Durante i lockdown l’ecosistema internet ha giocato un ruolo centrale, perché la crisi sanitaria ha incrementato l’uso della rete, del cloud e, in generale, delle tecnologie digitali. Tutto ciò, come conferma un’analisi di MarketsandMarkets, ha spianato la strada alla crescita del mercato Wi-Fi. Quest’ultimo, a livello globale, è previsto che passerà dai 9,4 miliardi di dollari del 2020, a 25,2 miliardi di dollari entro il 2026, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) pari al 17,8% nel periodo della previsione. I maggiori fattori di sviluppo per il mercato, precisa la società, includono la crescente necessità di connettività di rete robusta e l’adozione di soluzioni Wi-Fi in svariati settori verticali, tra cui l’assistenza sanitaria, la formazione, il retail, l’eCommerce, i settori bancario, finanziario e assicurativo, l’IT, le telecomunicazioni.
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Verso Wi-Fi 6, per potenziare lo Smart Working
Nell’attuale contesto di business, una rete veloce e affidabile costituisce la base per acquisire, scambiare con efficienza dati, ed elaborare insight utile per migliorare i risultati aziendali. «Fino a poco tempo fa – commenta Massimo Morsaninga, Technical Account Manager di NovaNext, system integrator che accompagna la trasformazione digitale di molte aziende italiane – la tecnologia Wi-Fi era vista soltanto come un sistema di accesso alla rete. Successivamente il Wi-Fi si è evoluto attraverso varie fasi, fornendo sempre più banda e canali contemporanei disponibili, e l’ultima evoluzione è il Wi-Fi 6».
Coniato dalla Wi-Fi Alliance oltre vent’anni fa, il termine Wi-Fi si riferisce in effetti a un insieme di protocolli per reti locali senza fili (WLAN – wireless local area network) definiti dallo standard IEEE 802.11: e Wi-Fi 6, come indica il nome, rappresenta il Wi-Fi di sesta generazione, identificato dallo standard IEEE 802.11ax. Tra i vantaggi chiave c’è, innanzitutto, la velocità, che in Wi-Fi 6 può arrivare a un throughput massimo di 9,6 Gb/s (gigabit al secondo) su più canali.
«Uno dei classici problemi della rete Wi-Fi – spiega Morsaniga – è che, finché ci sono pochi utenti collegati, la rete funziona bene, poi, quando questi aumentano, comincia ad avere problemi di sovraccarico e latenza». Da questo punto di vista, Wi-Fi 6 è in grado di ridurre la congestione della rete, grazie alla capacità del router di trasmettere dati con efficienza su più canali, a molteplici utenti e dispositivi collegati. Sfruttando questo livello di prestazioni, con Wi-Fi 6 l’obiettivo è rendere le performance delle reti wireless paragonabili a quelle delle reti cablate.
Infatti, il problema dell’affollamento e della congestione della rete che Wi-Fi 6 punta a risolvere non riguarda più ormai i soli uffici aziendali, ma anche gli ambienti domestici, in cui sta crescendo il numero di device (notebook, smartphone, tablet) e di componenti del nucleo familiare connessi contemporaneamente, e impegnati in attività di Smart Working. «In questi scenari, la possibilità di utilizzare, grazie a Wi-Fi 6, canali completamente separati, permette a ciascun utente di poter contare su una banda assegnata, assolutamente sufficiente per poter lavorare».
Anche dal punto di vista della flessibilità di connessione, Wi-Fi è la via preferenziale scelta dalle imprese nei nuovi progetti infrastrutturali: «Nelle implementazioni che abbiamo realizzato per alcuni clienti, sono stati adottati i nuovi access point Wi-Fi 6, e sempre più spesso, le aziende ci chiedono espressamente di realizzare una rete che preveda Wi-Fi come modalità di accesso principale alla rete».
Digitalizzare gli spazi per creare nuove applicazioni
Un altro aspetto importante del Wi-Fi, aggiunge Morsaniga, è che oggi i moderni access point Wi-Fi sono diventati oggetti sempre più evoluti e in grado di acquisire molti dati: «Ciò sta trasformando la tecnologia Wi-Fi, da semplice mezzo di accesso alla rete, in un sistema di digitalizzazione degli spazi, utile per ottenere informazioni su persone e oggetti che si muovono e interagiscono all’interno degli spazi stessi». Nello specifico, Morsaniga fa riferimento alla piattaforma cloud Cisco DNA Spaces, che NovaNext è in grado d’integrare nelle implementazioni Wi-Fi eseguite per i propri clienti. «Grazie all’infrastruttura DNA Spaces, si ha accesso ai dati forniti dagli access point, che permettono, ad esempio, di sapere quante persone hanno partecipato a un evento, o quante si trovano in una certa zona di un edificio; i servizi di localizzazione consentono poi di comprendere con notevole precisione la posizione degli utenti. In base a quest’ultima, il sistema di navigazione indoor è anche in grado, per esempio, di guidare i partecipanti a una data conferenza verso il luogo dell’edificio dove si svolgerà il meeting.
Interessante anche l’opportunità, attraverso DNA Spaces, di sfruttare Wi-Fi e il paradigma IoT (Internet of Things), per monitorare con efficacia ed efficienza risorse e attrezzature medicali condivise di continuo, come le sedie a rotelle, i cui spostamenti risultano critici da controllare in ambito ospedaliero. «Una volta dotate di connettività Bluetooth Low Energy, queste sedie possono comunicare con la rete Wi-Fi, tramite cui è possibile sapere in tempo reale dove si trova ciascuna sedia e, all’occorrenza, recuperarla subito».