Con la firma in via definitiva, lo scorso 27 gennaio, del nuovo contratto 2022-2024 per i lavoratori delle Funzioni centrali della Pubblica Amministrazione, sono confermate le nuove regole su Smart Working e settimana corta inserite a novembre nell’accordo sottoscritto dall’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e firmato da Confsal-Unsa Cisl, Flp e Confintesa.
La misura che interessa solo gli enti centrali e non quelli locali, come i comuni, apre nuove opportunità di bilanciamento tra lavorativa e vita privata per gli 193mila dipendenti statali di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici come INPS e INAIL.
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Smart Working e buoni pasto anche per i dipendenti della Pubblica Amministrazione
La nuova struttura normativa offre più elasticità: ciascuna Pubblica Amministrazione potrà infatti decidere di aumentare i giorni di lavoro da remoto (che potranno superare quelli in presenza, ndr) andando così incontro alle esigenze specifiche dei dipendenti e dell’Ente. Il nuovo contratto stabilisce che le trattative integrative sul lavoro a distanza debbano iniziare entro il mese di aprile di ogni anno. In questi incontri verranno definite le priorità nell’assegnazione dello Smart Working, con particolare attenzione all’equità e all’inclusione. L’attuazione delle nuove regole sarà quindi affidata alle singole amministrazioni, che potranno adattarle alle proprie specificità operative.
A chi usufruisce dello Smart Working sarà pagato il buono pasto in via obbligatoria: questi benefit saranno, infatti, assegnati in base a un orario convenzionale, buttandosi alle spalle la gestione discrezionale finora adottata dalle singole amministrazioni, verso un’uniformità di trattamento.
Più accessibilità al lavoro agile
Uno degli aspetti centrali della nuova intesa è il potenziamento dello Smart Working per chi si trova in situazioni di particolare necessità, come i:
- dipendenti con comprovate esigenze sanitarie;
- lavoratori che si prendono cura di familiari con disabilità.
- genitori che beneficiano di misure legislative per bilanciare lavoro e vita privata.
Il lavoro a distanza è inoltre espressamente indicato come uno degli strumenti a disposizione della PA per favorire l’inserimento del personale
neoassunto, andando incontro alla crescente richiesta delle generazioni più giovani di avere la possibilità di conciliare meglio la vita professionale con quella privata, soprattutto in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. Quest’attenzione apre inoltre il ventaglio di persone che possono lavorare nella PA, dando la possibilità anche a chi non vive in prossimità dell’Ente di farlo.
Settimana breve e flessibilità oraria
A proposito della settimana corta, il contratto prevede che – in via sperimentale e ferma restando la garanzia del livello di servizi resi all’utenza – le amministrazioni “possono articolare l’orario ordinario di lavoro di 36 ore settimanali previsto all’art. 17, comma 1, del CCNL 12 febbraio 2018, su quattro giorni”.
L’adesione all’articolazione oraria su quattro giorni da parte del lavoratore è
volontaria. Questa flessibilità comporta un “riproporzionamento delle giornate di ferie annue nonché di tutte le altre assenze giornaliere dal servizio previste dalla legge e/o dai CCNL, fatto salvo il permesso per matrimonio”.