Un tempo era il bleisure (business + leisure), l’usanza di combinare un viaggio di lavoro con visite turistiche. Oggi questa combinazione si inverte e prende il nome di workation.
Figlia delle nuove modalità di lavoro “smart”, la workation (work + vacation) è la nuova tendenza di progettare periodi di lavoro in luoghi in cui si ha voglia di vivere e che si intendono visitare nel tempo libero. Quando il pc è spento e, portati a termine i propri compiti, ci si può così dedicare alla scoperta di nuove culture e tradizioni. La differenza è dunque chiara: nel primo caso i posti da esplorare sono determinati dall’impegno di lavoro, nel secondo, potenzialmente, la limitazione per la scelta della meta sarà solo la fantasia, e alcuni punti da soddisfare che vedremo tra poco.
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Flessibilità in azienda: Temporary distant working al test
Che la workation sia un fenomeno in crescita lo dicono anche i numeri. Secondo infatti l’ultima ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, nell’ultimo anno, infatti, accanto alla sperimentazione di nuove forme di flessibilità come la settimana corta, le ferie illimitate o l’eliminazione della timbratura, ben il 44% delle grandi aziende prese in esame ha deciso di testare il “Temporary distant working” prevedendo di poter lavorare completamente da remoto per alcune settimane o anche per più mesi, continuativamente, in alcuni casi anche dall’estero.
Che non si pensi però che il rendere possibile questo tipo di esperienza sia per l’azienda una questione da poco. Affinché praticare la workation non si riveli un boomerang per la produttività occorrono alcuni presupposti fondamentali.
Alla base di tutto, naturalmente, c’è una cultura aziendale improntata sulla fiducia, senso di responsabilità e autonomia; una cultura aperta a nuove forme di collaborazione che sposino appieno il concetto di flessibilità oraria e dei luoghi. A ciò, imprescindibilmente, si lega un paradigma di lavoro per obiettivi insieme alla capacità di misurare le prestazioni che superi la metrica della presenza fisica in ufficio. Naturalmente poi è necessario che l’azienda sia dotata di una solida infrastruttura tecnologica che supporti il lavoro remoto, ovvero connessioni Internet affidabili, piattaforme di collaboration efficaci e politiche di sicurezza informatica e privacy per proteggere i dati aziendali sensibili, come per esempio l’uso di VPN, autenticazione a due fattori e linee guida sulla gestione dei dati remoti.
Workation, i vantaggi per aziende e persone
Assicurati i presupposti di cui sopra, i vantaggi della workation possono essere davvero tanti e insieme concorro a migliorare benessere organizzativo e il livello di produttività.
La possibilità di scegliere ambienti di lavoro stimolanti e personalizzati può favorire la concentrazione, la creatività e il benessere in generale, così come la capacità di conciliare attività lavorative e momenti di relax contribuisce a un miglior equilibrio tra vita professionale e privata. Tutto ciò allontana il rischio di burnout e di soccombere a quella Grande Tristezza (Great Gloom) che sembra insidiarsi ormai in tante organizzazioni. E si sa: persone più felici sono anche più coinvolte, motivate e produttive.
Altro aspetto strategico è la capacità che un’azienda che abbraccia la flessibilità sino a rendere possibile la workation ha di attrarre e mantenere i giovani talenti, conquistandone la fiducia costruendo attorno a loro un ambiente di lavoro moderno e adattabile alle esigenze contemporanee.
E se è poi vero che i viaggi innescano meccanismi di scoperta degli altri e di sé, ci si rende facilmente conto come a un livello più profondo la workation possa rappresentare un momento di crescita personale oltre che professionale.
Sfide e considerazioni per le aziende
Nonostante i numerosi vantaggi, la workation presenta anche alcune sfide che le aziende devono affrontare per garantire che questa modalità di lavoro sia efficace. Prima di tutto, è fondamentale stabilire linee guida chiare e definire aspettative precise in termini di disponibilità e risultati. La comunicazione costante e trasparente tra dipendenti e manager diventa cruciale per evitare malintesi e assicurare che tutti siano allineati sugli obiettivi da raggiungere.
Inoltre, le aziende devono essere pronte a gestire eventuali problematiche legate al fuso orario, che possono influenzare le riunioni e la collaborazione tra team distribuiti in diverse parti del mondo. Infine, è importante monitorare il benessere dei dipendenti per evitare che la workation si trasformi in un’esperienza stressante piuttosto che rigenerante. Offrire supporto psicologico e risorse per la gestione dello stress può aiutare a mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita personale, garantendo che la workation sia un’opportunità di crescita e non un motivo di esaurimento.
Gli strumenti per una workation di successo
Ed è per questo che, per garantire che una workation sia efficace e produttiva, è fondamentale disporre degli strumenti e delle risorse giuste. La tecnologia gioca un ruolo cruciale in questo contesto, offrendo soluzioni che facilitano la gestione del lavoro, la comunicazione e la sicurezza.
In primo luogo, strumenti di gestione del tempo e delle attività come Trello, Asana e Monday.com sono indispensabili. Queste piattaforme consentono di organizzare le attività quotidiane, assegnare compiti e monitorare i progressi. Con funzionalità come bacheche, liste di controllo e scadenze, è possibile mantenere il controllo su progetti complessi e collaborare in modo efficiente con i colleghi, indipendentemente dalla distanza.
La comunicazione è un altro aspetto fondamentale per il successo della workation. Piattaforme di collaborazione come Slack, Microsoft Teams e Zoom offrono soluzioni integrate per chat, videochiamate e condivisione di file. Questi strumenti oltre a facilitare il dialogo in tempo reale, permettono anche di creare canali tematici per discussioni specifiche e di archiviarle per future consultazioni.
Per quanto riguarda la sicurezza informatica, l’adozione di VPN (Virtual Private Network) è essenziale per proteggere le connessioni internet, soprattutto quando si utilizzano reti Wi-Fi pubbliche. Soluzioni come NordVPN, ExpressVPN e CyberGhost offrono connessioni criptate che proteggono i dati aziendali da potenziali minacce. Inoltre, l’autenticazione a due fattori (2FA) per l’accesso ai sistemi aziendali e l’uso di software di sicurezza aggiornati sono misure indispensabili per prevenire accessi non autorizzati e proteggere le informazioni sensibili.
Un altro aspetto cruciale è la gestione della produttività personale. Applicazioni come RescueTime e Focus@Will aiutano a monitorare come viene impiegato il tempo e a identificare eventuali distrazioni. RescueTime, ad esempio, traccia l’uso del computer e fornisce report dettagliati sul tempo trascorso su diverse attività, permettendo di apportare miglioramenti al proprio workflow. Focus@Will, invece, offre playlist musicali progettate per migliorare la concentrazione e la produttività, creando un ambiente di lavoro più efficiente.
Infine, la scelta dell’ambiente di lavoro è fondamentale per una workation di successo. Piattaforme come Airbnb e Booking.com permettono di trovare alloggi con connessione internet ad alta velocità e spazi dedicati al lavoro. Inoltre, servizi come WeWork e Regus offrono soluzioni di co-working in tutto il mondo, fornendo accesso a spazi di lavoro professionali e opportunità di networking con altri professionisti.
Workation Index, le migliori città dove lavorare da remoto
Ma se sino ad ora abbiamo detto di cosa si deve dotare l’azienda, e perché, per mettere in atto programmi di workation, adesso, tirata giù la valigia da sopra l’armadio, tocca aprire la cartina geografica e scegliere quale sarà la destinazione per i prossimi mesi di lavoro. Ad aiutare arrivano i numerosi “Workation Index” che popolano il web, ricchi di consigli su dove potersi trasferire col proprio laptop per vivere un’esperienza unica e, al contempo, lavorare in modo efficiente raggiungendo tutti gli obiettivi.
Il motore di ricerca tedesco che confronta le offerte disponibili per case vacanze, Holidu, ha di recente stilato il suo Workation Index. Diversi i parametri utilizzati per individuare le migliori città per fare workation: si va, naturalmente, dalla disponibilità di una connessione Wi-Fi veloce e sicura al numero degli spazi coworking, passando per il costo mensile di un appartamento con una camera da letto sino al costo del drink dopo lavoro.
Stando ai risultati dell’indagine, in cima alla lista, per la gioia degli amanti delle mete esotiche, troviamo la città di Bangkok, segue Nuova Delhi e in terza posizione Lisbona, città seguite da Barcellona, Buenos Aires e Budapest.
Anche Preply, la piattaforma di apprendimento digitale che si avvale di tutor connessi da ogni parte del mondo, ha stilano un suo Workation Index mettendo a confronto 75 città in Paesi OCSE su 10 fattori, suddivisi in 3 categorie: qualità della vita, clima e ambiente, costi e sicurezza. Sul podio troviamo in prima posizione Brisbane in Australia, – che totalizza il punteggio di 100 con 100 punti nella categoria Clima e ambiente, 77,1 in Costi e sicurezza e 84,7 in Qualità della vita -, poi Lisbona in Portogallo e Nicosia a Cipro. Per quanto riguarda l’Italia, Roma si attesta in 43esima posizione, Milano in 50esima.