INTERVISTA

Munich Re Italia: costruire un ambiente di lavoro su misura per le persone e in linea con il business



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Come rendere l’azienda un ecosistema dinamico, partecipato e centrato sulla responsabilità diffusa, sul benessere e sull’evoluzione continua dei dipendenti. L’intervista a Paola Merlini, HR Manager della filiale italiana del colosso tedesco della riassicurazione

Pubblicato il 13 giu 2025



ambiente di lavoro

Responsabilità, ascolto, benessere. Ma anche trasparenza, coinvolgimento, sviluppo e cultura del feedback. L’ambiente di lavoro, per Munich Re Italia, non è solo una condizione operativa, ma una vera piattaforma di crescita personale e collettiva. Lo dimostra un modello HR avanzato, articolato, eppure profondamente umano. A raccontarlo è Paola Merlini, HR Manager della branch italiana del colosso tedesco della riassicurazione, in un’intervista che sembra un manuale di trasformazione culturale applicata.

Who's Who

Paola Merlini

HR Manager, Munich Re Italia

Paola Merlini

«L’ambiente di lavoro è prima di tutto uno spazio relazionale, un luogo in cui si crea valore insieme. E per questo va progettato, ascoltato, evoluto. Sempre», afferma Merlini.

Un riconoscimento tangibile di questo approccio è arrivato a Novembre 2023 con la certificazione Great Place to Work, ottenuta grazie a un ambiente costruito su fiducia, inclusione e coinvolgimento attivo. Un risultato che Munich Re Italia considera non un punto d’arrivo, ma un’ulteriore leva per innovare e migliorare.

Ripensare gli spazi e le regole del lavoro

Nel 2019, anno di cambiamento della sede, Munich Re Italia ha avuto l’opportunità di ripensare la relazione tra persone e lavoro. «Abbiamo ridisegnato gli uffici insieme ai dipendenti, coinvolgendo rappresentanti di tutti i team in un vero processo partecipativo e introdotto lo Smart Working per tutto lo staff, oltre a diventare paperless», racconta Merlini.

Il 2020 ha poi segnato un ulteriore punto di svolta. Le ovvie conseguenze pandemiche, hanno offerto l’ulteriore opportunità, di rivedere il modello di lavoro flessibile: Smart Working senza limiti, abolizione delle timbrature e sharing-desk concept.

«La libertà è stata data a tutti, a prescindere dal ruolo o dal livello, perché la responsabilità non si misura con la seniority, ma con l’attitudine».

Un ambiente di lavoro fondato su fiducia formazione continua e visibilità internazionale

Un momento cruciale in questa trasformazione è stato l’avvio, sempre nel 2020, del nuovo sistema di performance management fondato su tre pilastri: commitment, feedback e sviluppo. «È stato un cambio culturale importante – racconta Merlini –. Abbiamo imparato a parlarci in modo chiaro e trasparente, a praticare davvero il feedback orientato al futuro, senza paura, con l’obiettivo comune di migliorare».

Questo ha generato una relazione più aperta tra manager e collaboratori, rafforzando un ambiente di lavoro dove ogni persona è alla guida del proprio sviluppo, ma supportata da strumenti, mentoring e una rete organizzativa solida. «Le opportunità ci sono, a livello locale e internazionale. Bisogna solo sapere cosa si vuole e chiedere: il percorso si costruisce insieme».

Far parte di un grande gruppo internazionale significa avere accesso a competenze distribuite nel mondo. «Se una persona ha bisogno di sviluppare una skill specifica, la mandiamo dove quella competenza è più forte – ad esempio Londra, Monaco, Parigi, Atlanta, Sidney – perché per noi la formazione è soprattutto esperienza e non solo teoria», spiega Merlini.

Lo sviluppo professionale è quindi fortemente orientato al learning by doing: partecipazione a progetti, tavoli di lavoro internazionali, task force trasversali. Tutto questo contribuisce a rendere l’ambiente di lavoro dinamico, inclusivo, stimolante e ad altissimo valore aggiunto.

Engagement, ascolto e confronto aperto rendono l’ambiente di lavoro accogliente

L’engagement, nella visione HR di Munich Re, è un processo continuo. Le survey – globali e locali – sono strumenti di ascolto attivo, seguite sempre da momenti di restituzione e condivisione trasparente.

Un esempio concreto è l’iniziativa “Let’s Talk About”, appuntamenti informali in cui colleghi e manager si confrontano su temi cruciali come sviluppo, carriera, life balance. «Questi momenti sono fondamentali: creano fiducia, incoraggiano il dialogo, aiutano a riconoscersi nei vissuti degli altri. Anche questo è ambiente di lavoro: uno spazio dove sentirsi ascoltati e supportati».

Job evaluation, bande retributive e trasparenza: quando la struttura genera coinvolgimento

Uno dei passaggi culturali più forti è stato l’avvio di un progetto di Job Evaluation, che ha portato alla mappatura di tutte le figure professionali e alla definizione condivisa di contenuti e responsabilità di ruolo. Da qui è nato il sistema di bande retributive A-B-CD sviluppato in collaborazione con Deloitte, che si occupa dell’indagine retributiva annuale del mercato assicurativo.

«Abbiamo condiviso tutto con i dipendenti – sottolinea Merlini –: criteri, obiettivi, bande retributive e prospettive di crescita. E abbiamo organizzato momenti aperti per chiarire ogni dubbio. La trasparenza è la base della fiducia».

Anche il performance management è stato aperto al confronto: le valutazioni non sono più individuali ma collegiali, gestite da tutto il management team. «One team non è uno slogan: valutiamo insieme per avere una visione più completa e aiutare ogni persona a esprimere il proprio potenziale».

Inclusione, equità e azioni concrete su DEI: serve un lavoro sistematico

«Oggi il tema della Diversity, Equity e Inclusion è centrale. Non solo lo diciamo, ma lo facciamo», afferma Merlini. Munich Re Italia ha avviato un percorso concreto partendo dalla formazione dei manager e ora esteso a tutto il personale, con un workshop condotto da Catalina Hernandez, responsabile regionale DEI per l’area Europa & America Latina.

La formazione, svolta nella sede di Milano, ha avuto l’obiettivo di costruire un linguaggio comune e una maggiore consapevolezza sul valore che la diversità porta sullo sviluppo del business.

La spinta è nata da un dato emerso nelle survey: se il work-life balance è molto apprezzato, il tema dell’equità è percepito come ancora migliorabile. «Per questo abbiamo deciso di lavorarci con metodo: affiancare esperti, ascoltare le persone, promuovere una cultura dell’inclusione reale».

Sono attivi gruppi manageriali che si incontrano mensilmente per discutere tematiche DEI, e gruppi di lavoro internazionali su argomenti come Pride, salute mentale e disabilità. «L’inclusione da noi non è un’etichetta, ma un lavoro sistematico che si riflette ogni giorno nell’ambiente di lavoro».

Il prossimo passo? L’ottenimento della certificazione per la parità di genere, su cui l’azienda è già attivamente al lavoro. «Abbiamo condiviso con tutto lo staff questo percorso, che rappresenta un ulteriore impegno concreto in ottica di trasparenza, equità e sostenibilità interna».

Benessere e cultura della celebrazione per prendersi cura delle persone

Oltre alla DEI, il benessere psicologico è un altro asse strategico. L’azienda ha attivato sportelli di supporto, caffè del benessere, percorsi per la gestione del tempo e dello stress. «Tutti devono potersi fermare, respirare, riprendere il controllo. È un messaggio culturale, prima ancora che operativo».

Inoltre, è stata introdotta la cultura della celebrazione: riconoscere pubblicamente i successi, creare momenti di visibilità positiva, allenare il feedback positivo.

Rendere l’ambiente di lavoro un vantaggio competitivo con un modello integrato, umano e in continua evoluzione

L’ambiente di lavoro in Munich Re Italia è un ecosistema in movimento. Ogni sei mesi la direzione HR comunica progetti, obiettivi e risultati, costruendo una visione unitaria, organica, parte integrante della strategia aziendale.

«Nulla è improvvisato: ogni iniziativa nasce da un bisogno reale, misurato e condiviso. Lavoriamo su dati, feedback e relazioni per costruire uno spazio di lavoro dove le persone possano crescere, contribuire e stare bene», conclude Merlini.

Un modello che unisce solidità e flessibilità, struttura e ascolto. Un modello che fa dell’ambiente di lavoro un vero vantaggio competitivo.

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