Troppo a lungo i Direttori HR, a livello globale chiamati Chief Human Resources Officer – CHRO, alle prese con i nuovi modelli di lavoro ibrido sono stati limitati dall’infrastruttura IT delle aziende: è tempo per loro di assumere un maggior controllo e considerare il rapporto con le reti informatiche per quello che è, ovvero un supporto indispensabile per potenziare l’Employee Experience e la soddisfazione degli utenti. Ad affermarlo è Dobias Van Ingen, EMEA CTO & SE Sr. Director Aruba società di Hewlett Packard Enterprise.
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Reti informatiche e lavoratori, un rapporto in evoluzione
Già prima della pandemia, collegare la forza lavoro a distanza, fornire esperienze digitali, offrire un ambiente di lavoro ibrido erano attività contemplate dall’agenda dei CHRO più lungimiranti. Tuttavia, è indiscutibile che l’emergenza sanitaria abbia contribuito enormemente alla diffusione di modelli di produttività più agili e itineranti. Ed è così, in questo contesto anomalo, che la tecnologia si è trasformata da mero strumento funzionale per i dipendenti a elemento strategico in grado di definire ogni aspetto dell’esperienza lavorativa, da come e dove si lavora fino al livello di produttività che può essere raggiunto, al livello di sicurezza che protegge quello che viene fatto.
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Più controllo delle reti aziendali da parte dei Direttori HR
Il punto adesso è: come i Direttori HR possono assumere il controllo delle reti così da esercitare un ruolo attivo anziché dipendere semplicemente dall’infrastruttura? Dobias Van Ingen indica tre fasi attraverso cui i CHRO possono arrivare a questo traguardo.
1. Creare sistemi compatibili con il modello BYOD
La scelta di dispositivi, tool e sistemi impatta sempre più spesso sull’esperienza, sulle performance e sulla produttività del personale. Per conquistare e conservare il talento le aziende stanno comprendendo, infatti, come sia necessario garantire ai dipendenti la flessibilità necessaria per poter lavorare nelle modalità e nei contesti che preferiscono.
Ma come riuscire a gestire tutto questo, ovvero garantire che tutti i dispositivi si connettano in modo trasparente e sicuro sia da remoto che sul posto di lavoro? La risposta è una rete costruita apposta per il modello BYOD (Bring Your Own Device) e in grado di supportare sia le postazioni di lavoro remote (gli ambienti cosiddetti microbranch) sia l’ufficio vero e proprio. Questa scelta implica la capacità di dotarsi di un’infrastruttura flessibile, con access point remoti di tipo plug-and-play e protetta da un modello di sicurezza Zero Trust automatizzato, che implementi il controllo sugli accessi alla rete in base a ruoli e dispositivi.
2. Costruire un’infrastruttura predisposta per il workplace del futuro
Il workplace del futuro è ben più di uno spazio adatto al lavoro ibrido: deve essere infatti progettato per fornire quello che i dipendenti desiderano di più in ogni momento – oggi come domani. Il lavoro ibrido è comunque un buon punto di partenza. Certo, la rete deve essere in grado di supportare efficacemente le persone che lavorano da casa e vengono in ufficio portando con sé i propri dispositivi personali. Ma la rete deve poter supportare anche le nuove modalità di utilizzo maggiormente collaborativo e sociale dell’ufficio, la cosiddetta “hotelification” del luogo di lavoro. Questo significa non solo disporre di spazi di riunione facilmente prenotabili, nei quali i dipendenti possano lavorare insieme sia in presenza che con colleghi collegati da remoto, ma anche soluzioni di sicurezza automatizzate per poter gestire il crescente numero di clienti e ospiti in visita per riunioni e presentazioni.
Inoltre, sempre più spesso, il personale più sensibile alle tematiche green richiede che i luoghi di lavoro siano più sostenibili e questo elemento non può essere ignorato dai CHRO. Anche qui la rete può essere un valido aiuto, consentendo alle aziende di tracciare e ridurre i consumi di energia e risorse fisiche oltre che le emissioni di CO2.
3. Pensare creativamente a come sfruttare le soluzioni digitali per le risorse umane
Il lavoro ibrido presenta chiaramente numerosi vantaggi ma genera nuove sfide, in particolare intorno al tema dell’inclusività: nello specifico, ci si chiede come garantire che i dipendenti che non possono o non vogliono tornare in ufficio si sentano comunque inclusi, supportati e integrati nella cultura aziendale. Anche se questi sono temi complessi, i CHRO sanno di poter contare su molteplici soluzioni digitali che possono aiutarli, dalle app di Unified Communication e Collaboration, che rafforzano i legami tra i team, alle nuove piattaforme digitali che supportano le iniziative orientate al benessere – tutte soluzioni che, tuttavia, si basano sulla disponibilità di una rete solida.