Anche in Generali, così come in molte altre aziende, gli approcci data driven si diffondono in tutto il back office e, in particolare, nella gestione dell’HR. A testimoniare come proprio la funzione HR sia oggetto di una trasformazione profonda sostenuta dalle tecnologie digitali di ultima generazione è stata Diana Sassu, Group People Project Manager dell’iniziativa People Analytics di Generali, dal palco milanese dell’evento organizzato da Oracle “ExplAIn your tomorrow, today”, nato per dare voce alle aziende che stanno sperimentando i benefici di Big Data Analytics, Intelligenza Artificiale e autoapprendimento.
Il progetto People Analytics di Generali è partito circa un anno e mezzo fa proprio con l’obiettivo di traghettare la funzione HR nell’era del data driven. In concreto, Sassu e il suo team hanno lavorato alla creazione di una piattaforma unica di accesso ai dati del personale da mettere a disposizione dei senior leader HR e business, normalizzando i record dei diversi database nazionali. «Quello che avevamo ben chiaro era che la soluzione adottata doveva essere semplice e trasparente per l’utente, così da riuscire a liberare risorse dalle attività di reporting per dirottarle verso i data analytics evoluti e la generazione di insight».
È stata creata una dashboard di reportistica automatizzata basata su Oracle Analytics Cloud, che offre agli utenti un set di prospetti riepilogativi tipici della funzione Risorse Umane. I report si aggiornano “live”, in moto automatico, ogni mese. Alla dashboard si affianca uno strumento di data visualization self service, che permette di compiere in totale autonomia analisi dati più o meno complesse personalizzando l’output. Il tutto è completato da un’App mobile per iPad che permette l’accesso ubiquo, da qualsiasi luogo e in ogni momento, ai dati HR.
«L’obiettivo di ampio respiro di questo progetto – ha commentato Sassu – era supportare la trasformazione della funzione HR, così che le persone che operano al suo interno fossero in grado di prendere decisioni basandosi sempre più spesso sui dati. E devo dire che ci siamo riusciti: oggi, infatti, a distanza di quattro mesi dal rollout, il cruscotto è utilizzato da oltre 200 persone in 40 Paesi diversi e moltissime decisioni HR sono prese con un approccio data driven». Circa il 50% delle risorse HR che erano focalizzate sulla reportistica sono state «convertite ad attività a maggior valore aggiunto, come la generazione di insight. Il beneficio più importante, però, è il cambiamento culturale che il tool è stato in grado di generare, perché ha permesso di modficare la percezione delle HR, che oggi finalmente sono viste in azienda come un vero e proprio business partner».