Il senso di appartenenza, il coinvolgimento e la collaborazione, la condivisione di valori e della cultura aziendale sono tutti fattori che incidono sulla motivazione dei lavoratori, aumentano il significato che assume l’attività svolta, e aiutano a creare un ambiente di lavoro positivo: ecco perché oggi si parla di happy company. Una ricerca della Business School dell’Università di Oxford, coordinata dall’economista Jan-Emmanuel De Neve ha dimostrato che, quando i dipendenti in un’azienda sono felici sono più produttivi del 13%.
Più un’azienda è attenta al benessere e alla felicità dei suoi collaboratori, più questi daranno il massimo sul posto di lavoro (o a casa, visto che molte aziende operano tuttora in Smart Working). Se, infatti, il management è realmente attento ai bisogni delle persone, le invoglierà a lavorare al meglio delle proprie possibilità e capacità, per ricambiare l’attenzione e la fiducia dei vertici.
10 mosse diventare una happy company
Trasformare la propria azienda in una Happy Company e migliorare il clima aziendale è possibile. Ne siamo un esempio noi Heply, software agency formata da giovani professionisti del mondo digital – tutti under 35 – “che ogni giorno ci alleniamo alla felicità”. I nostri sviluppatori, designer e analisti sono, infatti, degli “happy coders” e il mio compito, in quanto Chief Happiness Officer, è quello di ridisegnare l’approccio al mondo del lavoro facendo leva sulla cultura della positività che porterà all’azienda un grande vantaggio competitivo.
Per chi volesse intraprendere un percorso per trasformare la propria realtà in un’azienda veramente felice (e con dei collaboratori felici) potrebbe essere utile seguire questo decalogo:
- Il primo passo per diventare una Happy Company è rendere l’azienda un luogo “libero” dagli schemi: libertà di comunicazione, di movimento all’interno dell’ufficio, di pensiero. Consentire ai propri collaboratori di scegliere liberamente la propria postazione di lavoro, di gestire autonomamente le proprie pause, di ascoltare musica nel corso del lavoro e di scambiare battute fra di loro nel corso della giornata.
- Un ambiente di lavoro è positivo se si riesce a instaurare un rapporto di fiducia con le persone con cui si lavora così da non sentire il continuo bisogno di controllarli. Un primo passo è trovare dei momenti per confrontarsi con ogni collaboratore, per ascoltare e capire come si trova, cosa vorrebbe dall’ambiente lavorativo e se ci sono dei punti critici. Tutto ciò aiuterà a migliorare il clima di comunicazione e a far capire al lavoratore che la sua opinione conta realmente.
- Bisogna anche cercare di abbandonare il termine “dipendenti” ponendosi quindi in maniera autorevole ma non superiore. Del resto si è tutti parte della stessa squadra.
- Fondamentale non condannare l’errore, ma imparare a sfruttarlo per trarne insegnamento cercando di capire insieme il perché e il cosa si è sbagliato così da evitare che possa capitare una seconda volta.
- Inserire dei momenti di svago e gioco per stemperare la tensione quotidiana. La gamification, ad esempio, è ultimamente sempre più apprezzata nelle aziende, e non solo questa permette di accendere una sana competizione, ma consente anche di vincere premi e soprattutto di vedere riconosciuto il proprio talento e le proprie competenze. Un’altra idea potrebbe essere quella di adibire una piccola stanza a sala relax, magari con biliardino e qualche divanetto.
- Investire in percorsi di crescita e formazione personale, organizzando almeno ogni trimestre corsi di formazione interna o esterna, per aiutare i collaboratori a migliorare le proprie conoscenze.
- Celebrare sempre i piccoli e grandi traguardi senza dare per scontato l’impegno. È importante valorizzare sempre, e quotidianamente, i successi dei propri collaboratori, anche se si tratta di piccole cose. Loro apprezzeranno molto, e vorranno dare ancora di più di quello che già offrono quotidianamente.
- La felicità va coltivata con costanza e nel lungo termine senza pretendere risultati immediati; i risultati migliori arriveranno nel corso dei mesi.
- Promuovere delle iniziative per stimolare la creatività e la coesione del gruppo, ad esempio dando luogo a sfide offline o virtuali, organizzando delle ore di formazione in cui i collaboratori vestano i panni del “docente” a turno e proponendo degli incontri extra-lavorativi in un ambiente diverso dall’ufficio.
- Infine, è fondamentale ricordare che una Happy Company non è un luogo dove tutti sono sempre felici ma dove il metodo di allenamento alla felicità fa la differenza.
Questi dieci semplici consigli possono essere utili sia ai leader che ai propri collaboratori così da creare un ambiente di lavoro positivo che avrà poi effetti concreti sul benessere psico-fisico e sulla produttività di chi lavora, soprattutto si avranno maggiori probabilità di successo perché si alimentano le emozioni positive ed il benessere.