Oggi sempre più spesso si sente parlare di diffusione dell’Intelligenza Artificiale e del ruolo che le donne giocano in questa partita. Quello che è certo è che parlare di AI incute ancora un certo timore, tuttavia chiedere “Alexa, che tempo fa domani?” è quasi un gioco divertente. Ma cosa sono poi questi piccoli apparecchi nelle nostre case, che comunemente prendono il nome di assistenti vocali, se non marchingegni dotati di una mente robotica evoluta in grado di comprende e apprendere il linguaggio degli esseri umani fino ad interagire con essi? Dai servizi clienti automatizzati tramite chatbot, alle sperimentazioni sui veicoli a guida autonoma, sino all’utilizzo nell’ambito sanitario per esempio per l’analisi delle cartelle cliniche o nel settore delle vendite per creare esperienze d’acquisto più soddisfacenti, l’Intelligenza Artificiale sta ormai entrando a far parte della nostra quotidianità. Lo sanno bene le grandi aziende. Ce lo conferma uno studio globale condotto da IBM in partnership con Morning Consult.
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Intelligenza artificiale, il futuro è già adesso: i dati della ricerca IBM
La ricerca, che prende il titolo di From Roadblock to Scale: The Global Sprint Towards AI, ha analizzato la diffusione dell’AI attraverso un’analisi condotta nell’ottobre 2019 su 4.514 aziende collocate tra Stati Uniti (1.003), Europa (2.509) e Cina (1.002). Stando alle risposte analizzate si evince che la maggior parte delle aziende globali ha implementato l’Intelligenza Artificiale nelle proprie attività (34%) o sta esplorando questa tecnologia (39%), il che significa che quasi 3 aziende su 4 intervistate sono già entrate in contatto col mondo dell’AI. Solo il 22% delle aziende partecipanti al sondaggio ha dichiarato di non utilizzare o esplorare l’utilizzo dell’AI, e spesso la causa è da riscontrarsi nella mancanza di esperienza o conoscenza dell’argomento.
Inoltre, sottolinea lo studio, le grandi aziende stanno guidando l’adozione dell’Intelligenza Artificiale, con il 45% delle aziende con oltre 1.000 dipendenti già attivo su questo fronte, rispetto al 29% delle aziende con meno di 1.000 dipendenti.
È interessante notare che le 5 principali aree in cui le aziende utilizzano l’Intelligenza Artificiale sono: sicurezza dei dati (36%), automazione dei processi (31%), assistenti virtuali / chatbot (26%), ottimizzazione dei processi aziendali (24%) e analisi dei dati dei sensori (Internet of Things) (24%).
La strada comunque è segnata, tanto che Rob Thomas, General Manager IBM Data e AI, prevede che l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo aziendale aumenterà drasticamente nei prossimi 18-24 mesi.
Donne e intelligenza artificiale, un connubio da valorizzare: il riconoscimento IBM
Se la disparità di genere è una problematica molto sentita in ambito lavorativo, figuriamoci in un settore come quello tecnologico, notoriamente ad appannaggio del sesso maschile. Lo dimostra anche un recente studio dal titolo Gender Diversity in AI Research realizzato dalla fondazione Nesta con sede a Londra che da oltre vent’anni indaga sui temi dell’innovazione. Basandosi sull’analisi delle pubblicazioni scientifiche sull’Intelligenza Artificiale caricate nell’archivio internazionale online arXiv, Nesta ha rilevato una grave crisi della diversità di genere nella ricerca sull’AI con solo il 13,8% degli autori donne, e, a parte l’Università di Washington, nessuna delle prime 35 istituzioni per la ricerca sull’AI ha registrato oltre il 25% delle pubblicazioni a firma di una donna.
Joysy John, direttore della divisione Education di Nesta, ha dichiarato: «Questo non è semplicemente un problema a causa del talento perduto delle donne capaci; è anche un problema molto più ampio. La tecnologia futura non sarà in grado di soddisfare le esigenze di una popolazione diversificata se sarà plasmata da una piccola parte della società con una visione del mondo univoca».
Proprio con lo scopo di esaltare il talento femminile delle donne nell’ambito dell’intelligenza artificiale, nel 2019 IBM ha creato il programma Women Leaders in AI che ogni anno pubblica un elenco ufficiale di 35 donne che si sono distinte nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e della suo impiego all’interno delle realtà dove operano. Ma il premio – come ci tiene a sottolineare IBM – oltre a riconoscere precisi risultati, dà anche vita a una rete di pari che permette loro di imparare gli uni dagli altri e di scoprire approcci differenti per risolvere le pressanti sfide di business.
«Nel corso del prossimo decennio l’Intelligenza Artificiale sarà al centro della trasformazione del business. Per mitigare i pregiudizi, abbiamo bisogno di donne e, più in generale, di valorizzare la diversity nei team di lavoro che sono all’avanguardia in questo ambito. Ecco perché siamo orgogliosi di condividere le storie di 35 donne straordinarie che guidano l’uso progressivo dell’AI attraverso Watson. I loro risultati sono un’ispirazione per tutti noi», ha affermato Michelle Peluso, Senior Vice President Digital Sales e Chief Marketing Officer di IBM, nonché leader globale per la IBM’s Women’s Initiative.
Due manager italiane nella classifica Women Leaders in AI 2020 di IBM
Dal Giappone agli Usa, dalla Germania alla Corea passando per l’India, le “lady dell’AI” vengono da ogni parte de mondo e hanno una cosa in comune: la capacità di vedere nelle nuove tecnologie non una difficoltà da superare, ma un’opportunità entusiasmante per vincere nuove sfide competitive.
Nell’edizione 2020 di Women Leaders in AI due sono le italiane presenti: Paola Molino, Head of Transformation Programs di Vodafone Group, e Piera Valeria Cordaro, Commercial Operations Innovation Manager di Wind Tre.
Paola Molino ha seguto il progetto che ha visto l’implementazione di un assistente virtuale per supportare il reparto contabilità fornitori di Vodafone. Ora il personale impiega il 20% in meno di tempo a gestire le risoluzioni delle richieste, liberandosi per altre attività. Il chatbot estrae informazioni dai database interni e comunica con gli utenti in inglese, tedesco, italiano e spagnolo. Mentre Piera Valeria Cordaro si è distinta per aver gestito un progetto finalizzato all’utilizzo di un assistente virtuale (due chatbot per la precisione, uno per il call center e uno per il sito web) in grado di gestire milioni di interazioni con i clienti, migliorando le loro esperienze e offrendo agli operatori del servizio clienti più tempo da dedicare a questioni urgenti.
Alla domanda sul perché le donne dovrebbero essere maggiormente coinvolte nella creazione e nell’utilizzo dell’AI, la dott.ssa Cordaro risponde: «Una leader donna è coraggiosa, pragmatica, creativa, severa, curiosa, innovativa, empatica, attenta e laboriosa. Perché un progetto AI abbia successo, hai bisogno di tutte queste qualità, vero?».
La classifica Women Leaders in AI 2020 di IBM
- Tiphanie Combre, Senior Director, AI Assisted Service and Automation, ADP (U.S.)
- Amy Shreve-McDonald, Lead Product Marketing Manager for Business Digital Experience, AT&T (U.S.)
- Mara Reiff, Vice President, Strategy and Business Intelligence, Bell Canada (Canada)
- Tammy Lucas, Vice President of Marketing, Best Western Hotels & Resorts (U.S.)
- Sheila Ambruster, Senior Manager, Strategic Architecture, The Boeing Company (U.S.)
- Claire Lucas, Head of Artificial Intelligence, Bouygues Telecom (France)
- Rosa Martinez, Cognitive Project Manager, CaixaBank (Spain)
- Michèle Brengou, Cognitive Factory Business Leader, Crédit Mutuel (France)
- Ashley Lawrence, Research and Innovation Project Manager, Defense Counterintelligence and Security Agency (U.S.)
- Maiga Bishop, Director of Business Intelligence and Analytics, Dillard’s (U.S.)
- Jo Ann Tan, Head of Infrastructure, The Hartford (U.S.)
- Susanna Shen, General Manager—Corporate IT, Hong Kong and China Gas Company Ltd. (Hong Kong, China)
- Yui Ozawa, Chief, AI Promotion Team, its communications Inc. (Japan)
- Ryoko Miyashita, Manager, Customer Service Department, Customer Service Section, JACCS Co., Ltd. (Japan)
- Momo Tokumon, Assistant Manager, Web Sales, Japan Airlines (Japan)
- Karla Capela Morais, CEO and Founder, KOY–Law Intelligence (Brazil)
- Marisa Ferrara Boston, Automation and AI Lead Architect, Audit Technology, KPMG LLP (U.S.)
- Junko Kato, Manager of the Customer Service Administration Office, Meiji Yasuda Life Insurance Co. (Japan)
- Donna Dodson, Chief Cybersecurity Advisor, NIST: National Institute of Standards and Technology (U.S.)
- Kristen Bennie, Head of Open Experience, NatWest Group (U.K.)
- Lisa Bouari, Executive Director, OutThought AI Assistants (Australia)
- Melissa Molstad, Director of Common Platforms, Data Strategy and Vendor Relations, PayPal (U.S.)
- Linda Maruta, Head of Product, Pulsar (U.K.)
- Izumi Hatta, Manager, AI Skills & Dialog Group, Rakuten, Inc. (Japan)
- Amala Duggirala, Enterprise Chief Operations and Technology Officer, Regions Bank (U.S.)
- Carol Chen, Vice President for Global Marketing, Global Commercial, Royal Dutch Shell (U.K.)
- Monica Pedraza Garcia, Operations Director, Santander (Spain)
- Sabine Rinser-Willuhn, Manager, HR Systems, Siemens AG (Germany)
- Aarthi Fernandez, Global Head of Trade Operations Product, Standard Chartered Bank (Singapore)
- Jenni Barnett, Executive Director, Digital, Telstra (Australia)
- Nicole Hein, Technical Product Owner, Telstra (Australia)
- Lee-Lim Sok Keow, Deputy Principal, Temasek Polytechnic (Singapore)
- Paola Molino, Head of Transformation Programs, Vodafone (Italy)
- Atsuko Shinozuka, Manager, 3D Smart & Try and Omni-Channel Strategy, Wacoal Corp. (Japan)
- Piera Valeria Cordaro, Commercial Operations Innovation Manager, Wind Tre S.p.A. (Italy)