You Only Live Once: sembra essere questa la filosofia che spinge ad aderire a quel processo ormai irreversibile che oltreoceano è stato ribattezzato come the Great Resignation. Il fenomeno delle Grandi Dimissioni è ormai noto anche in Italia, dove si è diffuso non solo all’interno delle grandi aziende, ma anche nelle piccole e medie imprese.
Secondo quanto rilevato recentemente da Infojobs, sono soprattutto i giovani (ben il 31,2%) che fanno registrare un’impennata nel numero delle dimissioni rispetto al passato. Sicuramente questo dato non è un caso. Nella YOLO Economy, infatti, le scelte di vita sono dettate dal principio secondo cui si vive una volta sola e questa tendenza è tipica proprio dei Millennial e della Generazione Z, sempre più orientati alla ricerca di maggiore flessibilità nella vita professionale e al raggiungimento del perfetto work-life balance.
Ovviamente, anche la pandemia ha giocato un ruolo decisivo in questo quadro, modificando profondamente abitudini e percezioni. Dopo due anni di incertezza, chi più chi meno ha ridefinito le proprie priorità, tanto a livello professionale quanto sul piano personale. E così, la ricerca di orari flessibili, di luoghi di lavoro meno tradizionali, di un lavoro in linea con le proprie attitudini nonché la necessità di conciliare la vita lavorativa con le passioni, la famiglia e la vita privata in generale sono tra le cause delle Grandi Dimissioni.
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Grandi Dimissioni, i numeri
Se a livello mondiale il 40% dei lavoratori è intenzionato a cambiare lavoro nei prossimi mesi, come rileva un recente studio McKinsey, in Italia la situazione non sembra essere migliore. Risalgono a pochi mesi fa i dati pubblicati dal Ministero del Lavoro relativi alle cessazioni dei rapporti di lavoro che hanno confermato una crescita tendenziale del +43,7% nel secondo trimestre del 2021. Tra aprile e giugno c’è stato un incremento delle cessazioni che ha visto 484mila persone lasciare il posto di lavoro per dimissioni volontarie. E ancora, in base a un’analisi sul periodo 1 aprile – 10 novembre 2021, le dimissioni volontarie sono state 1.195.875, con un aumento del 23,2% rispetto al medesimo periodo del 2019. Ciò che sorprende di più, e che differenzia questa fase di grande esodo dalle aziende dalle “tradizionali” dimissioni, è che, nella maggior parte dei casi, le persone che decidono di lasciare un posto di lavoro non hanno un nuovo lavoro ad attenderle.
Il coaching come strategia per trattenere i talenti
Oggi appare chiaro come per decenni le aziende abbiano ignorato i campanelli d’allarme e i segnali sulla necessità di rinnovare la propria cultura aziendale e di investire sul talento, sullo sviluppo e sul benessere delle persone. Per molte, la priorità esclusiva è stata la crescita economica e hanno finito per trascurare le loro risorse più significative: le persone. Anche per questo motivo, far fronte al dilagante fenomeno delle Grandi Dimissioni è un’impresa non da poco. Come affrontare dunque questa sfida?
In questo scenario, i leader e le organizzazioni che desiderano gestire il cambiamento in atto, devono essere pronti a mettere da parte processi ormai obsoleti e vecchie strategie di employee retention. Condizione fondamentale: trasformarsi ed evolversi verso una dimensione sempre più “umana“. In questo modo, sarà possibile non solo mantenere i migliori talenti, ma attrarne di nuovi.
Il coaching, e in particolare il coaching rivolto alla leadership, può essere la risposta a questa nuova necessità. Ora più che mai, è essenziale aumentare l’engagement e mantenere e far crescere il talento delle persone in azienda. Un ruolo chiave in questo processo lo dovranno giocare senza dubbio i leader che sono a stretto contatto con i propri collaboratori. È perciò fondamentale che la leadership venga adeguatamente formata per assolvere questo compito.
CoachHub, recentemente inserito nella classifica delle Top 100 Scaleups da VivaTechnology, lo sa bene e sostiene da tempo lo sviluppo di una leadership più inclusiva. Attraverso dei percorsi di coaching mirati e personalizzati, i leader possono diventare dei veri e propri coach in grado di accompagnare i propri collaboratori nella loro crescita professionale e di intercettare eventuali insoddisfazioni sul nascere.
Quattro step per arginare il fenomeno delle Grandi Dimissioni
Ma quali capacità devono essere affinate affinché ciò avvenga? E che tipo di interventi messi in atto a livello di leadership possono arginare il fenomeno delle Grandi Dimissioni?
1. Migliorare la comunicazione
Lo Smart Working che si è imposto a seguito della pandemia è diventato oggi uno standard piuttosto diffuso e la maggior parte delle aziende opera su modelli ibridi o addirittura completamente da remoto. Se da un lato il lavoro a distanza porta evidenti vantaggi sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro, dall’altro non mancano le sfide. E una comunicazione fluida tra leadership e dipendenti è tra le principali. I problemi di comunicazione sono una causa ricorrente del “fallimento” sul luogo di lavoro. É qui che il coaching può essere risolutivo, formando i leader a comunicare in modo efficace per diffondere un clima di fiducia, garantire la massima trasparenza e creare, di conseguenza, un ambiente di lavoro migliore.
2. Incentivare il coinvolgimento dei dipendenti
Un maggiore coinvolgimento dei dipendenti diminuisce drasticamente le probabilità che questi si sentano costretti a lasciare l’organizzazione. In più, i dipendenti che si sentono coinvolti nella vita aziendale registrano un progressivo aumento della produttività. Il coaching supporta i leader a migliorare il livello di engagement dei dipendenti.
3. Garantire feedback rapidi
Il lavoro a distanza è spesso un ostacolo per i feedback puntuali e di qualità. I dipendenti che lavorano da casa restano non di rado sospesi nell’attesa di un feedback. Il coaching supporta i leader a imparare come colmare questo divario, creando un flusso di feedback continuo.
4. Riconnettere le persone
Con il passaggio al lavoro virtuale, molti lavoratori hanno perso parte del loro senso di connessione con l’azienda. Coach, manager e leader devono perciò creare situazioni che facilitino una ri-connessione tanto all’organizzazione quanto tra gli stessi membri dei loro team. Far entrare le persone in contatto con le loro emozioni: questo è l’obiettivo. Come? Attraverso eventi, video e team building coinvolgenti. Alimentare la mente in modo positivo è funzionale per avere persone motivate che riescono a trovare ciò di cui hanno bisogno dove sono, senza dover cambiare lavoro.
L’obiettivo principale di un percorso di coaching è scoprire cosa motiva le persone. La scommessa non è trasformare le persone, ma dare loro l’opportunità di cambiare senza dover necessariamente cambiare lavoro.