Specialmente quando si parla di Collaboration, la tecnologia, per quanto potente possa essere, serve a poco se non offre all’organizzazione e agli utenti finali prima di tutto un’esperienza d’uso appagante e intuitiva. Le parole d’ordine sono integrazione, accessibilità, disponibilità degli strumenti di lavoro e condivisione, in un’ottica che superi il concetto di Unified Communication. Il tema è infatti quello di un Digital Workplace – postazione di lavoro dematerializzata, flessibile e ubiqua, ma soprattutto efficiente – che non richieda formazione o competenze particolari per essere utilizzato da chiunque anche subito dopo l’installazione.
Per Alessandro Zattoni, Head of Enterprise Digital Transformation del Gruppo Filippetti, la Collaboration è addirittura al centro dei processi di evoluzione a cui si stanno sottoponendo le imprese più innovative. «Parte tutto dalla componente di comunicazione, che è il vero elemento abilitante della spinta impressa dalle soluzioni digitali», conferma il manager. La divisione di cui è responsabile Zattoni rappresenta il fulcro della nuova proposizione che il Gruppo Filippetti, attivo a livello nazionale sul fronte della Global System Integration per applicazioni in ottica 4.0, ha sviluppato per rispondere alle nuove esigenze delle imprese italiane.
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Le stanze virtuali per collaborare in Smart Working
«Il tema dello Smart Working e la facoltà di creare stanze virtuali, all’interno delle quali team eterogenei possono affrontare topic specifici rimanendo continuamente aggiornati sull’andamento della discussione, sono due driver molto importanti per il mercato», spiega Zattoni. «In entrambi i casi, la necessità primaria è quella di far iperconvergere i vari canali di comunicazione su un’unica interfaccia che permetta, da una parte, all’utente di avere tutto a portata di mano e, dall’altra, all’azienda di ottenere risparmi sensibili rispetto all’hardware e all’infrastruttura ICT».
Si parla, in altri termini, di dematerializzazione della postazione di lavoro tradizionale, con fili, telefoni e terminali che letteralmente spariscono dalla scrivania. Il workplace, volendo, può essere racchiuso nello smartphone, dove convergono applicazioni, funzionalità, strumenti di collaborazione che unificandosi diventano trasparenti rispetto alle piattaforme utilizzate. «La partnership con Apple e l’implementazione delle tecnologie Cisco Spark sw e SparkRoom Kit hw ci consentono di proporre ai nostri clienti qualcosa che trascende una tradizionale DaaS (Device as a Service). Parliamo di un noleggio operativo che oltre all’hardware comprende anche la gestione delle policy e delle configurazioni dei dispositivi, con una garanzia all risk: è a tutti gli effetti una Solution as a Service».
L’integrazione totale della tecnologia Spark con il sistema operativo iOS genera così una esperienza unificata che permette all’utente di ricevere ed effettuare chiamate classiche (da SIM) o videocall o conferenze senza preoccuparsi dello strato di software che effettivamente abilita la comunicazione. Riunioni, appuntamenti sul calendario, file condivisi possono dunque essere gestiti con un semplice tocco senza avviare applicativi ad hoc.
Semplicità e sicurezza
«La soluzione, volendo, non richiede l’installazione on premise, essendo disponibile in Cloud. Ma nel momento in cui il cliente desiderasse averla sui propri server, è possibile anche integrarla con le tecnologie telefoniche esistenti, a partire per esempio dai classici centralini che gestiscono gli interni, eliminando fisicamente il telefono fisso dalla scrivania», continua Zattoni. «Cambia, in una parola, il modo di vivere l’ufficio, e il desktop passa da una postazione di proprietà a uno spazio operativo flessibile. Premessa indispensabile per attivare progetti efficaci di smart working».
Zattoni ricorda che secondo i dati a sua disposizione, oggi circa l’80% delle aziende italiane ha provato a organizzare giornate dedicate al lavoro da remoto o all’approccio della mobility e che quindi il tema è molto caldo. Come è caldo, anzi scottante, il tema della sicurezza. Per questo la soluzione del Gruppo Filippetti è concepita per semplificare agli amministratori le pratiche di assegnazione di utenze nel rispetto delle certificazioni di sistema, autorizzando gli accessi e i livelli di servizio in base ai domini che caratterizzano collaboratori interni ed esterni. «Anche da questo punto di vista, usabilità e facilità d’adozione sono imprescindibili se si vuole che la Digital Transformation prenda davvero piede».