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SCAI, Favulli: «La certificazione per la parità di genere? Un’opportunità di crescita straordinaria»



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Il percorso ha permesso all’agenzia di Marketing e Comunicazione di migliorare l’organizzazione interna, valorizzare i suoi valori e ha portato a investire sulla formazione per il futuro. Un caso esemplare per le PMI che vogliono promuovere la diversità e l’inclusione

Pubblicato il 20 mar 2025



SCAI

Come può una piccola realtà affrontare e vincere la sfida della parità di genere? SCAI Comunicazione, un’agenzia di Marketing e Comunicazione di 19 dipendenti con sedi a Roma, Milano e Potenza, ha scelto di farlo certificandosi. Un percorso che, come raccontato da Silvia Favulli, Diversity & Inclusion Manager di SCAI, è stato tutt’altro che semplice, ma ha rappresentato un’opportunità di crescita straordinaria.

L’evento “Parità di genere nei luoghi di lavoro: a che punto siamo?“, organizzato da Elisa Lupo in collaborazione con la Rome Future Week, è stato l’occasione per riflettere sull’impatto concreto della certificazione nelle aziende. Nel caso di SCAI, il processo ha richiesto impegno e determinazione, ma ha portato anche a un’evoluzione organizzativa e culturale che va ben oltre il mero riconoscimento formale.

La certificazione per la parità di genere di SCAI come leva di trasformazione aziendale

Per SCAI Comunicazione, ottenere la certificazione è stato un percorso oneroso, ma altamente formativo. Favulli ha descritto l’esperienza con due parole chiave: “faticoso” e “opportunità”. Le difficoltà incontrate derivano soprattutto dall’assenza di processi strutturati tipica delle piccole imprese, dove la gestione delle risorse umane segue un approccio meno formalizzato rispetto alle grandi aziende. Tuttavia, l’ottenimento della certificazione ha rappresentato un’occasione di crescita e miglioramento per l’intera organizzazione.

L’adeguamento ai criteri richiesti per la certificazione ha portato SCAI Comunicazione a rivedere e strutturare in modo più chiaro molte delle proprie procedure interne. Come evidenziato da Favulli, il processo ha costretto l’azienda a mettere nero su bianco le sue politiche in materia di retribuzione, onboarding e gestione delle risorse umane.

Un elemento fondamentale è stato il confronto con consulenti specializzati e con gli organismi di certificazione, che ha permesso di analizzare con obiettività la situazione interna e di apportare miglioramenti concreti. «La certificazione ci ha messo di fronte a una riflessione profonda su chi siamo e su come possiamo migliorare – ha spiegato Favulli -. Il risultato è stato un’evoluzione positiva sia dal punto di vista organizzativo che culturale».

Valorizzare la certificazione: un investimento strategico

Ottenere la certificazione non significa solo rispettare determinati standard, ma anche comunicarli all’esterno. SCAI Comunicazione ha colto questa occasione per rafforzare il proprio piano di comunicazione, mettendo in evidenza i propri valori aziendali.

Secondo Favulli, è essenziale che la certificazione non rimanga solo un titolo formale, ma venga valorizzata come un vero e proprio asset strategico: «Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per raccontare all’esterno i nostri valori e per creare connessioni con altre realtà che condividono i nostri principi», ha sottolineato. Questo approccio non solo migliora la reputazione dell’azienda, ma può avere un impatto positivo anche in termini di competitività e attrattività sul mercato.

Il ruolo della formazione interna e il futuro della parità di genere in SCAI

Uno degli aspetti più importanti per il futuro di SCAI Comunicazione è il rafforzamento della consapevolezza interna sulla parità di genere. «Fino ad oggi il percorso ha coinvolto soprattutto il management, ma vogliamo estendere la formazione a tutto il personale. L’obiettivo è far sì che tutti i dipendenti comprendano il valore della certificazione e contribuiscano attivamente al miglioramento delle politiche aziendali», ha affermato Favulli.

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