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Appuntamento il prossimo 12 marzo a Roma con “Parità di genere nei luoghi di lavoro: a che punto siamo?”



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Alla Casa delle Tecnologie Emergenti, esperti, imprese e associazioni si confronteranno su temi come inclusione ed equilibrio professionale tra uomini e donne. Saranno analizzati i trend, gli impatti degli strumenti per ridurre il divario e le sfide future, con casi reali di aziende che hanno sperimentato i benefici di un ambiente gender equality friendly

Pubblicato il 3 mar 2025



Parità di genere nei luoghi di lavoro

Il prossimo 12 marzo, alle ore 17:00, presso la Casa delle Tecnologie Emergenti alla Stazione Tiburtina di Roma, si terrà un importante panel di esperti dal titolo Parità di genere nei luoghi di lavoro: a che punto siamo?. L’evento, organizzato dalla consulente del lavoro e divulgatrice Elisa Lupo in collaborazione con la Rome Future Week, metterà a confronto aziende, istituzioni e associazioni per analizzare l’impatto reale di strumenti come la certificazione sulla parità di genere.

Parità di genere nei luoghi di lavoro: un quadro in evoluzione. Numeri e prospettive

L’Italia si distingue come il primo Paese europeo per numero di certificazioni sulla parità di genere: oltre 1800 aziende hanno già ottenuto la certificazione, superando di gran lunga le previsioni del Ministero per il 2026. Tuttavia, questo risultato ha comportato un ridimensionamento degli sgravi previsti per le imprese, a causa dell’elevato numero di adesioni.

Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, le politiche di diversity & inclusion subiscono un rallentamento. Colossi come Meta, McDonald’s e Accenture stanno rivedendo i propri obiettivi in materia per allinearsi alle nuove politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump. Questo trend potrebbe influenzare anche l’Europa, mettendo a rischio i progressi faticosamente conquistati.

Nonostante alcuni segnali positivi, come la crescita delle donne in ruoli manageriali fino a raggiungere la media dell’Eurozona, il nostro Paese continua a registrare dati allarmanti su occupazione femminile, gender pay gap e lavoro part-time.

Secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, l’Italia si colloca all’87° posto su 146 nazioni per uguaglianza di genere, con un tasso di occupazione femminile del 51% contro il 69% di quello maschile. Una disparità che non solo penalizza le donne, ma ha un impatto negativo sull’intera economia nazionale: secondo il Fondo Monetario Internazionale, la riduzione del divario di genere nel mercato del lavoro potrebbe far crescere il PIL italiano di quasi l’8%.

Parità di genere: un’opportunità per le imprese

Non investire sulla parità di genere non è solo un problema etico, ma anche economico. Secondo uno studio realizzato dal Diversity Brand Summit 2024, le aziende che hanno adottato politiche di diversity & inclusion hanno registrato nel 2023 una crescita media dei ricavi del 23%. Un ambiente di lavoro più equo e inclusivo si traduce in maggiore attrattività per i talenti, benessere aziendale e produttività.

«Nessuna delle aziende che sta ridimensionando gli obiettivi di D&I in America lo ha fatto perché tali politiche avevano un impatto negativo sul proprio business – spiega Elisa Lupo -. Al momento, nel nostro Paese non ci sono pressioni che spingono al disimpegno riguardo le politiche di inclusione e diversi studi dimostrano che le aziende più inclusive hanno una probabilità del 30% maggiore di superare le loro concorrenti in termini di performance economica. Il mercato del lavoro italiano soffre di un grave mismatch tra domanda e offerta e di un forte invecchiamento della forza lavoro. Investire in parità di genere significa avere un vantaggio competitivo sia sull’attrazione di talenti che sulla loro retention.

Non dimentichiamo che entro il 2025 la genZ rappresenterà un quarto della forza lavoro e questa generazione attribuisce grande valore all’etica aziendale e ad ambienti inclusivi. In base ai dati Istat, dal 1995 in poi, si è assistito ad una progressiva riduzione della produttività in tutti i settori nel nostro Paese: diversi studi hanno dimostrato che un ambiente aziendale che valorizza la diversità ha performance migliori e aumenti di produttività. I consumatori, inoltre, sono disposti a premiare con i loro acquisti le aziende che mettono in atto autentiche politiche di D&I, la sfida è lavorare per un vero cambiamento dell’ambiente aziendale perché i consumatori sono molto critici rispetto a delle politiche di facciata».

È proprio su questi aspetti che si concentrerà il panel del 12 marzo, che avrà l’obiettivo di analizzare criticamente i risultati ottenuti e le sfide ancora aperte.

Parità di genere nei luoghi di lavoro: a che punto siamo? Gli speaker dell’evento

Il panel, di cui People&Change è media partner, vedrà la partecipazione di esponenti di primo piano del mondo aziendale e istituzionale:

  • Monica Lucarelli, Assessora per le Pari Opportunità del Comune di Roma;
  • Marco Russomando, HR Director di Illimity e board member di Valore D;
  • Laura Dell’Aquila, membro del core team di Inclusione Donna;
  • Rossella Russo, Responsabile Pubblica Amministrazione per Challenge Network;
  • Francesca Esposito, dirigente del dipartimento costi di EP;
  • Silvia Favulli, responsabile Diversity&Inclusion di Scai Comunicazione.

Ad arricchire il dibattito, non solo esperti e associazioni, ma anche aziende che hanno già sperimentato i benefici di un ambiente di lavoro gender equality friendly. Il pubblico sarà chiamato a partecipare attivamente, ponendo domande e condividendo esperienze, per valutare concretamente il rapporto tra costi e opportunità della certificazione sulla parità di genere.

Info e prenotazioni a questo link.

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