Digital skill

Competenze: professionisti statistici e imprenditori cercasi

Entro il 2020 mancheranno figure in grado di coniugare matematica, informatica e business. Andrea Paliani, Mediterranean Advisory Services Leader di EY: «Bisogna formare e attrarre i talenti». Fabio Moioli, Enterprise Services Microsoft: «I trend tecnologici? Cloud, Intelligenza Artificiale e realtà virtuale»

Pubblicato il 17 Lug 2017

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Servono nuove skill per cogliere le nuove opportunità lavorative. Entro il 2020, infatti, mancherà il 50% di figure professionali capaci di coniugare competenze statistico-matematiche, informatiche e capacità di visione imprenditoriale. A sottolinearlo EY, in occasione di un incontro, organizzato presso la nuova sede milanese, con l’obiettivo di analizzare, presentare e sperimentare i cambiamenti introdotti dalla digital transformation anche nella gestione delle HR. E per capire, appunto, quali saranno le professioni del futuro. A tenere banco Andrea Paliani, Mediterranean Advisory Services Leader di EY, e Fabio Moioli, Direttore della Divisione Enterprise Services di Microsoft, che hanno delineato uno scenario in cui le nuove tecnologie e il digitale sono in grado cambiare radicalmente le modalità per selezionare, attrarre e far crescere i talenti.

Le skill richieste

Le aziende che hanno seguito la strategia di valorizzazione e crescita dei talenti per innovare hanno raggiunto risultati eccellenti: l’85 % ha avuto una migliore performance finanziaria, il 77% una ottimizzazione della strategia. Oltre il 45% delle imprese, però, non ha intrapreso alcuna iniziativa per accogliere stimoli esterni all’innovazione.

Attualmente le figure professionali ricercate devono essere all’altezza delle richieste del mercato: in particolare devono essere in grado di estrarre informazioni utili da grandi quantità di dati.

Inoltre è indispensabile l’utilizzo delle nuove tecnologie anche nelle procedure di assunzione dei dipendenti. Realtà aumentata ed esperienze sensoriali sono alla base del modello EY di recruiting innovativo fondato su un cambio di paradigma. I social diventano l’ambiente migliore per attrarre i giovani, profilandoli in base al loro comportamento digitale e le loro attitudini.

Andrea Paliani, Mediterranean Advisory Services Leader di EY

La valorizzazione dei talenti

«La trasformazione digitale è prima di tutto culturale e poi tecnica. Dobbiamo sapere cosa vogliamo fare. L’Open Innovation a livello di Sistema Paese e nelle singole organizzazioni, ad esempio, è una modalità vincente per trasformare imprese e istituzioni pubbliche. Tuttavia il capitale umano, all’interno delle organizzazioni e nella società nel suo complesso, rappresenta la vera sfida. Formare e attrarre nuovi talenti, con competenze adatte al mondo digitale, riqualificare le risorse interne (che fino ad oggi hanno garantito il vantaggio competitivo delle organizzazioni) introdurre modalità di lavoro coerenti nelle organizzazioni (collaborazione tra dipendenti, Smart Working,..) rappresentano sfide altrettanto importanti. Le aziende che hanno seguito la strategia di valorizzazione e crescita dei talenti per innovare hanno raggiunto risultati eccellenti: l’85 % di loro ha avuto una migliore performance finanziaria, il 77% una migliore implementazione della strategia», ha ribadito Andrea Paliani.

L’importanza dell’open innovation

Paliani prosegue: «L’Open innovation contribuirà anche sotto questo aspetto: nel mondo interconnesso digitale l’approccio all’innovazione diventa un processo condiviso e collaborativo coinvolgendo più attori della business community (aziende, università, politecnici, società di servizi professionali, vendor di tecnologie, incubatori, …). Tuttavia sono ancora limitati i casi di innovazione di business: l’11% ha utilizzato call for ideas per coinvolgere startup innovative, il 9% ha utilizzato Hackathon (ne è un esempio quello di Generali), il 7% ha acquisito società innovative per estendere il proprio business e il 18% ha sviluppato progettualità di startup intelligence, ma oltre il 45% delle imprese non ha intrapreso alcuna iniziativa per incorporate stimoli esterni».

Fabio Moioli, Direttore della Divisione Enterprise Services di Microsoft

I tre trend tecnologici

Come racconta Fabio Moioli: «La tecnologia sta trasformando il mondo e rendendo necessarie nuove competenze. Ieri tecnologia e business erano viste come entità separate, oggi vanno ad integrarsi. Le aziende hanno una durata di vita media più bassa di un tempo: le prime cinque nella lista compilata da Fortune nel 1955 non sono più in quelle posizioni e alcune non esistono più. Contemporaneamente stanno nascendo nuove imprese tra cui gli unicorni, le startup che superano il miliardo di euro di fatturato. Attualmente individuiamo tre trend tecnologici che sono in rapida crescita anche nel nostro Paese e che lo saranno ancor più nei prossimi anni: il Cloud, l’Intelligenza Artificiale, la realtà mista (per esempio gli Holo Lens, visori che, indossati, consentono una sorta di ricostruzione del mondo reale)».

Il Cloud, un’occasione per le PMI

«Il Cloud può consentire alle piccole e medie imprese di utilizzare le stesse tecnologie dei grandi gruppi», prosegue Moioli. «Questo creerà ulteriori opportunità di business e di lavoro, perché non esisteranno più solo consulenti inviati nelle grandi aziende per implementare il Cloud Computing, ma anche gruppi di consulenti riuniti in un building che lavorano per aiutare le PMI ad applicare gli strumenti digitali a loro disposizione. È un’opportunità enorme soprattutto per l’Italia, dove il tessuto imprenditoriale è quasi interamente composto da imprese di piccole o medie dimensioni».

Intelligenza artificiale: «Il 30% del 60% delle attuali professioni è automatizzabile»

«L’Intelligenza Artificiale – prosegue il top manager di Microsoft – è utilizzata, tra le altre cose per gli assistenti virtuali personali quali Cortana, che oggi ha superato la capacità di comprensione delle migliori dattilografe al mondo. Il 30% del 60% delle attuali professioni è automatizzabile. Ma questo è un vantaggio, perché ai robot saranno delegati i compiti più banali e ripetitivi, mentresalirà il livello di qualità del lavoro umano, con un impatto anche sui compensi. Per entrare professionalmente in questo mondo serve capacità di unire business e tecnologia».

Data Platform e Machine Learning: «È difficile trovare persone competenti»

«Al contempo – continua il dirigente – non si trovano figure professionali all’altezza delle richieste del mercato: è ad esempio difficile trovare persone competenti in ambito Data Platform e Machine Learning, ovvero professionisti che sono in grado di estrarre da una mole impressionante di numeri degli insight che diventino progetti di business. I giovani che coniugano doti statistico-matematiche, informatiche, e capacità di visione imprenditoriale sono altamente ricercati ed estremamente preziosi sul mercato. Questi dati ci obbligano a riflettere e muoverci fin da ora, con massima urgenza, partendo dalle scuole e dal settore pubblico, fino ad arrivare a trasformare le nostre imprese.”

Come cercare i talenti oggi? Con un modello di recruiting innovativo basato sui social

«Il cv, ‘il voto’ non sono più i soli parametri con cui valutare la validità e il potenziale di un profilo, poiché non raccontano i reali interessi e le potenzialità di contribuzione delle persone. Oggi le nuove generazioni cercano sui social network le informazioni relative ad aziende e professioni, scelgono il loro lavoro guardando blog, chiedendo referenze anche attraverso contatti social», commenta Caterina Bernardi, Talent Team di EY. «Per questi motivi la nostra organizzazione ha sviluppato un modello di recruiting innovativo che si basa su un vero cambio di paradigma nel quale i social diventano l’ambiente migliore per attrarre i giovani, profilandoli in base al loro comportamento digitale e le loro attitudini».”

Tramite l’APP di un provider (Employerland), viene, infatti, data ai candidati la possibilità di mettersi alla prova in una vera e propria sfida volta a testare la loro propensione all’innovazione. I migliori vengono invitati ad una giornata evento EY di selezione dove lavorano in gruppo su un business case che simula una reale situazione, supportati da mentors di Service Line e da recruiters che li valutano sulla base della competenze, capacità di problem solving, gestione dei conflitti ed efficacia personale e relazionale nei confronti degli altri componenti del gruppo.

Inoltre, attraverso il tour nei Deep Diving Learning Corner, i partecipanti all’incontro di EY hanno fatto esperienze immersive che velocemente li hanno stimolati a vedere e toccare con mano nuove prospettive e imparare nuovi skills e competenze.

Questo sistema nasce dal fatto che le necessità e le abitudini formative stanno cambiando: oltre alla formazione, all’addestramento tecnico e alla business education si ha sempre più bisogno di aggiornamenti, informazioni e interazioni creando conoscenza e pratiche continuamente condivise.

Al termine della discussione, i 40 studenti universitari che hanno partecipato all’incontro hanno sperimentato percorsi di Digital Sensorial EY Experience quali la realtà aumentata e si sono sfidati in una gara, tramite un’app, per testare il loro “digital mindset”. Con questo percorso i giovani hanno replicato ciò che viene fatto durante il Meet the future, modello di recruiting innovativo che si basa su un vero cambio di paradigma che fa leva sul concetto di passare ‘dal CV alla Storia’.

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