanziario, tra i primi ad aver cambiato pelle grazie alla forte innovazione dei processi aziendali e dei servizi al pubblico. Seguono l’industria, i servizi e il retail, convinti per oltre il 60% che la propria organizzazione sia pronta ad affrontare e trarre vantaggio dal cambiamento, mentre sono più cauti nel settore pubblico e in quello sanitario, dove per quest’anno si prevede più un impatto sulla cultura aziendale e sul modo di lavorare che non sui risultati economici. In generale, comunque, si scommette sulle potenzialità dell’IT per gestire il cambiamento ormai ineluttabile (60%). Il 91% sa che quest’anno cambieranno le modalità di lavoro; il 66% considera pronti i capi a gestire e guidare la rivoluzione in atto e il 42% si aspetta che le tecnologie consentiranno loro di svolgere meglio il proprio lavoro. Grazie all’intelligenza artificiale e all’automazione (citata come “molto positiva” dal 57%) pensano infatti che si libereranno energie per attività a maggior valore aggiunto, mentre la digital transformation favorirà forme di lavoro più flessibili e collaborative.
Ma cosa chiedono i lavoratori al top management perché tutto si realizzi senza intoppi e si tragga davvero vantaggio dall’innovazione? Innanzitutto una visione chiara sul futuro digitale dell’impresa e del business e sull’impatto che avrà sull’organizzazione del lavoro. Suggeriscono di dare priorità alle tecnologie che migliorano la produttività dei dipendenti, la collaboration, la semplificazione dei processi e il servizio ai clienti, perseguendo strategie di digital transformation di lungo periodo e non limitandosi a interventi spot.
Chiedono inoltre di essere informati delle innovazioni e dei cambiamenti stabiliti, sia in fase di lancio che di implementazione. Il 30% dei dipendenti ha infatti ammesso che vorrebbe una più efficace condivisione interna delle strategie, in pratica una maggiore comunicazione del significato di certe scelte e poi seguirne lo sviluppo in corso d’opera. Come emerso dall’annuale survey di Assochange, meno distanza fra i vertici e i lavoratori con una comunicazione più puntuale e costante dei progetti avrebbe un impatto positivo sul loro stesso livello di engagement, visto che sono comunque chiamati a farsi carico del cambiamento. In generale, però, i lavoratori si fidano dei propri manager e della loro capacità di guidare il cambiamento negli anni a venire e non hanno intenzione di cambiare lavoro, almeno per quest’anno. La sicurezza lavorativa resta una priorità per loro, insieme alla stabilità del ruolo e alla salute finanziaria dell’impresa.