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Pensiero laterale: allenarsi a cambiare prospettiva e risolvere i problemi in modo alternativo (anche in azienda)



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Il lateral thinking consente agli individui di individuare soluzioni diverse a ostacoli e problemi, con un approccio più creativo e cambi di prospettiva. Ma come si fa a svilupparlo? Ecco una guida e la tecnica più famosa: i sei cappelli di Edward De Bono

Pubblicato il 7 ago 2024



pensiero laterale

Il concetto di pensiero laterale è ormai entrato a far parte del lessico comune nel mondo dell’innovazione e dell’impresa.

Si tratta di una soft skill che aiuta a risolvere i problemi attraverso una visione più completa, ampia e non lineare. Ma come si sviluppa questa competenza e in che modo si differenzia dal più tradizionale pensiero verticale? E soprattutto, perché è importante averla, anche quando si pensa al lavoro in azienda?

Cos’è il pensiero laterale: definizione e origini

Il pensiero laterale, lateral thinking in inglese, rappresenta un approccio alternativo alla risoluzione dei problemi, che esula dai tradizionali schemi logici e verticali. Teorizzato negli Anni ’60 dallo psicologo maltese Edward de Bono, esponente del pensiero creativo, si contraddistingue per l’uso dell’intuizione e dell’improvvisazione nella generazione di nuove idee.

Invece del classico ragionamento sequenziale, il pensiero laterale incoraggia percorsi mentali inediti, favorendo la correlazione di idee apparentemente distanti tra loro. È una metodologia basata sulla capacità di vedere le cose da prospettive differenti, per questo è tipica dei bambini, ancora non impregnati di preconcetti, regole predefinite e bias.

Qual è la differenza tra pensiero verticale e pensiero laterale

Il pensiero verticale si basa su un processo logico-sequenziale che procede per gradi, da un’affermazione all’altra, seguendo regole ben definite. È un approccio analitico e sistematico che mira alla risoluzione di problemi attraverso l’applicazione rigorosa delle regole della logica.

Al contrario, il pensiero laterale si distingue per la sua natura intuitiva e creativa: invece di seguire un iter prestabilito, esplora diverse direzioni simultaneamente. Mentre il pensiero verticale è focalizzato sulla correttezza del ragionamento, il pensiero laterale dà priorità all’originalità delle idee.

Ma, nonostante siano in contrapposizione tra loro, pensiero laterale e verticale non si escludono, anzi, possono essere “abbinati”, evitando che i meccanismi del pensiero verticale entrino nel loop dei “solchi neuronali”, cioè ripercorrano gli stessi passaggi logici senza trovare una soluzione.

Come sviluppare il lateral thinking

Applicare il pensiero laterale, quindi, significa quindi affrontare questioni complesse con una prospettiva non lineare. Significa “pensare fuori dagli schemi”, ovvero guardare oltre le soluzioni ovvie o consolidate per trovare risposte innovative ed efficaci ai problemi. Chi utilizza il lateral thinking è capace di riconoscere connessioni latenti tra concetti apparentemente disconnessi, sfruttando queste relazioni per generare soluzioni originali e spesso sorprendentemente efficaci.

Ma come si allena il pensiero laterale? Si tratta di una pratica che richiede impegno ed esercizio. È possibile promuovere questa abilità con training di brainstorming, nei quali la mente è libera e si lascia andare a flussi di idee, di giochi di parole, enigmi logici, indovinelli e tecniche di visualizzazione.

In generale, è fondamentale allenare la mente a rompere gli schemi predefiniti e ad accettare l’incertezza come parte del processo creativo. Un ambiente aperto al confronto e alla diversità di opinioni, in cui vengono valorizzate le opinioni originali e non convenzionali, può favorire la crescita del pensiero laterale.

La metodologia dei sei cappelli

De Bono teorizza la metodologia dei sei cappelli, molto utilizzata anche in ambito aziendale. Secondo lo psicologo maltese, per affrontare un problema in maniera “alternativa” occorre fare un esercizio che consiste nell’indossare, figurativamente, sei cappelli di colore diverso, a cui corrispondono sei punti di vista diversi:

  • un cappello bianco: il pensiero oggettivo, basato sui fatti e imparziale;
  • un cappello rosso: il punto di vista dell’emotività e dell’intuito;
  • un cappello nero: fa emergere la parte critica della situazione, portandone alla luce gli svantaggi;
  • un cappello giallo: opposto a quello nero, evidenzia i vantaggi della circostanza e si basa su un ragionamento logico;
  • un cappello blu: il pensiero ponderato, basato sulla calma;
  • un cappello verde: rappresenta il pensiero creativo, fantasioso e libero.
pensiero laterale

Indossando ognuno dei sei cappelli è possibile abbracciare punti di vista differenti e sarà quindi più facile trovare soluzioni creative.

Vantaggi del pensiero laterale in ambito aziendale

In ambito aziendale, il pensiero laterale può aiutare nelle situazioni più disparate, da piccoli problemi quotidiani a innovazioni di business strutturate. Applicarlo è utile nelle situazioni di stallo dalle quali non si riesce a uscire e promuove l’innovazione stimolando la ricerca di soluzioni non convenzionali. Favorisce la creazione di prodotti e servizi originali, consentendo alle aziende di distinguersi dalla concorrenza. Inoltre, essendo basato sulla capacità di vedere le cose da diverse prospettive, può aiutare a comprendere meglio i bisogni dei clienti e a sviluppare strategie commerciali più efficaci.

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