Negli ultimi anni l’introduzione del digital workspace ha rivoluzionato per molti versi il modo di approcciarsi al lavoro. Non solo offrendo esperienze d’uso omogenee e semplificate anche per task molto complessi, ma soprattutto consentendo ai lavoratori di poter svolgere le proprie mansioni operando in modo seamless su qualsiasi device, e a prescindere del luogo fisico in cui ci si trova. Sono i principi basilari dello Smart Working, del resto, e il digital workspace si è dimostrato – e continua a dimostrarsi – il vero abilitatore di una trasformazione che sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di organizzazioni e funzioni.
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Ottimizzare l’accesso alle funzioni “preferite”: le MicroApp
La possibilità di passare da un’applicazione all’altra rimanendo sulla medesima piattaforma e mantenendo la coerenza tra i vari processi, è d’altra parte il motore che continua a far evolvere il concetto stesso di workspace. «Ormai si parla di un vero e proprio portale, un unico punto di accesso per tutto ciò che è il mondo aziendale: file, desktop, risorse… un mondo intero virtualizzato e accessibile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, con pochi click o tap. Ecco perché lungo questo percorso evolutivo, il prossimo step è rappresentato dalle MicroApp, interfacce ancora più semplici e sintetiche che permettono al backend di interagire in maniera estremamente snella con tutti i sistemi». A parlare è Silvio Balduzzi, Citrix Architect and Practice Manager di Bizmatica, solution provider del gruppo Econocom focalizzato sulla fornitura di prodotti e servizi a supporto della digital transformation del business.
«In pratica, le MicroApp costituiscono un sottoinsieme di funzionalità specifiche, eseguibili attraverso il workspace senza dover effettuare l’accesso agli applicativi che le ospitano. Un approccio estremamente user friendly, grazie al quale si possono svolgere in mobilità numerose operazioni con gesti rapidi e semplici», precisa Balduzzi. «È possibile, per esempio, compilare o approvare una nota spese, inoltrare una richiesta di ferie o avviare un ciclo di fatturazione senza dover aprire il gestionale, evitando quindi i tempi di avvio dell’applicativo e operando come se si avesse a disposizione un ponte che conduce immediatamente alle funzionalità preferite, erogate in modalità SaaS e centralizzate all’interno dell’ecosistema produttivo».
I vantaggi offerti dall’utilizzo delle MicroApp
Dal punto di vista di Bizmatica, le MicroApp rispondono a tre degli imperativi riconosciuti da Gartner, Forrester e 451 Research, per tutte quelle imprese che intendono affrontare la trasformazione digitale; in particolare per migliorare l’esperienza dei dipendenti, creando una forza lavoro organizzata, informata, attrezzata e coinvolta; affrontare i problemi di sicurezza, con un approccio Zero Trust in grado di proteggere il business digitale; garantire flessibilità al business, gestendo la complessità a cavallo di integrazione e innovazione dei processi.
In questo senso, le MicroApp si inseriscono perfettamente nel digital workspace, che offre by design un’esperienza unificata con single sign-on a tutti gli elementi indispensabili per lavorare in qualsiasi scenario, organizzando, guidando e automatizzando il lavoro attraverso l’efficienza operativa e il maggiore coinvolgimento dei dipendenti. La riduzione della complessità, inoltre, avviene su due fronti: lato utente, indirizza il problema comune di non aver bisogno di utilizzare le numerose funzionalità delle app aziendali monolitiche, ma di dover comunque impiegare tempo a navigare verso le poche di cui hanno effettivamente bisogno. Lato sviluppatori, la creazione di MicroApp consente di essere più efficaci e focalizzati sulle reali esigenze degli end user, valorizzando il poco tempo di cui si dispone.
Dalle funzionalità standard a quelle personalizzate: l’apporto di Bizmatica
«I principali fornitori tecnologici di tecnologie volte ad abilitare spazi digitali e supportare la collaborazione e produttività dei dipendenti, stanno già sviluppando diverse MicroApp sui prodotti dei brand più diffusi nelle grandi aziende, tra cui Salesforce e SAP», dice Balduzzi, «Tuttavia le aziende evidenziano esigenze di personalizzazione e adattamento ai propri processi e ai propri software, attraverso la richiesta di MicroApp specifiche per determinati casi d’uso, che come Bizmatica siamo in grado di soddisfare». Bizmatica infatti unisce le competenze maturate sul fronte della Digital Workspace, come Platinum Plus Partner di Citrix alle, capacità di sviluppo interne, grazie alla soluzione proprietaria onStage, una piattaforma di integrazione ibrida progettata per federare le varie tecnologie attraverso le API e affrontare i più diversi casi di utilizzo in ambito cloud e mobile. onStage API Management consente in pratica di sfruttare le API distribuite messe a disposizione dalle varie piattaforme e/o dalle varie applicazioni. onStage è in grado di orchestrare dati che provengono da fonti eterogenee e omogeneizzare i differenti servizi aziendali per creare soluzioni evolute in qualsiasi ambiente di sviluppo.
«Se l’applicativo aziendale è già disponibile in SaaS, stabiliamo in maniera automatica un canale sicuro e un’autenticazione federata tra i due cloud», spiega Balduzzi. «Se invece parliamo di una soluzione installata on premise, aggiungiamo componenti specifiche in grado di creare un tunnel sicuro tra i due ambienti. Non ci sono infine nemmeno particolari controindicazioni per gli applicativi che hanno una certà età: onStage dispone infatti di una serie di connettori verso una moltitudine di sistemi, rendendo innovative anche applicazioni poco dinamiche».
Quanto tempo occorre per integrare il workspace con le MicroApp? «Quando si tratta di implementare funzionalità già disponibili in catalogo», chiosa Balduzzi, «direi che la parte più complessa è quella dell’assessment necessario a mettere a fuoco le specifiche esigenze del cliente, mentre le tempistiche di deployment sono molto ridotte e non superano mai i due-tre giorni. Situazione diversa se bisogna partire da zero e lavorare su onStage. Ma anche in quel caso, il progetto dura al massimo qualche settimana».