La ricerca del personale all’epoca dei social network. LinkedIn, Facebook, Twitter sono sempre più usati dagli utenti per comunicare e – perché no – farsi conoscere. Ma quanto vengono usati dalle aziende? Che vantaggi ne derivano?
L’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano ha fatto una survey presso 106 direttori HR, per la maggior parte di medio-grandi aziende.
E i risultati sono interessanti: la ricerca mostra infatti che, nonostante solo il 15% del campione, faccia un uso sistematico dei social network, ben il 46% lo utilizza sporadicamente per la ricerca di determinati profili e il 24% dichiara un elevato interesse a sperimentare questi strumenti. Solamente il 15% degli intervistati non crede nel social come strumenti di recruiting.
Questa tendenza è rilevata anche da un’altra ricerca – Recruiting & Social Network – a cura di Lorenzo Pulici, Hr & Communication Specialist. I dati si riferiscono all’anno scorso, ma mostrano come oltre il 73% delle aziende dichiara di avvalersi dei social network per il recruitment.
Più nel dettaglio, il 27,6% dei responsabili delle risorse umane ricorre al social in modo sistematico e in modo sporadico, mentre lo utilizza in modo sporadico il 46% del campione (200 selezionatori del personale, tra HR recruiter, HR manager e responsabili di area di aziende nazionali). Il 37% ha anche sviluppato una proprio policy interna.
Secondo i dati raccolti, il social network più utilizzato è LinkedIn (96,1%), seguito da Facebook (37,7%), Twitter (18,2%), Youtube (6,5%) e blog (5,2%).
Come c’era da immaginarsi LinkedIn è di gran lunga il social network più usato per la ricerca e selezione del personale. Del resto, nel trimestre terminato a giugno, l’azienda ha messo a segno ricavi per oltre 363 milioni di dollari in crescita del 59% rispetto a 12 mesi prima. Gli utenti a livello mondiale sono oggi circa 240 milioni (oltre 4 milioni in Italia).
I benefici per le aziende
Ma quali sono i vantaggi per le aziende nell’uso dei social rispetto ai canali tradizionali di recruiting?
Secondo le analisi dell’Osservatorio, il primo beneficio è senz’altro economico: nel 77% dei casi le imprese hanno registrato costi di recruiting inferiori.
Migliora poi la qualità del processo complessivo, che porta più candidati qualificati rispetto alle candidature ricevute. Infine, si riducono i tempi di recruiting, di cui ha beneficiato il 32% delle aziende del campione.
I social insomma funzionano. Bisogna provarli.