Cresce il numero di attacchi informatici in Italia e nel mondo, con il nostro Paese che solo nel secondo semestre del 2024 ha registrato ben 124 incidenti di particolare gravità, rappresentando il 7,6% del totale degli attacchi rilevati a livello mondiale. A confermarlo sono i dati del Rapporto Clusit 2024, secondo i quali, non solo la quantità, ma anche la qualità dei crimini informatici è peggiorata sensibilmente nel tempo. Sempre secondo lo studio, infatti, gli attacchi classificati come “critici” o “gravi” registrati lo scorso anno rappresentano oltre l’81% del totale, rispetto al 47% registrato nel 2019.
Ed è per questo che diventa centrale oggi per le aziende sviluppare solide strategie di prevenzione e difesa, e tra queste rientra anche la formazione dei dipendenti in cybersecurity.
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Perché è importante investire nella formazione in cybersecurity
Secondo la ricerca, “Protezione digitale e cybersecurity” – realizzata da Europe Assistance in collaborazione con Lexis Research – che ha coinvolto sia i consumatori finali sia su un campione rappresentativo di aziende di piccole dimensioni – il 41% degli italiani si sente personalmente esposto ai rischi legati alla cybersicurezza e al furto d’identità, che è la minaccia che preoccupa il 56% del campione – in particolare nella fascia 25-34 anni (68%) – seguita dal rischio di diventare vittime di un crimine informatico (55%).
Risposte a e-mail ingannevoli, clic su link dannosi, download di allegati infetti, sono davvero tante le azioni anche involontariamente possono far diventare vittime di minacce simili. È interessante notare come dallo studio è anche emerso che il 49% delle persone ritiene di avere bisogno dell’aiuto di un esperto in materia e il 51% non si sente in grado di tutelarsi da solo. Nel caso di un furto d’identità, il 47% non saprebbe come agire. In questo senso, diffondere awareness contribuisce a proteggere informazioni aziendali e dati sensibili e, al tempo stesso, aiuta a promuovere una cultura della sicurezza tra i dipendenti e difendere la reputazione dell’azienda.
La selezione del corso adatto, l’acquisizione di certificazioni rilevanti e l’impegno in una formazione continua rappresentano importanti tasselli del puzzle, ma è ancora più centrale pianificare un programma di training in cybersecurity che sia strutturato ed efficace e promuova il coinvolgimento di tutti i dipendenti nell’apprendimento delle migliori pratiche di cybersecurity.
Una buona formazione aiuta, infatti, a instaurare una certa familiarità con minacce informatiche e sviluppare strategie efficaci per mitigarle. Inoltre, contribuisce ad aumentare la consapevolezza del rischio cyber tra i dipendenti, promuovendo comportamenti sicuri e responsabili. Del resto, restringere il campo della sicurezza informatica esclusivamente agli esperti IT sarebbe riduttivo; al contrario, è una responsabilità condivisa che può fare davvero la differenza nel rendere l’organizzazione resiliente.
Gli obiettivi della formazione
L’istruzione in cybersecurity ha una duplice funzione: da un lato, permette di rilevare e bloccare gli attacchi informatici in tempo reale; dall’altro, consente di sviluppare competenze strategiche per gestire i possibili scenari di crisi. Ricordiamo che il fattore umano rappresenta spesso il punto debole del sistema: errori involontari o inconsapevoli possono innescare vulnerabilità gravi.
L’obiettivo finale è creare un ambiente lavorativo in cui ogni individuo si senta parte integrante del sistema di difesa dell’azienda, consapevole del suo ruolo all’interno di un ecosistema complesso. In questo contesto, il focus deve essere puntato sullo sviluppo di competenze specifiche che vadano al di là del mero aspetto tecnico e che includa fattori umani e organizzativi.
Ricapitolando, quindi, la formazione in cybersecurity dovrebbe mirare a:
- Sensibilizzare: aumentare la consapevolezza riguardo le minacce informatiche più comuni e le loro potenziali conseguenze;
- Educazione: fornire le conoscenze di base sulla sicurezza informatica, comprese le buone pratiche da adottare e le procedure da seguire;
- Prevenzione: insegnare come evitare gli attacchi attraverso comportamenti sicuri e l’uso corretto degli strumenti tecnologici;
- Risposta: preparare i dipendenti a reagire in modo efficace in caso di incidenti di sicurezza, minimizzando i danni e facilitando il recupero delle operazioni.
Come organizzare un programma di formazione in cybersecurity: dalla teoria alla pratica
Un buon punto di partenza riguarda sicuramente la mappatura delle competenze esistenti, anche per individuare eventuali lacune da colmare, anche perché, la scelta del corso giusto in cybersecurity dipende da una serie di fattori: il livello di esperienza del partecipante, gli obiettivi professionali, le esigenze dell’azienda. Successivamente, sarà importante definire gli obiettivi specifici del programma e selezionare i contenuti più adeguati. Il tutto dovrebbe essere supportato da un approccio didattico che favorisca l’apprendimento attivo, stimolando la partecipazione e l’interattività.
È per questo importante realizzare programmi formativi che siano coinvolgenti e accessibili, che non si limitino, quindi, a trasmettere competenze tecniche ma che sviluppino anche una consapevolezza critica delle problematiche relative alla sicurezza informatica. In altre parole, a lezioni frontali, webinar, workshop e materiali di lettura per fornire una solida comprensione dei concetti di base della cybersecurity, come la crittografia, l’autenticazione e la sicurezza delle reti è necessario affiancare esercitazioni pratiche, simulazioni di attacchi, test di phishing e l’uso di sandbox per mettere alla prova le conoscenze acquisite in scenari realistici.
I Fondi Interprofessionali Paritetici (FIP) per la formazione in cybersicurezza
Le aziende che desiderano investire nella formazione dei propri dipendenti in questo ambito possono anche far ricorso ai Fondi Interprofessionali Paritetici (FIP). Questi fondi, alimentati attraverso il versamento obbligatorio dello 0,30% della retribuzione lorda dei lavoratori, consentono alle imprese di finanziare percorsi formativi mirati senza dover sostenere costi aggiuntivi.
Le certificazioni più rilevanti in cybersecurity
Il mercato offre numerose certificazioni in cybersecurity, ognuna delle quali con specifiche aree di focalizzazione e tarate su diversi livelli di competenze. Tra le più riconosciute figurano la Certified Information Systems Security Professional (CISSP), offerta dall'(ISC)²; la Certified Information Security Manager (CISM), rilasciata dall’ISACA; la Certified Ethical Hacker (CEH) dell’EC-Council, pensata per i professionisti della sicurezza che vogliono specializzarsi nell’ethical hacking, ovvero nelle tecniche utilizzate dagli hacker per identificare vulnerabilità nei sistemi informatici, al fine di proteggerli.
Ancora, la CompTIA Security+, una certificazione di livello base offerta da CompTIA che copre concetti come la crittografia, la sicurezza di rete e la gestione dei rischi; la Certified Cloud Security Professional (CCSP), anch’essa rilasciata dall'(ISC)² e che si concentra sulla sicurezza nel Cloud Computing; l’Offensive Security Certified Professional (OSCP) e la Global Information Assurance Certification (GIAC),che comprende certificazioni che coprono diversi aspetti della sicurezza informatica, dalla difesa cibernetica all’analisi forense digitale, rendendole adatte a professionisti con vari interessi e livelli di esperienza.